Dati statistici: bene istruzione, sicurezza e occupazione. Male salute e reddito
Benessere, salute, occupazione, reddito medio, sicurezza: questi alcuni dei focus locali e dati presentati nel corso del convegno in corso a San Vitale, dal titolo “Strumenti di diffusione dell’informazione statistica territoriale”, organizzato dalla Provincia di Cremona attraverso l’Ufficio Statistica in collaborazione con l’Istat.
Dati da cui emerge come i cremonesi siano meno propensi all’abbandono scolastico nell’età dell’obbligo – rispetto alla media regionale e nazionale – ma anche meno propensi a laurearsi. Altro dato significativo è quello del reddito di una famiglia: la nostra città si attesta sulla media regionale, pari a circa 40mila euro annuali, contro gli oltre 45mila della media regionale. Lo stesso vale per lo stipendio del singolo lavoratore dipendente (22mila, contro gli oltre 25mila in regione).
Dato negativo quello legato al comparto salute: più alta nel Cremonese è la mortalità per tumore, purtroppo da diversi anni, così come quella per demenza senile, probabilmente a causa dell’età media molto elevata che caratterizza la provincia.
Il tasso di occupazione, 69%, (sia nel Cremonese che nel resto della Regione) è piuttosto elevato rispetto alla media nazionale, di 10 punti inferiore. Allo stesso modo il tasso di disoccupazione è più basso che nel resto del Paese.
Bene anche la situazione della disabilità: la provincia di Cremona ha mediamente un maggior numero di disabili, ma allo stesso tempo è più elevato il numero delle scuole prive di barriere architettoniche. Positivo anche il dato sul volontariato: le istituzioni no profit sono 61,6 ogni 10mila abitanti, contro le 50,7 italiane e le 47,5 lombarde.
Confortanti i dati sulla sicurezza: i delitti sono infatti più bassi sia della media regionale che di quella Lombarda. Dall’altra parte, però, i morti in incidenti sono invece più elevati.
L’evento è stato organizzato in occasione della Quinta Giornata italiana della statistica e della seconda Giornata Mondiale della Statistica, indetta dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, avente come tema di riferimento “better data, better lives” “La buona statistica migliora la vita”.
Il convegno è stato pensato nell’ottica di fornire un supporto ai Comuni e agli enti del territorio sulle novità introdotte dal “Censimento continuo della popolazione” e sui progetti nati in questi ultimi anni per facilitare l’analisi dei dati a sostegno delle politiche locali (progetto Archimede, 8milacensus, Sistan Hub, BES delle province).
I DATI NEL DETTAGLIO
Salute. Il profilo di benessere della provincia di Cremona è per molti indicatori in linea con i dati registrati a livello nazionale e regionale.
E’ così per esempio per la speranza di vita alla nascita che a livello nazionale e provinciale ha gli stessi valori, mentre il dato medio regionale aumenta leggermente. Un maschio che nasce nell’area cremonese ha un’aspettativa di vita media di 79,7 anni, del tutto simile all’aspettativa di vita dei maschi italiani (79,8), mentre una bambina ha un’aspettativa di vita di 84,4 anni, in linea con la media nazionale (84,6). Le cause di mortalità della popolazione considerate sono diverse e si riferiscono a fenomeni legati ad eventi e malattie.
Il tasso di mortalità infantile, che misura i decessi nel primo anno di vita, a Cremona nel 2012 raggiunge i 2,9 decessi ogni 1.000 bambini nati ed è simile al dato nazionale e di poco superiore a quello regionale.
Il tasso di mortalità per cause legate ad incidenti di trasporto, nella popolazione tra 15 e 34 anni, è leggermente inferiore sia al dato regionale che nazionale e raggiunge un valore pari a 0,7 persone ogni 10.000 abitanti.
Più critica appare invece la situazione riguardo la mortalità per tumore nella popolazione tra 20 e 64 anni. A Cremona i decessi per tumore sono più elevati della media lombarda e di quella nazionale e si assestano intorno alle 9,8 persone ogni 10.000 abitanti.
Il numero di decessi per demenza senile nella popolazione oltre i 65 anni, malattia tipica dell’età avanzata e conseguenza dell’aumento dell’invecchiamento della popolazione, è più elevato a Cremona rispetto al dato regionale e nazionale ed è pari a 30 persone ogni 10.000 abitanti. Anche il tasso di mortalità per suicidio, pari a 0,9 persone ogni 10.000 abitanti è più elevato a Cremona rispetto a Lombardia e Italia (0,7).
