Politica

Provincia: 'Riforme erano necessarie Caso Italia era simile a quello greco'

Luciano Pizzetti al tavolo in Provincia coi rappresentanti sindacali dell’ente

Non ci sono ancora risposte, ma solo rassicurazioni, per i lavoratori della Provincia, in attesa di sapere a quali enti saranno destinati. Questa mattina in sala del Consiglio, il sottosegretario Luciano Pizzetti ha riconfermato quanto detto anche in precedenti occasioni e cioè che il processo della riforma Delrio per quanto riguarda i dipendenti non si esaurisce nell’arco di pochi mesi, ma di un triennio, con traguardo finale ad inizio 2018, periodo durante il quale tutti i dipendenti saranno ricollocati attraverso il meccanismo della mobilità, anche se con il disagio di possibili spostamenti territoriali. Pizzetti è tornato ad accusare di propaganda “chi si accanisce sul personale e su chi si chiede ‘di che morte moriremo’. Semplicemente – ha detto – non morirà nessuno”. La risposta, giunta al termine della tavola rotonda con i sindaci organizzata da Anci e Lega Autonomie Locali, era alle accuse arrivate appena poco prima da parte del deputato M5S Danilo Toninelli: “La riorganizzazione degli enti locali – aveva detto – non ha pensato alle persone, quelle con cui ho parlato poco prima di entrare qui (una delegazione della rsu  era presente con cartelli nella sala preconsiglio e Pizzetti l’ha incontrata subito dopo, ndr). I due peccati originali che stanno alla base di questa situazione sono la riforma del titolo V del 2001 che ha moltiplicato i centri decisionali creando sovrapposizione e quindi aumento di costi; e la legge Delrio che ha abolito le Province senza però prima toglierle dalla Costituzione, da cui invece si sarebbe dovuto partire. I responsabili del disastro difficilmente potranno risolverlo”.

“A proposito del Decreto Enti locali: Comuni, territorio, intercomunalità, Area Vasta”: questo il tema dell’incontro promosso da ANCI Lombardia e Associazione Lagautonomie presso la Provincia di Cremona.  Presenti oltre a Pizzetti e Toninelli, Carlo Vezzini presidente della Provincia, Giuseppe Tadioli di Legautonomie e Gianni Rossoni delegato Anci Lombardia, oltre a molti amministratori locali. Sul tappeto il futuro dell’Area Vasta ex Provincia ed il personale, i servizi al territorio, la riorganizzazioni delle funzioni, le novità introdotte dal recente Decreto Enti locali suscettibile di modifiche. Dopo l’introduzione di Giuseppe Tadioli di Legautonomie, in una gremita sala consiliare, che ha presentato il quadro normativo del recente Decreto Enti locali nr. 78/2015 che di fatto mostra ancora lacune tecniche che vanno modificate per dare un futuro alle costituende Aree Vaste ed ai Comuni e Province, per meglio superare le criticità finanziarie del 2015 e programmare al meglio le proprie attività, è intervenuto Rossoni, evidenziando le criticità che stanno passando le province in Italia, con tagli a risorse e servizi: in Lombardia ben 10 su 12 province non chiuderanno i bilanci con probabili dissesti economici. Un quadro drammatico che richiede tempestivi correttivi, soprattutto nel 2016 e 2017 visti i tagli progressivi alle risorse rispettivamente di due e tre miliardi di euro. In sostanza urgono interventi a vari livelli, compreso le Regioni ed i Comuni, dove ognuno deve fare la propria parte. “Errori di approccio alla riforma Delrio vi sono stati anche in Regione Lombardia – ha precisato il presidente della Provincia Carlo Vezzini – Non si può negare il cortocircuito normativo tra la riforma stessa e la legge 190/2014 che ha penalizzato i bilanci degli enti locali e l’evidente stato di crisi delle Province, oltre a quanto evidenziato in tal senso nella relazione della Corte dei Conti. Abbiamo fatto la Paullese sì, ma nell’attuale situazione finanziaria come gestirla? Stiam facendo tutti gli sforzi possibili per chiudere il bilancio, ma è un percorso tutto in salita. Ogni ente deve fare la sua parte per uscire da questo tunnel”.

Diversi i Sindaci intervenuti che hanno evidenziato difficoltà di bilancio come nell’erogazione dei servizi, criticità pure nelle Unioni dei Comuni dove vi sono spinte e controspinte basate sulla identità territoriale: un quadro difficile e molto complesso che non permette di dare una visione di sistema territoriale a medio periodo; molto critico l’on Toninelli sia sul percorso di avvio della riforma che sulla gestione operativa del personale in mobilità e dell’allocazione delle funzioni. Lo stesso Sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, ha auspicato una migliore interazione con i comuni limitrofi, un efficientamento generale delle procedure burocratiche; tuttavia la stessa riforma contiene opportunità per la creazione di una reale Area Vasta, con una riorganizzazione delle funzioni al servizio delle comunità locali.

Il sottosegretario Pizzetti ha illustrato il punto di partenza in cui si trovava l’Italia nello scenario internazionale, quando venne avviato il percorso delle Riforme: “Eravamo messi similmente alla Grecia, ma a differenza di quella l’Italia, anche se con soluzioni a volte contorte, ha avviato il percorso di riforme, evitando di tagliare il 37% dei salari, il 48% le pensioni il 30% dei dipendenti pubblici”. “Dalla crisi – ha poi continuato –  se ne esce meglio se si decentra, garantendo il principio di un’equa ripartizione di risorse e funzioni. Le stesse regioni purtroppo sono poco presenti al dibattito sulle riforme costituzionali”. Ed ha continuato: “Lo Stato deve garantire le risorse per il compimento della Delrio superando la fase di emergenza del 2015 e rivedendo i tagli 2016 e 2017”, come dovrebbe avvenire, auspica Pizzetti, nell’imminente avvio della legge di stabilità per il 2016. Le Regioni al contempo devono fare la loro parte entro i tempi stabiliti, che non sono stati rispettati. Se non lo faranno interverrà lo Stato. In tal modo si penalizzano le Aree Vaste e la riorganizzazione dei servizi ai territori stessi. L’Area Vasta sarà una grande agenzia dei Comuni. Il decreto enti Locali certo non è ottimale, ma è suscettibile di modifiche. Per il personale dell’Ente, certo vi saranno disagi, ma nessuno perderà salario e posto di lavoro”, ha ribadito Pizzetti, che al  termine dell’incontro si è soffermato a lungo con alcuni dipendenti e le RSU, che gli hanno consegnato una lettera sugli specifici problemi della Provincia di Cremona.

LA LETTERA DEI SINDACATI  A PIZZETTI

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