Cronaca

Profughi, in giornata 5 nuovi arrivi Ma la rete territoriale per ora regge

Situazione seria ma non ancora emergenziale. La Prefettura segue con attenzione gli arrivi dei migranti dai centri smistamento del sud, tema su cui la politica si sta scatenando dagli opposti versanti. Ma a Cremona gli arrivi gestiti dalla Caritas tramite la Casa dell’Accoglienza, sono ancora in linea con quelli di sempre, cioè poche persone che arrivano in gruppi di 5 – 6  dall’aeroporto militare di Bresso e vengono accompagnati presso la struttura diocesana per la prima accoglienza. Finchè i ritmi si mantengono così, spiega il capo di gabinetto della Prefettura, Beaumont Bortone, la rete territoriale riece a coprire le esigenze. Se le cose dovessero cambiare, ovvero se gli arrivi dovessero esser nell’ordine delle decine per volta, allora l’emergenza ci sarebbe, eccome. Solo in quel caso l’azione della prefettura e dei soggetti pubblici e privati che gestiscono l’accoglienza, dovrebbe arrivare a soluzioni estreme già ventilate dal Ministero degli Interni, quali l’utilizzo di caserme o di altri spazi già dotati di servizi, quali ad esempio le strutture fieristiche.

IL DIBATTITO POLITICO – Intanto il governatore della Lombardia Roberto Maroni non arretra: “Vi chiedo di sospendere le assegnazioni nei Comuni lombardi in attesa che il Governo individui soluzioni di accoglienza temporanea più eque, condivise e idonee, che garantiscano condizioni reali di legalità e sicurezza”. Così ha scritto in una lettera inviata ai Prefetti della Lombardia. “Secondo i dati resi noti dal Viminale nei giorni scorsi, la Lombardia è la terza regione italiana, dopo Sicilia e Lazio, come percentuale di presenze di immigrati nelle strutture di accoglienza. È quindi impensabile inviare in Lombardia altri immigrati prima di aver riequilibrato la distribuzione”. Gli ribatte il segretario provinciale Pd Matteo Piloni: “Maroni minaccia i sindaci che accoglieranno immigrati. E’ l’ultima trovata leghista, dal chiaro e becero sapore elettorale alla vigilia dei ballottaggi. Una proposta che contraddice proprio quanto fatto da Maroni il 30 marzo 2011, seduto sull’allora poltrona di ministro dell’Interno, quando fu lui ad emettere la direttiva che comprende la ripartizione in quote per le regioni. Cosa è cambiato da allora, oltre alla poltrona?  Lo stesso Maroni che, nel luglio 2014, ha firmato l’accordo tra Stato e Regioni, per le quote di accoglimento dei profughi. L’ennesima propaganda leghista, che conferma il detto: ‘In politica ci sono sempre due categorie di persone: quelli che la fanno e quelli che ne approfittano’”.

g.b.

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