Politica

Sottopasso di via Brescia, il Consiglio comunale diventa una farsa

“Nemmeno il Tar Brescia forse oggi ha lavorato tanto come noi, sui cavilli giuridici. Stiamo scoprendo tante lacune nel regolamento”.  Il segretario del consiglio comunale, Pasquale Criscuolo, condensa così, alle 18,30, il senso di una seduta consigliare tutta imperniata su mozioni ed interrogazioni  datate, che i gruppi di minoranza avrebbero voluto rimandare, per poter discutere invece di due mozioni depositate solo da poco, riguardanti il sottopasso di via Brescia e l’avvicendamento del diretttore generale a Cremona Solidale. Due temi caldi del dibattito politico, per i quali i consiglieri di minoranza di Forza Italia, Ncd, Obiettivo Cremona, M5S e Zanardi del Gruppo Misto hanno chiesto di modificare l’ordine del giorno dando la precedenza, con procedura d’urgenza, a due mozioni depositate negli ultimi giorni. Due temi palesemente più caldi del dibattito politico e con implicazioni polemiche ben più rilevanti. La discussione sull’ammissibilità della richiesta è andata avanti per la prima ora della seduta, arrivando alla doppia votazione che ha bocciato il cambiamento dell’ordine del giorno. Sul finale, altro colpo di scena. Il consigliere di Ncd Federico  Fasani presenta un emendamento integrale ad un’altra sua mozione, riguardante il corteo degli antagonisti del 24 gennaio (richiesta di rimozione degli amministratori di Sel, partito che aveva appoggiato l’iniziativa). Il contenuto è ancora una volta il sottopasso di via Brescia. “L’emendamento non è accoglibile – ha spiegato una tesissima presidente del consiglio Simona Pasquali –  perchè  va a cambiare tutto l’argomento della precedente mozione e va ad emendare un testo, sostituendone addirittura l’oggetto”. A questo punto, Pasquali ha dato lettura degli oggetti di tutte le mozioni in attesa di essere discusse, anche quelle non inserite nell’ordine del giorno, e tutte rimandate da parte dei proponenti di minoranza, in modo da arrivare il più presto possibile alla discussione della mozione sul sottopasso. Una lettura che è andata avanti per una decina di minuti, contrappuntata da battute ironiche di alcuni consiglieri (in particolare Everet: ‘Mi dispiace, non son preparato’) e con la pazienza di Pasquali ormai al limite. Almeno una ventina gli oggetti rimandati, fino a che l’elenco è arrivato alla famosa mozione sul sottopasso ferroviario, testo illustrato da Fasani cinque minuti prima delle 19 (leggi qui).

Sull’andamento della prima parte del consiglio, arriva a metà pomeriggio una nota del gruppo consiliare del Partito Democratico, in cui si “stigmatizza l’atteggiamento dell’opposizione che proprio nel corso della seduta in cui, come deliberato dall’ufficio di Presidenza, si sarebbe dovuto procedere alla trattazione di numerosi oggetti giacenti all’ordine del giorno ha rallentato i lavori chiedendo con argomentazioni pretestuose di anticipare alcune mozioni relative alla vicenda della nomina del Direttore Generale di Cremona Solidale ed all’apertura del sottopasso di via Brescia. I consiglieri di maggioranza hanno respinto la proposta ritenendo che questa destituisse di ogni valore il lavoro dell’ufficio di Presidenza che un paio di giorni prima aveva licenziato un ordine di trattazione e che per rispetto dei ruoli istituzionali non spetti alla minoranza dettare l’agenda dei lavori del consiglio comunale. Lungi da noi l’intenzione di sottrarci ad un confronto franco sui temi oggetto delle mozioni di cui si richiedeva l’anticipazione, resta la convinzione che non vi fosse quel carattere di eccezionale urgenza che avrebbe ragionevolmente meritato un anticipo della trattazione. Resta l’imbarazzo perché, sebbene la minoranza abbia sostenuto di voler trattare gli argomenti maggiormente a cuore dei cremonesi, di fatto  il Consiglio ha discusso oltre un’ora su regolamenti ed interpretazione di norme, argomenti di sicura importanza ma di relativo interesse per i cittadini e fuori dalle competenze del Consiglio stesso. Concludiamo precisando che se la Minoranza  continua a lamentarsi per l’accumulo di lavori giacenti si dovrebbe forse comportare di conseguenza, cioè accelerando le discussioni, non piegandosi a discussioni formali e pretestuose”.

g.biagi

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