Per il vescovo Lafranconi casa in città anche dopo la 'pensione'
Il vescovo Dante Lafranconi, già dimissionario dalla cattedra cremonese con il compimento dei 75 anni, come vuole il diritto canonico, resterà a Cremona come vescovo emerito continuando ad abitare in città. Da qualche tempo si sta preparando un appartamento per lui in via Faerno, la strada che fiancheggia la Biblioteca Civica tra via Ugolani Dati e viale Trento e Trieste. Monsignor Lafranconi continua a reggere la diocesi di Cremona fino alla nomina del suo successore che – dicono da Roma – potrebbe avvenire dopo l’estate con l’eventuale ingresso della nuova guida della diocesi ad ottobre o il 4 novembre, com’era avvenuto per lui nel 2001.
Anche tra i sacerdoti parecchi sono i nomi che stanno girando sul nuovo presule ma Papa Bergoglio ci ha abituato a sorprese e colpi di scena. Tra i nomi che stanno girando spicca quello di don Alfredo Rocca, parroco del Duomo di Mantova, giovane e preparato la cui nomina potrebbe essere frenata dal fatto che è solo dal 2013 alla guida della cattedrale e che anche Mantova, dopo l’estate, cambierà anche il suo vescovo ormai settantanciquenne. In Lombardia sono diversi i vescovi in “scadenza” per età: La scorsa settimana si è dimesso monsignor Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, giunto anche lui ai 75 anni. L’anno prossimo toccherà ai vescovi di Brescia e Como.
Alle fine del 2016 raggiungerà i 75 anni anche l’arcivescovo di Milano, monsignor Angelo Scola. Come da tradizione potrebbe esserci il passaggio nelle diocesi lombarde dei vescovi ausiliari di Milano: Mario Delpini, Franco Maria Giuseppe Agnesi, Paolo Martinelli, Pierantonio Tremolada. Gli ultimi due sono stati nominati solo l’anno scorso per cui difficilmente il cardinale Scola se ne priverà. Anche se Pierantonio Tremolada, 59 anni vescovo ausiliario della diocesi di Sant’Ambrogio dal maggio dello scorso anno è uno dei più gettonati anche dai preti cremonesi. E’ un biblista insigne, originario di Lissone (Monza).
Ovviamente si tratta solo di voci. Tutto è nelle mani del Papa che ci ha abituato a scelte imprevedibili, magari pescando direttamente nel clero locale. Pare certo che non sarebbe comunque attuabile la scelta di unificare la diocesi di Cremona con quella di Crema che porterebbe in questo modo il presule cremasco a dirigere l’eventuale unica diocesi.