Orti urbani, il Comune sanerà la maxi bolletta, ma presto regole più strette
Orti urbani, si ricomincia da zero. Dopo i pasticci derivanti da una partenza forse troppo frettolosa di alcuni siti (ad esempio quelli del quartiere Po, gli ultimi assegnati sul finire del mandato Perri), il Comune sta lavorando alla stesura di un regolamento per la loro assegnazione e gestione, al fine di avere regole e criteri comuni a tutta la città, individuando anche diverse tipologie di orti (sociali, solidali, didattici).
Che molto vi sia da regolamentare è emerso appunto al quartiere Po, dove dopo il primo anno di orti urbani lungo via del Sale, si è rilevata una spesa per il consumo dell’acqua superiore a quanto previsto. Nessuno se l’aspettava, perchè la cifra pro capite che era stata prospettata al momento dell’assegnazione era di 30 – 40 euro all’anno al massimo. Accordi non scritti, assicurazioni verbali, che hanno contribuito a creare confusione. La situazione attuale, dalla ricognizione e dagli incontri effettuati in questi mesi dall’amministrazione, appare disomogenea nei vari quartieri. “Ad esempio – spiega l’assessore alla Trasparenza Rosita Viola – ci sono diverse modalità di gestione, diverse dimensioni dei singoli orti, da 5 metri quadrati l’uno, mentre altri sono molto più piccoli. E’ necessario individuare criteri per l’assegnazione e la gestione stabilendo chiaramente diritti e doveri, costi e servizi. In questa fase di transizione, in attesa del Regolamento, abbiamo chiesto all’AUP – Associazione Unitaria Pensionati, di fungere da ente gestore, integrando la concessione in essere dal 2012 e prevedendo un coinvolgimento dei Comitati di Quartiere. A Regolamento approvato con procedure certe e condivise, potranno essere messe a disposizione nuove aree.
“Ora è necessario partire da un punto zero, ed è per questo che abbiamo deciso di sanare situazioni passate senza addebitare i costi pregressi derivanti dal consumo dell’acqua. Si partirà in questi mesi, come è già stato spiegato nelle assemblee organizzate al Cascinetto, allo Zaist e a San Felice, con l’impegno da parte dell’Amministrazione Comunale di volturare ad uso agricolo e non potabile la tariffa, di verificare che i contatori degli orti non vengano utilizzati per altre finalità e che siano adeguatamente controllati per evitare consumi abusivi e sprechi”.
Il regolamento per gli orti è una novità assoluta per Cremona e il Comune sta guardando anche ad esperienze di altri enti locali Quattro le zone cittadine finora interessate: Cascinetto (Via Maffi), Zaist (nei pressi di Via Caprera), Via degli Arenili/via del Sale (quartiere Po), Via Caudana (San Felice). Un centinaio gli appezzamenti affidati ai residenti.
Sull’argomento interviene anche l’ex consigliere Claudio Demicheli: “Ho ricevuto varie segnalazioni dai quartieri – afferma. So che in Comune stanno facendo il regolamento. Ebbene, sarebbe il caso che ponessero un limite minimo di residenza in città, per poter avere diritto agli orti, ad esempio cinque anni di residenza a Cremona e 10 in Lombardia. Altrimenti i terreni andranno tutti a finire agli stranieri che coltivano di tutto, anche ortaggi sconosciuti, e ne resteranno privi i nostri anziani”. Sul tema Demicheli ha intenzione di sollecitare una mozione in Consiglio.
g.b.
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