Cremona Solidale, tensione sul d.g. Bando riaperto e intanto proroga
Tensioni nel consiglio di amministrazione di Cremona Solidale sul tema del direttore generale, “ereditato” dal nuovo Cda a maggioranza centrosinistra dai predecessori di centrodestra. Nella riunione del 30 giugno presieduta da Emilio Arcaini si è deciso di prorogare i termini al 17 luglio per la presentazione di candidature per la figura di direttore generale, dopo aver vagliato 9 curriculum. Nessuno dei quali ritenuto idoneo a prendere il posto di Angelo Gipponi, da cinque anni nella massima carica manageriale. A maggioranza – e pare con il forte imbarazzo del presidente Arcaini – il Cda ha deciso di prendere altro tempo, riaprendo i termini del bando e specificando meglio i requisiti d’accesso. Contestualmente è stato chiesto a Gipponi di restare un altro mese, fino alla fine di luglio, e a contratto quinquennale scaduto il 30 giugno. Il dirigente non avrebbe ancora espresso la sua decisione, anche se sembra impossibile che un’azienda come Cremona Solidale possa rimanere priva della figura apicale.
Per Ilaria Giordano, unico consigliere espresso dalla minoranza, che aveva già osteggiato pubblicamente l’operazione, si tratta di un’ulteriore perdita di tempo per soddisfare esigenze di ricambio puramente politiche e non fondate su reali motivazioni. “Non mi è mai stato spiegato che cosa abbia fatto di sbagliato Gipponi”, torna ad affermare Giordano “per dover essere cambiato a tutti i costi, in un periodo tanto delicato visti i cambiamenti normativi a livello regionale che attendono il welfare, ad esempio il nuovo regime per le cure intermedie e il nuovo sistema di remunerazione dei posti in Rsa”. Nel delicato equilibrio delle forze di maggioranza che ha portato alla nomina del cda in carica, in questa fase sarebbero molto pesanti le influenze della sinistra, in particolare della vicepresidente in quota Pd Cristina Manfredini e di Andrea Grazioli, sindacalista ed amministratore comunale a Pizzighettone, in quota Sel. Pare che il ‘salto nel buio’ rappresentato da un completo rinnovo al vertice non sia gradito al presidente, Emilio Arcaini, voluto direttamente dal sindaco Gianluca Galimberti alla guida dell’azienda di via Brescia. A sinistra la versione che circola è che il cambiamento di D.G. fosse una pressante richiesta della rsu aziendale durante la scorsa campagna elettorale e che la spinta al cambiamento derivi in gran parte dai lavoratori. I quali d’altra parte avevano ingaggiato un braccio di ferro anche con il predecessore di Gipponi, Fabio Clerici, che era stato l’artefice tecnico, insieme all’allora assessore Maura Ruggeri, della trasformazione dell’ex Ipab in azienda speciale del Comune.
Un “salto nel buio (quello del cambio di d.g.) che rischia di far trovare impreparata l’azienda di fronte ai cambiamenti che stanno venendo avanti dalla Regione”, affonda Giordano “e sui quali altre strutture sociosanitarie si stanno attrezzando”.
g.b.
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