Profughi negli ostelli finanziati dalla Regione, Rossi dice no 'A Rivarolo del Re tutto esaurito impossibile ospitarli'
AGGIORNAMENTO – “Prendo atto positivamente delle parole di Fabio Araldi dell’Ostello Breda di Rivarolo del Re ed Uniti, in provincia di Cremona, che mi annuncia il quasi tutto esaurito sempre per la struttura, per cui sarebbe impossibile ospitare stabilmente dei profughi”. Lo dichiara l’assessore regionale allo Sport e Politiche per i giovani della Regione Lombardia Antonio Rossi, che ieri si era già detto contrario al ventilato ricorso all’uso degli ostelli per l’ospitalità dei profughi. ”Ringrazio Araldi (che in passato è stato dirigente di Forza Italia provinciale, ndr) per la puntualizzazione e ribadisco che l’obiettivo di Regione Lombardia – sottolinea Rossi – è di avere una rete di ostelli in grado di soddisfare le esigenze turistiche dei molti giovani e delle persone che, a prezzi contenuti, vogliono visitare Expo e il territorio della Lombardia”.
Regione Lombardia ha finanziato il recupero di stabili per farli diventare ostelli per la gioventù, e adesso alcuni di questi potrebbero trasformarsi in comunità alloggio per ospitare i profughi. Anzi i clandestini, come li chiama la Lega Nord, che attraverso il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni sta contestando quotidianamente le politiche di accoglienza del Governo. Adesso, proprio due strutture ricettive che si sono avvalse di contributi regionali, quelle di Rivarolo del Re e di Solarolo Monasterolo, figurano nella lista delle disponibilità ad accogliere migranti come emerso dalla riunione di sindaci e Prefettura di martedì scorso. E non si è fatto attendere il commento dello stesso Maroni e dell’assessore regionale allo Sport e alle Politiche Giovanili Antonio Rossi. “Stop ai contributi dal Pirellone ai Comuni che usano gli ostelli per i clandestini, invece che per i nostri ragazzi”. Questo il tweet di Maroni, che interviene a proposito del ventilato ricorso all’utilizzo delle strutture destinate ai giovani lombardi, per ospitare invece gli immigrati già presenti o in arrivo su suolo padano.
A dare uno sfondo cremonese e nello specifico casalasco al cinguettio del governatore leghista, è l’intervento più articolato dell’assessore Rossi, che cita, su tutti, due casi di strutture ristrutturate anche grazie al contributo di Regione Lombardia e ospitanti clandestini, per l’appunto, gli ostelli di Solarolo Monasterolo, frazione di Motta Baluffi e Rivarolo del Re, al confine col mantovano.
“In questi anni – precisa Rossi – sono stati inizialmente stanziati 5 milioni di euro per riqualificare gli ostelli della gioventù. In seguito sono stati investiti 1,2 milioni di euro per il restauro di 20 strutture, oltre all’avvio di una campagna di comunicazione che ha coinvolto stampa, web, radio. E’ stata realizzata anche una cartina turistica della Lombardia che evidenzia una rete regionale composta di 79 ostelli”. Rossi sottolinea poi che “nell’ultimo anno la ricettività è aumentata del 19%, segno di investimenti andati a buon fine”. Da qui la presa di posizione: “Gli interventi promossi e finanziati dalla Regione devono soddisfare le finalità per le quali sono stati intrapresi”. Tradotto: gli ostelli, compresi quelli di Solarolo Monasterolo e Rivarolo del Re, ospitino i giovani lombardi, non gli immigrati.
Intanto, il clamore suscitato dal ‘caso Chieve’ sta avendo ripercussioni sul territorio: a Salvirola, altro comune cremasco, è stata approvata una mozione che chiede alla Prefettura di non procedere alla stipula di convenzioni con privati, senza prima aver consultato il Comune. E diffida i privati stessi dall’accogliere migranti, in assenza di un benestare del Comune stesso.
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