Cronaca

Inchiesta Juliette, ecco le intercettazioni sul giro di coca e di 'ragazze giuste'

Le intercettazioni di chiacchierate e gli sms, assieme alle dichiarazioni di uomini e donne dell’ambiente, compongono il quadro accusatorio fatto di prostituzione e cocaina nell’inchiesta sugli affari illeciti al locale Juliette di Cremona.

Un quadro desolante di una Cremona sussurrata da sempre ma che adesso trova prove, riscontri, certezze nelle parole e nelle azioni dei protagonisti delle notti al Juliette. Dall’indagine, però, emerge che sia Emilio Smerghetto che Matteo Pasotti, accusati di aver intascato soldi procacciando giovani prostitute, “svolgono il medesimo ruolo di intermediazione per altri locali notturni del Nord Italia o comunque mettono in contatto clienti di tali locali e le ragazze che esercitano la prostituzione anche al di fuori di tali locali”, si legge nelle 46 pagine dell’ordinanza del giudice Letizia Platè.

Il nome del Juliette viene fuori chiaramente, ad esempio, nel corso di uno specifico episodio, la notte del 18 ottobre 2014. Secondo l’ordinanza, quel giorno Smerghetto, su mandato di Marco Pizzi, deve cercare una ragazza disponibile a prostituirsi per un compenso di circa 400 euro. “Dopo aver provato, senza esito, a contattarne qualcuna, chiede consiglio a Matteo Pasotti (riferendogli che Marco Pizzi gli ha richiesto una ragazza ‘disponibile e sportiva’) e quest’ultimo gli suggerisce alcuni nomi”. Dopo una serie frenetica di contatti volti alla ricerca di una ragazza, alla fine ne viene contattata una che accetta l’incarico.

Dall’ordinanza emerge come Pizzi venga contattato direttamente da personaggi noti per serate hot, organizzate dall’inizio alla fine. Ad esempio in un’occasione, nel 2014, Pizzi viene contattato da un calciatore di serie professionistiche minori, “per conto di un suo amico”, per prenotare una serata con “cena e quattro camere d’albergo” e “chiede poi che il tavolo sia formato con la presenza di alcune ragazze ‘giuste'”.

Il 23 dicembre 2014 viene intercettata una conversazione fra Marco Pizzi e il giocatore in questione, che non risulta indagato. Parlano di un conoscente che, come racconta Pizzi nella chiacchierata, ha fatto “doppietta con due super”.

Nell’ordinanza, fra le altre cose, c’è uno scambio di sms tra Marco Pizzi a Matteo Pasotti all’alba del 10 gennaio 2015: “Matte, ho qua un cliente! Conosci una ragazza?”.

Ecco come prosegue lo scambio di messaggi.

M.Pizzi: Non riesci a mandare una ragazza adesso al Juliette?

Pasotti: Di quelle sportive?

M.Pizzi: Sì

Pasotti: Alle 6 non ho in giro nessuna! Se vuole domani pomeriggio o sera dove vuole lui la mando

M.Pizzi: Niente allora, grazie lo stesso

Luca Pizzi, si legge nell’ordinanza, “non compare nelle intercettazioni perché non si occupa in prima persona del reclutamento delle ragazze, tuttavia, come emerge dalle dichiarazioni rese da alcune di queste giovani, egli è perfettamente al corrente della prostituzione all’interno del locale, attività che non si limita a tollerare, ma favorisce e sfrutta al pari del cugino”.

Sul fronte della droga, nell’ordinanza sono presenti anche intercettazioni e scambi di sms tra Marco Pizzi e alcuni fornitori di droga.

Quanto al maresciallo dei carabinieri Andrea Grammatico, arrestato, emergono le parole di ragazze del giro del Juliette. Una di loro, come si legge nell’ordinanza, racconta ai carabinieri: “Il carabiniere l’ho visto spesso nel locale insieme al Pizzi e mi è stato segnalato, sempre dalle altre ragazze che frequentavano il Juliette, come persona accondiscendente al fatto che lì si consumassero sostanze stupefacenti e si svolgessero incontri sessuali a pagamento. Infatti, posso riferire di aver visto personalmente il carabiniere in più occasioni andare insieme a Luca Pizzi nel suo ufficio o in cambusa durante le serate. Tutti sapevamo che si andava con Luca in quei posti solo per consumare cocaina”.

Nelle intercettazioni emerge come Grammatico spacciasse e consumasse coca con Mazzon (e con le ragazze), fornendo altri particolari su protagonisti della Cremona dei quartieri alti che non sono indagati nell’inchiesta della Procura di Cremona ma che dimostrano come la polvere bianca girasse in grandi quantità anche nel centro città.

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