Profughi, il Comune valuta anche ex Centro Tumori ed ex Inam
“Accogliere i profughi nelle ex scuole elementari di Picenengo è uno scempio: non è a norma, non è regolare, mi spingo a dire che non c’è molta differenza tra accogliere a Picenengo e sui barconi”. Il consigliere di minoranza Luigi Amore in consiglio comunale giudica sbagliata la scelta di utilizzare l’immobile posto alle porte di Cremona per rispondere all’emergenza profughi più volte segnalata dalla Caritas, l’ente a cui si è riversato finora il grosso della gestione dei continui arrivi.
Secondo l’ex assessore al welfare, in quello stabile, già considerato in passato e sempre scartato, “non c’è nulla a norma, e oltretutto non risponde a quella logica di integrazione nel tessuto sociale che è alla base del progetto Sprar. Ci sono altri edifici di altri enti che possono essere presi in considerazione, per accogliere 10 – 15 persone, anche vicini alla Casa dell’accoglienza. Picenengo è inadeguato, “per quanto riguarda il riscaldamento, ci sono impianti a elettricità desueti e ci vorrebbero mesi per adeguare il tutto. Accogliere lì è dimostrazione che noi non sappiamo accogliere e va contro tutte le linee Sprar di accoglienza. Non a caso quell’immobile era stato inserito nel piano delle alienazioni”.
Come ha successivamente spiegato l’assessore alla Trasparenza Rosita Viola, che ha confermato l’intenzione del Comune di ricavare a Picenengo alcuni alloggi di emergenza, molte altre strade erano precluse, considerato che “il Comune di Cremona negli anni ha dismesso, alienato, distrutto l’asilo notturno di Porta Mosa, che serviva proprio per le emergenze; Porcellasco è stata ristrutturata ma giustamente destinata ad altro uso; come Comune, al di là di piccole strutture come il condominio solidale per i minori, in questo momento restava solo la disponibiità di Picenengo”. Altri immobili presi in considerazione in questi mesi sono stati l’ex centro Tumori di Via Stenico, di proprietà dell’Asl che da almeno due anni sta cercando di vendere, e l’ex Inam, di proprietà dell’Azienda Ospedaliera. Il primo avrebbe il vantaggio di essere adiacente alla Casa dell’Accoglienza, ormai al limite massimo; il secondo è il grande immobile di viale Trento e Trieste utilizzato fino a due anni fa come ambulatorio ospedaliero e da allora dismesso, senza che si sia ancora capito cosa intenda farne l’Ospedale.
Il vero problema, ha continuato Viola in Consiglio Comunale, è che agli appelli della Prefettura sul reperimento di alloggi non ha risposto nessuno, né altri comuni né tantomeno privati. “Vogliamo capire se i Comuni confinanti possono venirci intorno. Non essendoci obbligatorietà, tutto è molto complicato”. Concetti riaffermati anche dal sindaco Galimberti: “Siamo ben consapevoli della gravità del momento e non smetteremo di sollecitare altri soggetti ad affiancare il Comune”.
g.biagi
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