Stadio Zini, emozione Haka: Nuova Zelanda Campione del Mondo
Nella fotogallery alcuni momenti delle finali dello Zini
CREMONA – Lo stadio Zini di Cremona porta ancora una volta bene all’Italia: stavolta all’under 20 di Alessandro Troncon, che vendica il ko subito dalle Isole Samoa nel girone di qualificazione iniziale e, vincendo la sua unica partita in questo Mondiale, evita l’ultimo posto e ottiene la salvezza. Il 20-19 conclusivo arriva con una meta tecnica trasformata da Azzolini a sei minuti dall’80’. Non solo: Falaniko sbaglia l’ultima trasformazione e così, con il cardiopalma, l’Italia rimane in fascia A e potrà giocare anche l’anno prossimo il Mondiale under 20.
Al di là del risultato, era interessante capire la risposta dello stadio Zini: si sapeva da tempo che il tutto esaurito, fatto registrare nel novembre 2013 per il test match della Nazionale maggiore contro le Isole Fiji, non sarebbe arrivato, ma per il match degli azzurrini di Troncon, quantomeno, 6500 presenze hanno fatto rumore, tifo e folklore. Particolarmente suggestivo, poco prima delle ore 19, l’arrivo allo stadio dei Baby Blacks, la mitica Nazionale under 20 neozelandese, accolta da un corridoio di applausi appositamente preparato per i tutti neri.
Dopo il match dell’Italia delle 16.30, lo stadio Zini è andato piano piano riempiendosi, tanto che per la finale del terzo posto, con il Sudafrica opposto alla Francia, erano circa 7500 le presenze. Con il fattore Baby Blacks, indubbiamente la Nazionale più attesa, contro l’Inghilterra campione del Mondo in carica per il match che assegna il titolo under 20 di Italia 2015, lo Zini potrebbe riempirsi ulteriormente. Nel mentre segnaliamo, per dovere di cronaca, che si sono disputate anche tre gare a Viadana, le cosiddette “finaline”. L’Argentina alle ore 11 ha superato il Giappone 38-21 ed è arrivata nona, l’Irlanda ha chiuso settima superando 17-9 la Scozia; quinto posto per l’Australia, che ha battuto 28-23 il Galles. Il tutto entro le ore 17, per dare modo alle Nazionali di trasferirsi a Cremona per assistere all’atto finale.
Particolarmente intensa la finale per il terzo posto, ancora in corso: il Sudafrica ha preso il largo sul 28-8 con tre mete consecutive nella parte finale del primo tempo con Jenkins e Du Preez. In avvio di ripresa però la Francia si è rifatta sotto con le mete di Delannoy e Blanc, nel primi otto minuti. Il risultato sarà di 31-18, perché prima la Francia non trasforma le due mete, poi il Sudafrica si prendere e non sbaglia più. Particolarmente colorito e rumorosa la rappresentanza di tifosi in arrivo dal Sudafrica, mentre la tribuna stampa dello Zini è uno spettacolo cosmopolita e multilinguistico, impossibile di fatto da vedere in altre circostanze a Cremona. Nel mentre Nuova Zelanda e Inghilterra completano l’allenamento di rifinitura nel campetto adiacente lo stadio Zini, quello dietro la curva Sud per intenderci.
LA FINALISSIMA – Pelle d’oca per gli inni nazionali di Nuova Zelanda e Inghilterra, in particolare per “God save the Queen”, cantata a squarciagola dai giocatori inglesi, tanto che il loro inno risuona anche in tribuna. Poi è emozione Haka, con lo Zini in un silenzio irreale e di rispetto quasi sacrale, che accompagna la danza maori resa celebre nel mondo proprio dagli All Blacks, qui declinati in Baby Blacks. Il primo tempo è terminato con i tutti neri avanti di un solo punto (11-10) e in rimonta dopo la meta iniziale degli inglesi, realizzata dopo soli 4′. Partita intensa, con qualche giocata spettacolare e in generale grande equilibrio, anche se l’inerzia, nella seconda meta della frazione, sembra essere a favore della Nuova Zelanda, dopo un grande avvio dell’Inghilterra, tatticamente molto preparata e tosta per almeno 25 minuti.
A inizio ripresa la Nuova Zelanda mette subito a segno la meta (Ioane, trasformata da Black) che potrebbe chiudere la contesa, ma l’Inghilterra è dura a morire e la fierezza della Rosa non è certo solo un luogo comune: mentre partono i fuochi d’artificio, il cui eco arriva fino allo stadio Zini, l’Inghilterra rimane sempre a contatto, a cinque punti di distanza, ribaltabili dunque con una sola meta. Jennings, dopo sei punti di fila da piazzato, sbaglia il calcio che varrebbe il -2 ma sul 21-16 il match rimane comunque vivissimo e combattuto. Poi però la stanchezza prevale e 21-16 è anche lo score finale, che incorona la Nuova Zelanda, capace di regalare per due volte l’Haka dopo il trionfo, prima fronte distinti e poi fronte tribuna, Campione del Mondo per la quinta volta, la seconda in un Mondiale italiano, dove nel 2011 (in Veneto) i Baby Blacks vinsero il loro ultimo trofeo. Ultimo prima di questo sabato cremonese davanti a 8mila persone, s’intende. Atu Moli riceve la coppa dalle mani di Alfredo Gavazzi, presidente Fir, mentre poco prima Gianni Fava, assessore regionale, aveva premiato con le medaglie gli atleti dell’Inghilterra. E così uno Zini diviso in due anche nel tifo assiste a un incantesimo che per i tutti neri finalmente si spezza.
Giovanni Gardani
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