Istruzione e formazione. Buono è il livello di istruzione in provincia di Cremona: i giovani che hanno abbandonato precocemente gli studi, ovvero le persone tra 18 e 24 anni che hanno conseguito solo la licenza media e non sono inserite in un programma di formazione, sono meno della media nazionale e di quella lombarda.
Anche i residenti tra 15 e 64 anni con istruzione poco elevata, che hanno cioè raggiunto al massimo la licenza media, sono meno che in Lombardia e in Italia. I ragazzi tra i 14 e i 18 anni iscritti a una scuola secondaria sono il 100,5% dei residenti della stessa fascia d’età, valore di molto superiore al dato regionale (87,2%) e nazionale (94,7%). E’ invece inferiore al dato regionale e a quello nazionale sia la percentuale di giovani iscritti all’università, pari al 31,2% dei residenti, che la percentuale di studenti iscritti ai corsi di laurea in discipline tecnico-scientifiche, che è l’8,2% dei residenti, contro il 8,8% della Lombardia e il 10,0% dell’Italia.
Per quanto riguarda le competenze, i punteggi medi ottenuti dagli studenti cremonesi di seconda superiore nelle prove Invalsi dell’anno 2014 mostrano una competenza numerica superiore sia alla media nazionale che regionale e una competenza alfabetica superiore a quella nazionale e di poco inferiore a quella regionale.
La percentuale di persone in formazione permanente, ovvero che hanno frequentato corsi di istruzione o di formazione nella 4 settimane precedenti l’intervista, nel 2013 sono state il 6,8%, dato leggermente inferiore sia al dato nazionale (7,4%) che regionale (8,3%).
Lavoro e conciliazione dei tempi di vita. Il tasso di mancata partecipazione al lavoro che rileva gli scoraggiati, quelle persone cioè che vorrebbero lavorare, ma non svolgono attività di ricerca, in provincia di Cremona nel 2014 è pari al 12,6%, un valore poco più basso di quello regionale, ma molto più basso di quello nazionale (meno 10,3 punti percentuali). La differenza di genere nel tasso di mancata partecipazione al lavoro evidenzia che le donne sono più scoraggiate degli uomini nella ricerca del lavoro, anche se in provincia di Cremona questa differenza è meno marcata di quella rilevata a livello nazionale.
Molto confortanti sono i dati relativi all’occupazione e alla disoccupazione. Nel 2014 il tasso di occupazione in provincia di Cremona è pari al 69,3%, dato simile a quello regionale, ma molto più elevato di quello nazionale (più 9,4 punti percentuali). La differenza di genere nel tasso di occupazione, che vede favoriti gli uomini rispetto alle donne, è invece maggiore a Cremona rispetto a Lombardia e Italia.
Anche il tasso di occupazione giovanile, pari al 38,4%, si attesta su livelli più elevati rispetto a quello regionale e nazionale, ma mentre la differenza è minima col valore medio regionale, è molto elevata con quello nazionale (più 10 punti percentuali).
In linea con questi dati troviamo anche il tasso di disoccupazione che si posiziona su valori più bassi rispetto a quelli di Lombardia e Italia (7,7%), mentre il tasso di disoccupazione giovanile (21,3%) è poco più alto di quello regionale, ma molto più basso di quello nazionale (meno 10 punti percentuali).
Infine per quanto riguarda la sicurezza sui posti di lavoro, i dati del territorio cremonese rilevano una situazione peggiore rispetto a quella nazionale o regionale. Il rischio, nel territorio cremonese, di rimanere vittima di un incidente sul lavoro, anche grave, è superiore a quello del resto d’Italia: 27,2 infortuni sul lavoro ogni 1.000 addetti contro i 24 a livello nazionale.
Benessere economico. Il reddito lordo disponibile familiare medio nel 2012 è simile al dato nazionale, ma è inferiore a quello regionale: a Cremona si attesta sui 40.514 euro, quello medio nazionale sui 40.191 euro e quello medio regionale sui 45.808 euro.
