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Aem in cerca di un advisor per ristrutturare il debito Fusione Lgh-A2A, si avvicina l'ora delle scelte

foto Sessa

Aem Spa si attrezza per i cambiamenti radicali nell’aria ormai da tempo, in termini di strategie industriali e operazioni societarie. Non irrilevante, in questa fase, è anche la ricerca, attraverso una gara europea, di un nuovo advisor finanziario per l’assistenza in materia di “rinegoziazione dei contratti con i soggetti finanziatori, al fine di renderli coerenti con il piano industriale, economico e finanziario della società”. Sullo sfondo c’è la necessità di ristrutturare il debito da circa 100 milioni, dichiarato pubblicamente poco tempo dopo il suo ingresso dal presidente Aem Massimo Siboni, uno degli elementi chiave nelle trattative di questi mesi con i possibili partner. Il bando di gara europea, pubblicato pochi giorni fa dall’Azienda, prevede una durata di contratto di un anno, dal 1 novembre 2015 al 30 novembre 2016, per un importo stimato di 255mila euro. Termine di presentazione offerte il 12 ottobre.

Il tempo intanto stringe per la definizione della trattativa tra Lgh (di cui Aem Cremona detiene oltre il 30%) e A2A, la multiutility dei comuni di Milano e Brescia che punta a creare un colosso tutto lombardo, in linea tra l’altro con le direttive provenienti dal governo Renzi. La fine di settembre sembra essere la deadline, stavolta davvero definitiva, per il tavolo di lavoro tra le due società finalizzato a capire le reali possibilità di partnership. La prima lettera  congiunta di intenti, che fissava la durata del tavolo a due mesi, era datata 8 giugno; termine poi spostato  al 30 settembre. Certo è che la partnership (oppure la quotazione in Borsa di Lgh), sembra essere una strada obbligata, stando al pressing di Roma. “Di sicuro – scriveva il 30 luglio l’inserto economico di Repubblica –  tutto il settore sta guardando con grande interesse a quello che sta avvenendo in Lombardia. Un coinvolgimento che arriva fino al Governo e da qui ai nuovi amministratori della Cassa Depositi Prestiti.
Se il matrimonio tra A2a e Lgh andasse in porto, potrebbe riaprirsi una nuova stagione di fusioni&aggregazioni su cui conta l’esecutivo guidato da Matteo Renzi. Con l’ultima legge di Stabilità, il Governo ha messo a disposizione delle aziende e dei Comuni una serie di incentivi per facilitare le operazioni. A cominciare dalla possibilità, per i sindaci, di utilizzare i fondi recuperati attraverso la vendita delle aziende controllate e/o partecipate al di fuori del patto di stabilità. Ma anche con la possibilità di vedersi allungare il periodo di concessione del servizio (nei settori idrico e rifiuti, in particolare) nel caso di fusioni tra più aziende. Misure studiate con l’obiettivo di sfoltire la giungla di partecipate degli enti locali (tra le 6 e le 8mila, a seconda delle caratteristiche prese in esame), in modo che diventino non più di un migliaio.

“Le trattative A2a-Lgh potrebbero così diventare un banco di prova per le nuove regole, ma allo stesso tempo misurare quanto il messaggio partito dal Governo sia stato recepito dalle amministrazioni locali”.

Cremona è dunque al centro di una complessa partita politico – economica, le cui conseguenze sono difficilmente prevedibili per il comune cittadino. Cremona ci guadagna o ci perde ad entrare  in un colosso quotato in borsa? Quanta voce in capitolo potrà avere un comune di meno di 70mila abitanti in una società da 3,6 miliardi di capitalizzazione? E il destino degli impianti industriali che costituiscono il patrimonio di Aem (vedi termocombustore) quanto dipenderà dagli indirizzi del Consiglio Comunale? O dalle pressioni dei piccoli, anche se agguerriti comitati ambientalisti?

g.biagi

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