Cronaca

Migranti, 25 nuovi arrivi a Cremona Pochi comuni disposti ad accoglierli

Nella foto di repertorio, i profughi che alloggiano presso le ex scuole di Picenengo (foto Sessa)

Altri profughi provenienti dalle coste africane sono arrivati a Cremona nel pomeriggio di domenica. Un arrivo in sordina, in una città semideserta per ferie, per espletare le procedure di identificazione presso la Questura. Incerto il loro numero: 25, secondo don Antonio Pezzetti, direttore casa dell’Accoglienza, struttura ancora disponibile a fornire docce e abbigliamento ai nuovi arrivati, oltre al kit di accoglienza, ma non più a garantire alloggi, avendo registrato da tempo il tutto esaurito. Incerta anche la direzione che ha preso il gruppo: molto probabilmente alcuni sono stati dirottati presso strutture del Cremasco, come già avvenuto nei giorni scorsi e con strascichi polemici, a Chieve, dove l’accoglienza verrà gestita da un privato, senza che il sindaco – a suo dire – fosse stato avvertito. Di sicuro non non sono andati a Picenengo, dove i 26 posti messi a disposizione dal Comune di Cremona presso le ex scuole sono già esauriti.

Come noto, più volte il Prefetto ha fatto appello alla disponibilità di sindaci e privati a mettere a disposizione strutture per l’accoglienza temporanea. Un appello alla collaborazione da parte dei comuni minori è giunto anche dal comune capoluogo, Cremona, ma per ora poco si muove su questo fronte e i primi cittadini disposti ad aprire le porte sono rari e per poche unità.

“Non sono a conoscenza degli arrivi di domenica – afferma l’assessore alla Trasparenza e alla vivibilità sociale Rosita Viola -. Non sarebbe comunque la prima volta che, in periodo estivo, nei fine settimana e per ottimizzare i trasporti dall’aeroporto di Bresso, vengono formati gruppi più consistenti di persone. Si è già verificato in passato che chi ha transitato per l’identificazione a Cremona era solo di passaggio verso altre province, ad esempio il territorio mantovano. Quello che riscontro – afferma Viola – è che da un anno e mezzo, attraverso il Tavolo coordinato dal Prefetto, vengono fatti appelli per la creazione di una rete territoriale di accoglienza diffusa, ma finora a questi appelli hanno risposto in pochi. Finora sono state soprattutto le due Caritas provinciali (Cremona e Crema, ndr), e soprattutto quella di Cremona a farsi carico dell’accoglienza”. E per le prossime settimane c’è da aspettarsi un incremento degli arrivi.

Ieri l’altro, il deputato di Sel cremasco Franco Bordo era intervenuto a proposito del caso di Chieve: “Apprendo – scrive Bordo al Prefetto Picciafuochi – dell’ipotesi di accoglienza di 35 profughi inviati dalla S.V. presso il comune di Chieve. Come è noto la mia posizione personale e quella del partito che rappresento è sempre stata, e continua ad essere, tesa verso il massimo impegno nella direzione dell’accoglienza. Sono, con Lei, certamente cosciente delle difficoltà che tale accoglienza spesso comporta (aggravate dal fatto che, a livello nazionale, manca un piano coordinato e complessivo, ragion per cui Lei e i Suoi colleghi siete, di fatto, lasciati soli) e di come una parte dei cittadini, magari fomentati da irresponsabili azioni politiche, non siano disponibili ad ospitare, seppure temporaneamente, delle persone nei pressi del proprio luogo di residenza.Alla luce di ciò e al fine di evitare un effetto paradossale per cui quello che dovrebbe essere uno stimolo positivo, ossia aiutare chi è in difficoltà, si tramuta in un motivo per scacciare proprio coloro verso i quali la Sua azione è indirizzata, sono a chiederLe di valutare di ridurre il numero di persone inviate presso il comune di Chieve che conta poco più di 2000 abitanti.RingraziandoLa, fin da subito, per la Sua attenzione e disponibilità colgo l’occasione per esprimere i sensi dei miei rispetti oltre che renderLe nota la mia disponibilità per le questioni in cui Lei vorrà ritenere utile coinvolgermi”.

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