Politica

Inceneritore, secondo gli esperti dovrà stare aperto fino al 2025 Ma la giunta critica lo studio Leap Galimberti: 'Suggerimenti sono contro le linee europee'

Non sarà possibile chiudere l’inceneritore entro il 2018. Il dato è emerso nel corso della mattinata durante l’incontro svoltosi presso la sede di Aem, alla presenza del consorzio Leap di Piacenza, che ha svolto lo studio. Uno studio che, secondo il consigliere comunale di Ncd, Federico Fasani, “stava nei cassetti dell’Azienda energetica già dal 27 ottobre e mi sembra strano che il Comune non lo sapesse”.

Gli esperti hanno presentato diverse possibili soluzioni, evidenziando che una chiusura nel 2018 comporterebbe una spesa di 42 milioni di euro. L’ipotesi invece consigliata, è quella di una chiusura nel 2025, per poi realizzarne un altro, con le nuove tecnologie, decisamente più performante e non inquinante.

“Si svelano così le bugie su cui questa amministrazione ha basato la propria campagna elettorale” commenta il consigliere di Fratelli d’Italia, Marcello Ventura. “Il sindaco ha replicato agli esperti che il Comune avrebbe dovuto essere informato prima di questa cosa, ma il relatore, dottor Consonni, ha replicato che il Comune avrebbe dovuto chiedere”.

“L’accaduto mette finalmente a nudo la volontà di portare avanti una ideologia fine a se stessa di questa amministrazione”, evidenzia Fasani.

AGGIORNAMENTO – Reazioni piuttosto dure da parte dell’amministrazione comunale, che ha messo addirittura in dubbio lo studio, nel corso della Commissione consiliare ambiente, . A partire dal sindaco Gianluca Galimberti: “E’ interessante come uno studio sull’exit strategy rispetto all’inceneritore proponga come unica soluzione economicamente sostenibile la costruzione di un nuovo inceneritore che colletta rifiuti da tutta italia, una soluzione in controtendenza rispetto alle indicazioni dell’Europa e alle linee regionali – evidenzia il primo cittadino -. Prendiamo atto della presentazione fatta stamattina da Leap nella sede di Linea Reti Impianti. Continua il nostro percorso con grande serenità: c’è la commissione in Lgh e la commissione regionale alle quali porteremo questo studio per un confronto anche sui dati; studieremo il documento, che ancora non abbiamo perché è da novembre che non incontriamo i professori, con maggioranza e coalizione e ci confronteremo con la cittadinanza in incontri pubblici”.

Dal canto suo anche l’assessore al Bilancio Maurizio Manzi ha sollevato alcuni dubbi: “Uno studio durato un anno avrebbe dovuto essere presentato in altro modo. Ma soprattutto i professori che lo hanno condotto avrebbero dovuto coinvolgere anche il Consiglio comunale, in qualità di committente. Se si fossero utilizzati modi differenti forse oggi non saremmo qui a discutere di dati che ancora non abbiamo in mano. Senza contare che mi lascia perplesso il fatto che lo studio sulla dismissione di un impianto suggerisca di realizzarne uno nuovo”.

Un dubbio che esprime anche l’assessore all’Ambiente Alessia Manfredini, che comunque rassicura: “Costruire un nuovo inceneritore non è all’ordine del giorno. Questo studio è uno dei tanti che si sono fatti Per quanto mi riguarda mercoledì sarò in Regione per completare la selezione dei vari esperti che dovranno poi realizzare un nuovo rapporto tecnico. Noi andiamo avanti lungo i percorsi già avviati”.

Sulla vicenda prende posizione anche il gruppo di opposizione Obiettivo Cremona, che fino a poco tempo fa si era detto favorevole allo spegnimento: “Lo studio sul termovalorizzatore, commissionato alla Leap dall’allora giunta Perri per relazionare sui costi e le possibilità di dismissione dell’impianto, è stato ampio e dettagliato – si legge in una nota -. Alla luce di risultati oggettivi, la situazione appare diversa da come era stata prospettata dallo staff Galimberti fin dalle promesse elettorali. Il termovalorizzatore di Cremona è funzionante, efficiente e potrebbe migliorare ancora l’efficienza con la raccolta differenziata dei rifiuti. La dismissione immediata? Alla luce dello studio sarebbe costosissima per Cremona, e non porterebbe nessun beneficio ambientale, poiché l’energia mancante dovrebbe essere prodotta da caldaie o potenziando i biogas, con impatto ambientale addirittura peggiore. Anche l’ipotesi di dismissione totale entro il 2025, unica data plausibile, sarebbe comunque perdente dal punto di vista economico e ambientale, per lo stesso motivo. È stata prospettata addirittura l’ipotesi della creazione di un nuovo impianto, più performante, a partire dal 2025, che pare la situazione migliore, economicamente e ecologicamente parlando”. “Questo – prosegue Obiettivo Cremona – è quello che emerge dai dati dello studio. Ciò che chiediamo, come Lista civica Obiettivo Cremona, è un’analisi oggettiva della situazione, senza pregiudizi ideologici, fondata sui fatti, senza posizioni per partito preso, e per il bene di Cremona. Come Lista Perri ci siamo spesi in passato per la dismissione dell’impianto, purché ragionevole e conveniente, se non sul piano economico (sarebbe impossibile) ma almeno sul piano ambientale. Ma ora è necessario capire se questa sia davvero la soluzione migliore per Cremona. Quello che è chiaro è che la linea della Giunta Galimberti, cioè la chiusura immediata senza se e senza ma, è perdente su tutti i fronti e non fondata sui dati”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...