Caso Zardi: altro indagato, lo tirano in ballo le intercettazioni
C’è un nuovo indagato nel caso di Arianna Zardi, la 25enne di Casalbellotto trovata morta nell’ottobre del 2001 sotto un ponticello di Torricella del Pizzo. All’epoca, Giulio, l’indagato, era minorenne, oggi ha 29 anni, e ieri è apparso davanti al giudice del tribunale per i minorenni di Brescia Daniela Martino assistito dall’avvocato Francesco Cogrossi. E’ accusato di omicidio. Il suo nome è emerso in alcune intercettazioni telefoniche intercorse nel 2013 tra altri due indagati che parlavano tra loro di uno ‘slavo’. E’ stato proprio questo personaggio a tirare in ballo il 29enne, indicandolo come l’assassino di Arianna. Il nuovo indagato è stato sottoposto all’esame del Dna, che ha già dato esito negativo. Per questo motivo il procuratore Emma Avezzù ne aveva chiesto l’archiviazione, una richiesta a cui si è opposto l’avvocato Giovanni Bertoletti, legale della famiglia Zardi. Il gip gli ha dato ragione e ha disposto ulteriori indagini, compreso un esame papillare sugli indumenti e sugli effetti personali della vittima da confrontare con le impronte digitali dell’indagato. Il gip, che ha anche disposto di sentire le due persone che erano state intercettate, ha dato termine per i nuovi riscontri fino al prossimo 30 novembre. “Il mio cliente è sereno”, ha commentato l’avvocato Cogrossi, “Arianna la conosceva solo di vista”.
Lo scorso maggio, il gip di Cremona Guido Salvini aveva disposto l’archiviazione per tre persone, due uomini e una donna, ordinando però nuove attività di indagine. Le indagini si erano poi concentrate su altre due persone, anch’esse indagate con l’accusa di omicidio e anch’esse già archiviate.
Dalle tracce biologiche presenti sulla superficie interna degli slip indossati dalla vittima, secondo gli accertamenti del consulente tecnico della procura Claudio Bellino, era stato trovato “un assetto genotipico complesso (relativo a più individui) misto tra la vittima e un soggetto di sesso maschile”. Potrebbe quindi essere plausibile l’ipotesi, per il gip Salvini, che la Zardi avesse avuto, poco tempo prima della morte, un rapporto o un contatto di carattere intimo con un’altra persona finora sconosciuta.
Ed è proprio in questa direzione che il giudice aveva consigliato di muoversi, concentrandosi su una più ampia cerchia di conoscenze della ragazza, tentando, in questo modo, ulteriori comparazioni dei profili biologici rinvenuti su tutti i reperti, così come la possibilità di rilevare eventuali impronte papillari lasciate sugli indumenti indossati dalla vittima durante la colluttazione che verosimilmente ha preceduto la caduta nel vuoto.
Sara Pizzorni
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