Tariffa rifiuti: famiglia di tre persone pagherà 57 euro in più rispetto a 2014
A pochi giorni dalla scadenza (posticipata dal Comune al 14 agosto) della prima rata Tari, doccia fredda sui cremonesi: siamo la seconda città d’Italia, insieme a Campobasso, con l’incremento di tariffa più elevato (secondi solo a Brindisi) tra 2014 e 2015: 57 euro in più per una famiglia-tipo di tre persone che vivono in un appartamento di 100 mq. Ci potrà consolare il fatto che Cremona resta una delle città meno care d’Italia per quanto riguarda la tassa sui rifiuti, almeno stando all’ultima elaborazione pubblicata dal Sole24Ore su dati Creef-Federconsumatori, e solo per quanto riguarda la categoria delle utenze domestiche. La famiglia – tipo considerata pagherà quest’anno 193 euro, 57 euro in più del 2014, un aumento del 41,9%. I brindisini per l’appunto vantano il primato italiano degli incrementi: 83 euro in più rispetto all’anno scorso.
Cremona sta nelle posizioni basse della classifica con tributo decrescente, 95esima su 104capoluoghi considerati; la media nazionale è di 287 euro a famiglia; i picchi si registrano a Cagliari (497 euro di Tari 2015), Salerno, 468, Reggio Calabria, 465. Dunque, se sotto il Torrazzo si paga relativamente poco rispetto al resto d’Italia, resta il fatto che la media nazionale dello scostamento 2014/2015 è appena di tre euro in più, con molti capoluoghi che sono riusciti a mantenere invariata la tariffa o addirittura ad abbassarla. Così sono riuscite a fare, ad esempio, le amministrazioni di Carbonia (-63 euro), Cagliari, (-35); Potenza (-26); Lecce (-27). Va ricordato che il Comune di Cremona ha spuntato dal gestore Aem (dal 1 luglio Linea Gestioni) un Piano finanziario con riduzione di costi per questo ed i prossimi anni. E la promessa dell’amministrazione Galimberti è che dal 2016 il costo per i cremonesi diminuirà, una volta che la raccolta differenziata sarà estesa a pieno regime a tutta la città e saranno abbattuti i costi sostenuti quest’anno per il lancio delle nuove modalità di raccolta rifiuti (circa 200mila euro).
g.b.
© RIPRODUZIONE RISERVATA