Dimentica il roast beef nel carrello, finisce a processo per furto
Nella foto, il pm onorario Silvia Manfredi e l’avvocato Davide Lacchini
Un’ insospettabile cliente di un supermercato cremonese è finita a processo per il furto di un roast beef del valore di 16,70 euro. L’episodio risale a un anno fa. L’accusa è quella di tentato furto semplice. La donna, 65 anni, cliente abituale del supermercato, sostiene di essersi dimenticata il roast beef nel carrello.
Secondo la sua versione, durante la spesa aveva riposto nel carrello merce varia. Ogni prodotto era stato avvolto in un contenitore e appeso ai ganci interni del carrello. Una volta arrivata alle casse, la donna aveva estratto la spesa che aveva regolarmente pagato, ma il roast beef era rimasto nel carrello. Solo una dimenticanza, per la difesa, tentato furto per l’accusa. “La mia cliente”, ha spiegato l’avvocato Davide Lacchini, “è una donna rispettabile, di buona famiglia, incensurata. Addosso non le hanno trovato refurtiva o altro. Che senso avrebbe avuto rubare un roast beef ? Non si era semplicemente accorta che era rimasto nel carrello. E’ una cosa che potrebbe capitare a chiunque”.
L’avvocato Lacchini è completamente certo dell’innocenza e della buona fede della sua cliente, tanto che si è opposto alla proposta del pm onorario Silvia Manfredi di applicare la nuova legge 131 bis: non punibilità per particolare tenuità dell’offesa, una disciplina che si applica a tutti quei reati per i quali è prevista la sola pena pecuniaria o la pena detentiva non superiore a cinque anni. L’obiettivo è quello di ridurre i carichi di lavoro nei tribunali, evitando che vadano per forza a processo casi che sono di sostanziale irrilevanza per l’esiguità del danno o per le modalità della condotta. Era stato il giudice Pio Massa il primo a Cremona ad applicare la nuova legge, entrata in vigore lo scorso 2 aprile, prosciogliendo dall’accusa di resistenza a pubblico ufficiale un ecuadoregno trovato per terra ubriaco. “La nuova legge”, come aveva spiegato a suo tempo il presidente Massa, “ha evidenti finalità deflazionistiche del contenzioso, e quindi, pur essendo l’imputato tecnicamente responsabile del reato, se il danno economico e l’offesa sono lievi e non c’è reiterazione nel tempo, può intervenire il proscioglimento che esclude la punibilità”.
La difesa della cliente del supermercato, però, è intenzionata ad ottenere l’assoluzione piena, e ha chiesto ed ottenuto dal giudice Christian Colombo che nei confronti dell’imputata si svolga un regolare processo con l’audizione di tutti i testimoni. “La mia cliente, che tra l’altro continua ad andare in quello stesso supermercato”, ha fatto sapere l’avvocato Lacchini, “è completamente estranea ai fatti, e lo dimostreremo in aula”. I primi testi sono stati convocati per il prossimo primo febbraio.
Sara Pizzorni
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