Dal punto di vista del reddito da retribuzione, la situazione dei cittadini cremonesi è migliore rispetto a quella dei cittadini italiani, ma non lombardi. Infatti mentre la retribuzione media annua dei lavoratori dipendenti del territorio cremonese è di 22.391 euro, in Italia è di 21.103 e in Lombardia di 25.596 euro Anche la ricchezza, ovvero il patrimonio familiare medio, nel 2013 raggiunge un valore molto più elevato di quello nazionale, ma più basso di quello regionale e pari a 411.000 euro
L’importo medio annuo delle pensioni (17.223 euro) è leggermente superiore al dato nazionale, ma inferiore a quello regionale. E’ invece migliore la situazione dei pensionati con pensioni di importo basso, cioè inferiore ai 500 euro lordi, che a Cremona sono il 7,7%.
La differenza di genere nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti, vede sfavorite le donne cremonesi in misura maggiore rispetto alle donne italiane, ma non a quelle lombarde. Invece la differenza tra generazioni nella retribuzione media dei lavoratori dipendenti è migliore rispetto a quella rilevata in Lombardia e in Italia.
Infine, gli indicatori di disagio economico considerati, ovvero i provvedimenti di sfratto emessi e il tasso di ingresso in sofferenza dei prestiti bancari delle famiglie, mostrano per Cremona una situazione peggiore rispetto a quella nazionale e regionale
Relazioni sociali. L’integrazione scolastica degli alunni disabili in provincia di Cremona si attesta su valori superiori alla media nazionale e regionale. Gli alunni disabili che frequentano le scuole sono il 3,3% degli iscritti totali contro il 2,8% registrato a livello nazionale.
La buona integrazione degli alunni disabili è probabilmente dovuta anche alla presenza di strutture scolastiche più adatte ad accoglierli. In provincia di Cremona gli indicatori riguardanti la capacità degli edifici scolastici di accogliere positivamente hanno valori superiori a quelli nazionali e regionali: il 36,3% degli edifici scolastici cremonesi (scuole primarie e secondarie di 1° grado, statali e non statali), hanno percorsi privi di barriere architettoniche, contro il 23,6% degli edifici scolastici italiani e il 30,9% di quelli regionali.
Se si considerano invece gli edifici scolastici che hanno accessibilità solo per i percorsi interni o esterni, la percentuale si abbassa al 3,8% e 0,6% .
Per quanto riguarda le acquisizioni di cittadinanza italiana, in provincia di Cremona hanno richiesto la cittadinanza il 3,1% degli stranieri presenti sul territorio, come in Lombardia, mentre in Italia la percentuale è stata minore.
Dagli indicatori relativi alla partecipazione sociale e civile, emerge in provincia di Cremona una presenza elevata di volontari pari al 13,0% dei residenti con più di 14 anni, contro il 10% di Lombardia e Italia. Allo stesso modo anche le istituzioni non profit sono più diffuse a Cremona che in Italia e in Lombardia e sono in media 61,6 ogni 10.000 abitanti, contro le 50,7 dell’Italia e le 47,5 della Lombardia.
Le cooperative sociali sono invece un po’ meno diffuse che in Italia, in media 2 ogni 10.000 abitanti, in linea con la situazione lombarda.
Politica e istituzioni. Sul territorio provinciale, la partecipazione dei cittadini alle elezioni europee dell’anno 2014 e alle elezioni regionali dell’anno 2013 è stata superiore a quella regionale e nazionale: per le elezioni europee hanno votato il 70,9% dei cremonesi aventi diritto contro il 58,7% degli italiani e il 66,4% dei lombardi, mentre per le elezioni regionali il 78,3% degli aventi diritto contro il 52,0% degli italiani e il 76,7% dei lombardi.
Per quanto riguarda la capacità delle istituzioni di far partecipare donne e giovani alla vita politica, si evidenzia sul territorio cremonese una maggiore capacità di essere incisivi, rispetto alla media rilevata nei comuni della Lombardia e dell’Italia: nel 2014 il 30,5% degli amministratori comunali sono donne, contro il 26,6% rilevato a livello nazionale e il 34,6% sono giovani al di sotto dei 40 anni, mentre a livello nazionale sono il 32,0%.
Per quanto riguarda il grado di finanziamento interno degli enti locali territoriali, dai bilanci dell’anno 2012 emerge che la Provincia di Cremona ha un buon grado di finanziamento interno che supera i valori medi delle Province lombarde e di quelle italiane, mentre i Comuni cremonesi hanno un grado di finanziamento interno superiore alla media dei Comuni italiani, ma inferiore alla media dei Comuni lombardi.
