Testamento biologico, registro è risposta a esigenze non ignorate
L’approvazione del regolamento comunale per il registro dei testamenti biologici, approvato venerdì in commissione trasparenza, servirà ad archiviare, presso i servizi demografici del comune di Cremona, i nominativi di tutte quelle persone che volontariamente scelgono di mettere per iscritto, in forma preventiva, la propria volontà di essere o non essere sottoposti a determinate cure nel momento in cui si trovino in condizioni di malattie o traumatismi celebrali che determinino una perdita di coscienza definibile come permanente o irreversibile.
Si tratta di un’importante novità che si rende necessaria in vista dell’evoluzione della scienza medica e della contestuale maggiore attenzione e sensibilità verso argomenti delicati che richiedono la massima attenzione e cautela. A tale proposito, e a seguito di alcune opinioni manifestate sulla stampa locale, preme precisare che l’istituzione del registro non interviene sul dibattito in merito alla legittimazione della pratica dell’eutanasia, pratica che, si ricorda, è condannata dal nostro codice penale. Art. 579: “chiunque cagiona la morte di un uomo, con consenso di lui, è punito con la reclusione da sei a quindici anni”.
Alimentare una confusione tra i due diversi piani significa voler coscientemente portare la questione sul piano dello scontro, con l’unica certezza di non essere d’aiuto per le persone.
Tramite il registro, infatti, si vuole consentire alle persone di avvalersi di uno strumento in grado di certificare la loro volontà in merito ai trattamenti sanitari, con speciale riguardo a quei trattamenti cui può essere sottoposta una persona in caso di malattia che lo porti a perdita di coscienza permanente o irreversibile. Ciascuno di noi è giustamente convinto di poter liberamente decidere in merito alla propria salute e ciascuno di noi decide in perfetta coscienza ciò che è meglio per la propria salute. Art. 32 Cost. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Tramite il registro le persone che intendono farlo possono esplicitare le “cure a cui sottoporsi o non sottoporsi” con riferimento al momento in cui una manifestazione cosciente del consenso (o del dissenso) non sia possibile. Dunque, si tratta unicamente di manifestare in via preventiva la propria volontà in materia di trattamenti sanitari e cure di fine vita, come è anche previsto dal Codice deontologico medico: art. 16, Consenso e dissenso informato: “…Il medico non intraprende né prosegue in procedure diagnostiche e/o interventi terapeutici senza la preliminare acquisizione del consenso informato o in presenza di dissenso informato”.
Si tratta, dunque, di uno strumento in più, il quale implica un’azione libera e volontaria che non ha implicazioni su chi la pensi diversamente e non si voglia avvalere del registro.
Allo stesso tempo, il fondamentale rispetto per le persone impone di riconoscere rilevanza alla volontà consapevole e manifestata nelle sedi appropriate, così come, ancora una volta, ci conferma il codice deontologico medico: art. 38, Dichiarazioni anticipate di trattamento.
“Il medico tiene conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento espresse in forma scritta, sottoscritta e datata da parte di persona capace e successive a un’informazione medica di cui resta traccia documentale. La dichiarazione anticipata di trattamento comprova la libertà e la consapevolezza della scelta sulle procedure diagnostiche e/o sugli interventi terapeutici che si desidera o non si desidera vengano attuati in condizioni di totale o grave compromissione delle facoltà cognitive o valutative che impediscono l’espressione di volontà attuali”.
Com’è evidente l’istituzione del registro non rappresenta affatto un’estemporanea iniziativa, ma costituisce il necessario portato di esigenze manifeste e pienamente degne di ogni attenzione. Si tratta di responsabilità nuove rispetto al passato, ove forse vi erano diverse sensibilità e un diverso grado di evoluzione della tecnica medica, responsabilità che ci interpellano e alle quale non possiamo e non vogliamo sottrarci.
Michele Bufano
Consigliere Comunale Fare nuova la città
Presidente della COMMISSIONE TRASPARENZA, ANTICORRUZIONE, ANTIMAFIA E PROGETTI EUROPEI