Per i lavoratori Tamoil torna l'incubo: quattro licenziati in tronco
Doccia fredda per quattro lavoratori della Tamoil, che oggi a mezzogiorno hanno ricevuto la comunicazione aziendale di licenziamento. Due addetti alla portineria e due al deposito, entrambi settori strategici per l’ex raffineria: nel primo caso si tratta degli impiegati che fanno le accettazioni di camion e autobotti, mentre il deposito rappresenta evidentemente il cuore dello stabilimento. In tutti i casi, persone di oltre cinquant’anni, con figli e famiglia, che inaspettatamente si sono visti licenziare secondo la procedura prevista dalla legge Fornero del “giustificato motivo oggettivo”. Un licenziamento individuale, non collettivo (che scatta da 5 persone in su), che ha reso possibile la comunicazione diretta ai dipendenti senza passare attraverso i sindacati. La decisione aziendale è operativa da subito e persino i badge sono subito stati ritirati.
Una procedura di questo tipo si applica, dice la legge, “per ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa”. Costituiscono, in particolare, giustificato motivo oggettivo la crisi dell’impresa, la cessazione dell’attività o anche solo il venir meno delle mansioni cui è assegnato il lavoratore, senza che sia possibile il suo ricollocamento in altre mansioni esistenti in azienda e compatibili con il suo livello di inquadramento. La riforma del mercato del lavoro attuata nel 2012 dal ministro Fornero ha ridotto sensibilmente i reintegri (in caso di licenziamento illegittimo) introducendo una disciplina che invece di tutelare la stabilità del rapporto lavorativo, applica sanzioni modulate a seconda della gravità del vizio di licenziamento. I sindacati confederali di Cgil, Cisl e Uil hanno reagito con durezza: otto ore di sciopero lunedì prossimo, 21 settembre, e assemblea a partire dalle 16, oltre alla chiusura delle relazioni sindacali con l’azienda.
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