Per quanto riguarda invece la capacità degli enti locali territoriali di reperire risorse attraverso la riscossione dei tributi dovuti, risulta che la Provincia di Cremona ha una capacità di riscossione minore di quella calcolata in media per le altre province lombarde e italiane, mentre i comuni cremonesi hanno una buona capacità di riscossione che supera quella media dei comuni italiani e lombardi.
Sicurezza. Il tema della sicurezza è tra quelli maggiormente sentiti dalla popolazione. Per valutarla sono stati considerati due aspetti: la criminalità e la sicurezza stradale.
Gli indicatori individuati per inquadrare il fenomeno della criminalità evidenziano sul territorio provinciale un livello di criminalità molto basso rispetto a quello rilevato a livello nazionale e regionale. In particolare nel 2013 il tasso di omicidi in provincia di Cremona è pari a zero, i delitti denunciati sono 412,2 ogni 10.000 abitanti, i delitti violenti denunciati sono 19,7 ogni 10.000 abitanti e quelli diffusi denunciati 215,5 ogni 10.000 abitanti; dati inferiori a quelli nazionali e marcatamente inferiori a quelli regionali, anche se va considerata la diversa propensione a denunciare i reati minori, che varia territorialmente.
Per quanto riguarda la sicurezza stradale, nell’anno 2013 le strade del territorio provinciale risultano più pericolose delle altre strade italiane. La percentuale di decessi in provincia di Cremona è più elevata di quella nazionale e regionale: il numero di morti per 100 incidenti stradali sulle strade statali e provinciali è di 2,3, mentre a livello nazionale la media è di 1,9 e a livello regionale di 1,3.
Anche il dato sull’incidentalità extra urbana evidenzia una situazione peggiore delle strade del territorio provinciale, che raggiunge il valore di 5,7 decessi per 100 incidenti stradali, contro i 4,6 dell’Italia e i 3,8 della Lombardia.
Paesaggio e patrimonio culturale. L’area cremonese, come tutto il territorio del nostro Paese, si caratterizza per la presenza di aree di rilevante interesse storico, archeologico e paesaggistico. Gli indicatori scelti per valutare il patrimonio culturale considerano diversi aspetti: il tessuto urbano storico, i parchi urbani, la consistenza delle strutture museali e i loro visitatori.
In provincia di Cremona il 76,4% degli edifici costruiti prima del 1919 e che costituiscono tessuto urbano storico, è conservato in buone condizioni. La percentuale è più alta di quella rilevata a livello regionale (73,9%) e nazionale (71,8%).
Nel comune di Cremona la densità di verde storico e di parchi urbani di notevole interesse pubblico, calcolata sul totale della superficie urbana del Comune, è il 2,2% ed è inferiore al valore regionale (6,9%) e nazionale (5,1%).
Per quanto riguarda l’offerta museale, secondo i dati del Ministero delle attività e dei beni culturali, sul territorio provinciale vi sono 6 strutture museali fruibili ogni 100.000 abitanti che superano di poco il valore medio regionale (4 ogni 100.000 abitanti), ma non quello nazionale (8 ogni 100.000 abitanti).
l numero medio di visitatori delle strutture museali fruibili è invece inferiore al numero medio di visitatori dei musei italiani e regionali. Nel 2011 i visitatori delle strutture museali provinciali sono stati 5.087 ogni 10.000 abitanti, in Lombardia quasi il doppio (9.456 ogni 10.000 abitanti) e in Italia più del triplo (17.491 per 10.000 abitanti).
Ambiente. I temi scelti per valutare la situazione dell’ambiente sono tre: la qualità ambientale, l’utilizzo delle risorse e la sostenibilità ambientale.
Gli indicatori che misurano la qualità ambientale non mostrano una situazione ottimale in provincia di Cremona. Nel comune capoluogo nel 2013 i giorni in cui si è superato il limite di inquinamento dell’aria (PM10) sono stati 73, molti di più della media italiana (44 giorni). La disponibilità di verde urbano misurato nel comune capoluogo è pari a 31,1 mq per abitante ed è inferiore, seppur di poco, alla media nazionale (32,2 mq per abitante).
Gli indicatori di utilizzo delle risorse ambientali evidenziano invece una situazione migliore. Nel comune di Cremona il consumo di energia elettrica per uso domestico è stato nel 2013 di poco superiore al consumo medio nazionale, ma inferiore a quello regionale e nel 2012 in provincia l’utilizzo giornaliero di acqua potabile è stato più basso del consumo medio regionale e nazionale.
