Politica

Inceneritore, al tavolo regionale ribadita la necessità di spegnere

L’inceneritore deve chiudere. Il diktat è emerso nel corso della riunione del Gruppo di lavoro interistituzionale che si occupa dell’impianto, in Regione Lombardia. A cui ha preso parte anche il consigliere regionale del Pd, Agostino Alloni. Una riunione nel corso della quale si è ribadito “che l’impianto deve andare verso la dismissione nei tempi che la ditta incaricata dalla Regione, per la prima volta presente al tavolo, definirà e renderà noto nel rapporto tecnico conclusivo che produrrà entro l’anno, come da protocollo sottoscritto” evidenzia il consigliere.

Alloni è categorico: “Qui non sono i singoli a dover decidere, ma una serie di scelte politiche e tecniche prese a monte – dalla Regione – e a valle – dal Comune – ormai da tempo. Per non parlare delle direttive europee che impongono il cosiddetto ‘decommissioning’ di questo genere di impianti”.

La vicenda secondo il consigliere è chiara: “A Cremona si sono creati opposti schieramenti: quelli che stanno con la Giunta Galimberti, che già in campagna elettorale aveva annunciato l’intenzione di smantellare gradualmente l’impianto, e quelli che ritengono dannoso o impossibile privarsene. Per questo ho partecipato all’incontro di stamattina e mi è stato subito chiaro che l’attuale amministrazione non lo usava come slogan: esistono delle evidenze e dei limiti strutturali dell’impianto”.

Fatti che partono da lontano, ricorda Alloni: “Nel febbraio 2014 il vecchio consiglio comunale di Cremona delibera di incaricare Aem spa di compiere uno studio di fattibilità per la dismissione del termovalorizzatore. A sua volta, nel maggio 2014, a cavallo delle elezioni amministrative, Aem individua nel Consorzio Leap il soggetto ideale per ricevere supporto tecnico-scientifico nello svolgimento dello studio. A novembre una bozza incompleta viene presentata da Leap al Comune”.

Ma succede qualcosa di strano, rileva il consigliere Pd: “A gennaio 2015 Aem chiede a Leap di allargare la prospettiva dell’analisi, valutando lo spegnimento graduale di una linea, ma anche, inspiegabilmente, il mantenimento e addirittura il rifacimento dell’impianto. Quest’ultima, una decisione assolutamente in controtendenza, visto che l’amministrazione da cui era partito l’incarico aveva chiesto espressamente uno studio di fattibilità per lo smantellamento graduale”.

Non solo: “Il Consiglio regionale lombardo, nel dicembre 2013, approva una risoluzione, all’unanimità, che impegna la Giunta a disattivare progressivamente gli impianti e le singole linee di combustione presenti in Lombardia. Inoltre, il Piano regionale gestione rifiuti (Prgr), approvato il 20 giugno 2014 dalla Giunta regionale di centrodestra, dice espressamente basta a nuovi impianti termovalorizzatori”.

Dunque, per Alloni “quello che l’attuale Giunta di Cremona ha detto in campagna elettorale, ovvero che bisogna andare verso la dismissione dell’impianto, è incontrovertibile, non può essere messo in discussione. La tempistica verrà stabilita a valle del rapporto tecnico conclusivo che produrrà la ditta incaricata dalla Regione, la Oikos (che ha già seguito il Piano rifiuti della Provincia di Cremona), a conclusione del protocollo di decommissioning sottoscritto da Regione, Provincia, Comune, Arpa e Asl. Bene, quindi, ha fatto la Giunta Galimberti a mettere nel suo programma l’uscita da quel tipo di processo. E non si deve tornare indietro perché l’obiettivo futuro è che si insista verso la raccolta differenziata dei rifiuti e si vada verso il superamento degli impianti di incenerimento. In Lombardia ce ne sono 13 e la Giunta Maroni, con l’assessore all’Ambiente Terzi, notoriamente di centrodestra, sostiene a spada tratta che vanno chiusi”.

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