Sesso, droga e champagne, il racconto di una ragazza del Juliette

Sesso, coca e champagne. Questi i tre ingredienti delle serate organizzate al Juliette di via Mantova dai titolari (i cugini Pizzi). Il quadro è chiarissimo ed emerge da interrogatori, testimonianze, intercettazioni telefoniche ed ambientali. Nei fascicoli emergono parecchi nomi di frequentatori del locale che, evidentemente, non si accontentavano di quello che veniva passato alla normale clientela (al Juliette si sono tenuti anche feste di associazioni, compleanni, matrimoni o battesimi) ma che avevano trattamenti speciali.

Ecco quello che racconta una delle ragazze interrogata dai carabinieri. “Ilem (Ilham El Khalloufi, convivente di Marco Pizzi) mi accompagnò al piano superiore del locale ed esattamente in un appartamento a cui si accede attraverso una scala interna. Ricordo che nell’appartamento c’era un divano, un grande televisore e un tavolo. Mi trovavo nella sala dell’appartamento e non sono entrata in altre stanze. Sul tavolo ho visto già preparate pronte per l’uso tre-quattro righe di cocaina molto lunghe. Nella stanza vi era un uomo italiano di circa 40-45 anni. Illem mi lasciò sola con l’uomo, poco dopo salì nella sala Luca Pizzi con una bottiglia di champagne, mi sembra di ricordare marca Crystal. Luca lasciò la bottiglia sul tavolo, augurò buon divertimento e si allontanò”.

Le testimonianze delle ragazze convergono tutte sia sulla prostituzione all’interno del locale con prestazioni sessuali a pagamento (400-500 euro ma anche mille per la più ricercata) e cocaina. Le ragazze venivano contattate da Emilio Smerghetto e Matteo Pasotti quasi tutte nel bresciano, attività di mediazione che gli stessi svolgevano anche per altri locali del nord Italia, dopo che Marco Pizzi – sulla base delle richieste dei clienti – ne chiedeva  l’arrivo. A David Mazzon e al maresciallo Andrea Grammatico il compito di reperire la cocaina, non solo per i clienti del Juliette ma anche per altri consumatori cremonesi.

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