Politica

Inceneritore, Malvezzi: 'Giunta sbugiardata, amministratori scadenti'

“Ecco la giunta della competenza e della serietà, sbugiardata e messa alla berlina da chi competente lo è davvero. E loro, da impenitenti presuntuosi, sbeffeggiano gli stimati professionisti autori dello studio, gli stessi ai quali nell’ottobre scorso hanno chiesto un supplemento di analisi. Nessuna motivazione scientifica viene opposta ai dati della Leap, ma solo stizza e nervosismo di chi è stato smascherato”. E’ duro l’intervento sulla questione inceneritore che il consigliere regionale cremonese dell’Ncd Carlo Malvezzi affida a una nota diramata domenica. “Ridicoli  poi i tentativi di rimandare il giudizio finale a ulteriori studi, come i bambini capricciosi che rincorrono la rivincita – aggiunge – . Il centrosinistra cremonese, che ha governato la città per molti lustri, ha scelto  in passato un modello energetico che integra l’incenerimento dei rifiuti con la produzione di calore destinato al teleriscaldamento cittadino e alla produzione di energia. Questo modello, che gli esperti della Leap hanno testato come efficiente sul piano ambientale, energetico ed economico, non può essere smontato nel 2018 senza generare un disastro economico per le casse pubbliche  (mancati ammortamenti, costi di smantellamento e ripristino ambientale, costi di uscita del personale) e conseguentemente maggiori costi nella bolletta dei cittadini. Questo è ciò che hanno evidenziato i tecnici documentando in modo rigoroso le loro conclusioni”. “Oggi – dichiara Malvezzi – i nostri scadenti amministratori comunali hanno solo due alternative: ammettere di avere clamorosamente sbagliato a promettere ciò che non avrebbero potuto realizzare, scusarsi con i cittadini e lasciare il campo, oppure ignorare i dati ambientali, economici e scientifici e proseguire ostinatamente sulla linea ideologica fin qui perseguita, cercando di convincere i soci di Lgh che possiedono il 70% dell’inceneritore di Cremona ad avventurarsi con loro sulla pericolosa strada che porta alla dismissione dell’impianto entro il 2018. Lo potranno fare però non prima di aver ipotecato a favore del Comune di Cremona  le loro proprietà immobiliari, fino al concorso del danno patrimoniale stimato dalla Leap in circa 42 milioni di euro, perché di questo si tratta. Non possono essere certamente i cremonesi a sopportare le drammatiche conseguenze di scelte improvvide e devastanti sul piano economico. Credo che la Corte dei Conti avrebbe molto lavoro da fare”.

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