Riguardo alla sostenibilità ambientale, si hanno ottimi risultati per quanto riguarda la diffusione di piste ciclabili. I km di piste ciclabili rilevati nel comune capoluogo sono il quadruplo di quelli rilevati a livello nazionale: 76,6 Km di piste ciclabili per kmq di superficie comunale, contro i 18,9 presenti in media sul territorio nazionale.
Inferiore ai valori nazionali e regionali è l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili: il 23,6% dell’energia prodotta in provincia di Cremona proviene da fonti rinnovabili, contro il 26,4% in Lombardia e il 38,3% in Italia
Ricerca e innovazione. Dai dati della dimensione “ricerca e innovazione” emerge come nel territorio cremonese non sia diffusa la vocazione all’innovazione e allo sviluppo soprattutto nei settori ad alta specializzazione tecnologica.
Infatti, nonostante la propensione alla brevettazione evidenzi un elevato numero di domande di brevetto presentate delle imprese cremonesi, l’incidenza dei brevetti nei settori innovativi delle tecnologie avanzate (high-tech), delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (Ict) e delle biotecnologie è molto più bassa della media nazionale e regionale.
Precisamente, nel 2010 in provincia di Cremona sono state presentate 146,5 domande di brevetto per milione di abitanti, contro le 132,8 regionali e le 75,2 nazionali, ma la percentuale di brevetti nel settore delle tecnologie avanzate è stata solo lo 0,6%, nel settore dell’Ict il 6,5% e nel settore delle biotecnologie lo 0,3%.
La stessa situazione si riscontra nelle scelte degli studenti universitari. La disponibilità di nuovi laureati in discipline tecnico-scientifiche, risorse essenziali per le attività di ricerca e sviluppo, è inferiore anche se di poco a quella nazionale e regionale. In provincia di Cremona i residenti che nel 2012 hanno conseguito una laurea in discipline tecnico scientifiche sono stati il 6,9%, che diventa l’11,5% se si considerano anche le lauree specialistiche.
Coerente con questo quadro è il dato relativo alla percentuale di imprese con attività principale nei settori manifatturieri ad alta intensità di tecnologia e nei servizi ad alta intensità di conoscenza. Sono il 26,4% le imprese cremonesi che operano in settori ad alta intensità tecnologica, contro il 28,2% delle imprese italiane e il 31,3% di quelle lombarde.
Qualità dei servizi. Gli indicatori scelti per valutare la qualità dei servizi pubblici o di pubblica utilità evidenziano sul territorio cremonese una situazione migliore di quella rilevata a livello nazionale.
Per i servizi socio-sanitari, i bambini da 0 a 2 anni che hanno usufruito di asili nido o micronidi nel 2012 sono stati il 16,6%, una percentuale abbastanza elevata se si considera che la media nazionale è stata del 13,5% e quella regionale del 17,5%. Anche l’offerta ospedaliera sembra soddisfare l’utenza di riferimento territoriale: infatti solo il 3,2% dei cremonesi ricoverati si rivolge a strutture sanitarie di altra regione, contro il 6,3% della media nazionale.
Molto positiva è la situazione relativa ai servizi di pubblica utilità. Nel 2013 il numero medio di interruzioni elettriche senza preavviso è stato più basso di quello registrato in Italia e in Lombardia e la percentuale di raccolta differenziata dei rifiuti urbani è stata molto più elevata di quella regionale e nazionale: il 60,8% in provincia di Cremona, contro il 53,3% della media regionale e il 42,3% di quella nazionale.
Sul tema della mobilità gli indicatori evidenziano una rete di trasporto pubblico carente per quanto riguarda l’offerta per 1.000 abitanti. I posti-km offerti ogni mille abitanti dal trasporto pubblico locale del comune capoluogo sono 1,3, inferiori ai dati medi nazionali (4,6) e regionali (9,2). Invece la densità di linee urbane di trasporto pubblico locale per 100 kmq nei capoluoghi di provincia, pari a 192,2 km, è più elevata del valore medio nazionale, ma non regionale.
Nel 2014 si registrano valori positivi anche per il sovraffollamento delle carceri. Nel territorio cremonese la percentuale di detenuti presenti negli istituti di detenzione è inferiore alla capienza regolamentare: per 100 posti disponibili ci sono 88,9 detenuti, mentre sono 129,0 in media in Lombardia e 108,3 in Italia.
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