Politica

Malumori nel Pd, ma la diaspora verso Civati non parla cremonese

Si allontanano, ma per ora non divorziano dal Pd, i civatiani cremonesi che due anni fa avevano scommesso su un’idea di partito diversa da quella poi portata avanti da Matteo Renzi. Il 21 giugno a Roma ci sarà il debutto di “Possibile”, il nuovo movimento che il parlamentare intende lanciare dopo l’uscita dal Pd. Ma quanti cremonesi lo seguiranno? Il maggiore rappresentante dei civatiani cremonesi, Vittore Soldo, membro della direzione e della segreteria regionale, ha già pronto un documento che spiega le ragioni della scelta di restare all’interno del Pd, seppure come coscienza critica. Non lo ha ancora diffuso, a breve dovrebbe uscire quello nazionale, da cui prende spunto, motivandone i contenuti in chiave locale. “Restiamo coscienza critica all’interno del Pd, perchè all’esterno non riconoscimo la praticabilità di certe istanze”, afferma Soldo, che non vede al di fuori del partito, almeno al momento, nessuna entità in grado di portare avanti realmente le ragioni di una cultura di sinistra, effettivamente molto stemperata nell’idea di partito della nazione. Quello che hanno in mente i Pd cremonesi che hanno rappresentato l’ala civatiana alle primarie per la segreteria nazionale, è un partito che deve essere più “permeabile” a certi motivi irrinunciabili, a cominciare dai macro – temi dei diritti civili, dell’ambiente, della scuola, delle riforme. Ma sicuramente non all’interno di un’altra formazione politica, semmai di contorno a via Ippocastani.

Se dai vertici del partito non escono conferme sull’entità dell’eventuale diaspora, a livello di base circola l’idea che possano essere una decina i cremonesi pronti ad aderire ufficialmente a “Possibile”. Addirittura qualche consigliere comunale. Resta il fatto che alcuni dei nomi più noti di quest’area non hanno rinnovato la tessera. Non lo ha fatto ad esempio Annamaria Abbate, consigliere comunale per cinque anni, in minoranza col Pd, che da Cremona si è ora spostata a Milano per lavorare presso la Casa della Cultura, dove “mi trovo molto più a mio agio”. Ha presentato le sue dimissioni all’organismo regionale di cui faceva parte e a cascata questo vale anche per i livelli provinciale e cittadino.

Tessera scaduta da mesi e non più rinnovata anche per Rossella Zelioli, 35enne da anni impegnata in prima linea (da ultimo come consigliere provinciale) in particolare sul tema della scuola. Entrata nel partito all’epoca dei Ds, ha creduto nella necessità di un cambiamento  di quella formula, ma quello che c’è adesso la delude.. Un po’ troppo “turborenzismo”, per i suoi gusti, usando una sua espressione. E comunque non aderirà al movimento di Civati perchè non è dividendosi che si costruirà – assicura – un’area culturale di centrosinistra alternativa. Non dovrebbe lasciare il Pd nemmeno Eleonora Sessa, civatiana, membro della segreteria cittadina al fianco del segretario Roberto Galletti di area cuperliana. Un mix che, per ora, sembra resistere nel Pd cremonese, tuttora un’anomalia rispetto alle trasformazioni avvenute su scala regionale e nazionale.

g.b.

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