Impianti sportivi: convenzioni pronte, ma c'è timore costi utenze
Dopo mesi di tentennamenti e preoccupazioni per la possibile 'esplosione' dei costi, alcune società sportive hanno trovato l'accordo col Comune per l'utilizzo delle palestre. Canoni annuali calmierati fino al 2020 e tetti massimi di spesa per le utenze. Ma il problema sono impianti di riscaldamento vetusti e senza contatori singoli.
Dopo oltre un anno di proroghe e di relazioni diplomatiche non sempre facili con le società sportive cremonesi, stanno finalmente andando in porto le convenzioni con il Comune per l’utilizzo delle strutture comunali da destinare alle attività sportive di base. Lo schema tipo di convenzione era stato portato in giunta dall’assessore Platé, ed approvato la scorsa primavera, ma soltanto adesso ad autunno inoltrato e ad attività iniziate si sta arrivando ai primi accordi. In particolare, è stato raggiunto l’ok con l’Asd Corona per l’utilizzo delle palestre della scuola media Virgilio e della primaria Monteverdi; con la Dinamo Zaist per la palestra di via Caprera e quella della scuola Manzoni di via Decia. Direttamente con la Fipav (federazione italiana pallavolo) è stata invece sottoscritta la convenzione per la palestra della Villetta.
Le convenzioni hanno durata quinquennale, fino al 31 ottobre 2020 e prevedono canoni annuali che variano dai 1000 ai 1500 euro. Una delle novità rispetto alle passate gestioni è che le società dovranno farsi carico dei consumi energetici, calcolati in base all’effettivo utilizzo orario. Si tratta di uno degli aspetti che hanno ritardato la quantificazione delle cifre che le società sportive dovranno versare. Nella maggior parte dei casi infatti le palestre hanno contatori comuni ed è difficile quantificare gli effettivi consumi. Senza contare che negli impianti di riscaldamento più vecchi non c’è modo di moderare il riscaldamento, spegnendo la caldaia quando il calore è eccessivo. Col risultato che spesso le finestre e le porte restano aperte d’inverno per il troppo calore.
L’accordo trovato con le società, almeno quelle delle prime convenzioni, è che in questi casi il Comune provveda ad anticipare i costi delle utenze, per poi farsi rimborsare ‘in base all’effettivo utilizzo’, quindi a consuntivo. Come norma transitoria è stata quantificata una cifra massima di spesa annua che potrà essere richiesta ai concessionari, una sorta di clausola di salvaguardia per fissare un tetto massimo: 2.025 euro (Iva esclusa) per le strutture sportive citate, tranne che per le palestre della Virgilio dove il tetto massimo è più alto, 3.475. La norma transitoria viene prevista “al fine di poter procedere alle eventuali possibili operazioni di voltura dei contatori dei consumi energetici”. In questo modo è stato trovato un compromesso tra volontà del Comune di responsabilizzare le società sportive sui consumi e il comprensibile timore delle società stesse riguardo costi esorbitanti a fine annata.