Cronaca

Si intossica con i farmaci di altri detenuti Algerino in ospedale

Un detenuto del carcere di Cremona è stato ricoverato in codice giallo in ospedale per un’intossicazione da farmaci assunti all’interno del penitenziario. A darne notizia è il Sappe, il Sindacato autonomo della polizia penitenziaria, che torna a denunciare le criticità e le problematiche dell’istituto di pena cremonese.
“Sembra che il detenuto, un algerino entrato nel marzo 2015 per reati connessi allo spaccio di droga e con fine pena 2017”, ha spiegato Donato Capece, segretario generale del Sappe, “abbia abusato del consumo di farmaci, ingerendo anche le terapie di altri detenuti e che quindi si sia intossicato. Si è dunque reso necessario portarlo all’ospedale. Il carcere di Cremona, dunque, sembra non avere pace ed è davvero incomprensibile che si continui a lasciarci alla guida un direttore provvisorio che non è titolare e che anzi ogni giorno viene accompagnato da autista e macchina di servizio dalla sua sede (Piacenza) a Cremona, con evidenti considerevoli spese per le casse dello Stato”. “Non sarebbe più logico”, si chiede Capce, “assegnare in pianta stabile un direttore e magari anche un nuovo comandante di reparto, viste le continue criticità all’organizzazione del lavoro dei poliziotti di Cremona ed il costante riproporsi di eventi critici dentro al penitenziario?”.
Capece ha sottolineato che “ai poliziotti penitenziari di Cremona va un grande plauso per quel che hanno fatto. La situazione nelle carceri, e a Cremona in particolar modo, resta allarmante: altro che emergenza superata! Dal punto di vista sanitario è semplicemente terrificante: secondo recenti studi di settore è stato accertato che almeno una patologia è presente nel 60-80% dei detenuti. Questo significa che almeno due detenuti su tre sono malati. Tra le malattie più frequenti, proprio quelle infettive, che interessano il 48% dei presenti. A seguire i disturbi psichiatrici (32%), le malattie osteoarticolari (17%), quelle cardiovascolari (16%), problemi metabolici (11%) e dermatologici (10%). Questo fa capire ancora di più come il servizio medico in carcere debba essere garantito sempre. Per fortuna delle istituzioni, gli uomini della polizia penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Cremona – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici”.

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