Cronaca

Protesta immigrati in viale T. e Trieste per il no a rilascio status rifugiati

 

foto Sessa

AGGIORNAMENTO – A mezzogiorno la situazione è tornata alla normalità alla Casa dell’Accoglienza, da dove alle 9 di questa mattina una quarantina di ospiti si sono riversati su viale Trento e Trieste ostruendo il traffico e gridando contro la burocrazia che sta impedendo loro di lasciare Cremona e in molti casi l’Italia.

LA RICOSTRUZIONE DELLA QUESTURA (m.f.) – Diversi equipaggi sono stati fatti convergere in zona. Tra la Casa dell’Accoglienza, in viale Trento e Trieste, e piazza Libertà, polizia, carabinieri e polizia municipale. Dalla Questura inviato anche personale della Digos e della Squadra mobile per capire cosa stesse accadendo ed evitare disagi. Il gruppo di migranti è stato contenuto a ridosso dell’ingresso della piazza, senza particolari tensioni, per evitare che arrivasse in mezzo all’incrocio. La protesta è stata gestita e si è chiusa in un tempo relativamente breve, senza che quindi si rendesse necessario fermare il traffico, spiegano dagli uffici della Questura. Assieme agli operatori delle forze dell’ordine, per cercare di raffreddare gli animi, è intervenuto anche personale della Casa dell’accoglienza. Dalle informazioni raccolte fin qui dalla Questura l’origine della protesta è da ricercare nel diniego allo status di rifugiato ricevuto da alcuni ospiti: tra la loro posizione personale e il timore di altri ospiti di vedersi negato il permesso si è diffuso il malcontento e si è sviluppata la protesta. I migranti sono poi stati indirizzati verso il lato del marciapiede su cui è situata la Casa dell’accoglienza e in questa fase si è vissuto qualche attimo di tensione, con qualche spintone, ma tutto è rientrato rapidamente. Successivamente, al ritorno del gruppo nella struttura della Caritas, le forze dell’ordine hanno cercato di capire meglio l’origine della protesta e hanno fornito chiarimenti sulle procedure per i migranti. Personale della Questura ha spiegato che uno degli elementi da considerare per il riconoscimento dello status di rifugiato, per ottenere la protezione umanitaria, è il Paese di provenienza, e che comunque le domande vengono esaminate singolarmente: “Se un soggetto non proviene da contesti con scenari di guerra o con discriminazioni, potrebbe essere classificato come migrante economico. La nazionalità è uno degli elementi da prendere in esame ma in ogni caso le domande vengono poi valutate singolarmente”. Chiarita la situazione, gli animi si sono calmati. La Questura evidenzia che l’attenzione è massima sulla questione.

LA CARITAS – “La sensazione è che qualcuno possa essere intervenuto dall’esterno della struttura”, ci spiega a fine mattinata, don Antonio Pezzetti, responsabile di Caritas. “Dopo averli convinti a rientrare, ho chiesto loro se si rendevano conto di quello che avevano fatto e del cartello che avevano portato in giro (protesta per la negazione dei documenti, ma anche due parole ingiuriose verso la Caritas, ndr). ‘Vi rendete conto che i giornali pubblicheranno le foto con quel cartello?’, gli ho chiesto. ‘Avete ragione ad essere esasperati, ma c’è modo e modo per dirlo, ci sono associazioni che lavorano anche per voi’. Adesso mi sembra che abbiano capito la situazione, che occorre avere pazienza e che azioni dimostrative come questa non servono a nulla”.

Il motivo scatenante la rabbia degli immigrati non sta tanto nei ritardi nel rilascio dei documenti quanto nella velocizzazione delle pratiche. “Da quando è entrata in funzione la Commissione territoriale di Brescia – spiega ancora don Antonio – i tempi si stanno  accorciando e stanno arrivando anche molti rifiuti alle richieste di permesso di soggiorno. Dopo un anno che sono qui, questi si aspettano il benestare per poter cominciare a lavorare e invece, non essendo riconosciuti come rifugiati, ma come migranti economici, si vedono respinta la richiesta. Il loro pensiero va alle famiglie che hanno lasciato e vogliono lavorare”. La situazione insomma, anche a Cremona, rischia di sfuggire di mano, anche in relazione alla complicata gestione europea dei permessi.

LA CRONACA DELLA MATTINATA – Il gruppo dei migranti, una volta uscito dalla casa dell’Accoglienza,  si è diretto verso piazza Libertà, mentre a fare da cordone soppraggiungeva un ingente dispiegamento di forze dell’ordine: Polizia, Digos, Carabinieri, Polizia Locale. Si è arrivati quasi allo scontro fisico attorno alle 10 al semaforo di Viale Trento  e Trieste di piazza Libertà quando le forze dell’ordine hanno respinto l’avanzata del corteo. L’intervento degli uomini della Digos ha evitato che la situazione degenerasse e ha consentito il rientro del gruppo alla casa dell’Accoglienza attraverso via Stenico. Ghanesi, nigeriani, maliani, in Italia anche da 24 mesi e che non ce la fanno più a trascinare le giornate nell’attesa di documenti per l’espatrio. “Non vogliamo pasta e riso, vogliamo i documenti” si legge in uno dei cartelli portati in manifestazione.

g.biagi 

IL VIDEO DEL RIENTRO DOPO LA MANIFESTAZIONE

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