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Pomì, ecce Barbolini: “La Champions? Le cose belle non devono fare paura”

Nella foto Massimo Barbolini con il secondo Bolzoni, il presidente Boselli e il dirigente Ghini

CASALMAGGIORE – Mentre una trentina tra fotografi, dirigenti e tifosi è già nella sede della Pomì Casalmaggiore ad attendere Massimo Barbolini, Giovanni Ghini, dg del club rosa, fa uno scherzo a tutti e fa uscire dalla porta della stanza dei bottoni Giorgio Bolzoni. “Abbiamo scherzato, ecco il nostro nuovo tecnico” dice sorridendo. Ride anche Bolzoni, felice per un rinnovo che, con uno staff tecnico partito pezzo dopo pezzo per altri lidi, non era così scontato.

Lui sarà il tecnico in seconda, ma il vero protagonista della mattinata di mercoledì è appunto Barbolini. Entra alle 12.12, una cifra magari scaramantica, con 12 minuti di ritardo sulla tabella di marcia: ma in realtà l’ultimo coach dell’Italia del volley femminile alle Olimpiadi era già in attesa, dietro le quinte, da un po’. Come nei migliori film però, quando l’artista principale entra in scena, per tirargli la volata l’altro Massimo, il presidente Boselli Botturi ritarda appositamente l’attimo clou per aumentare il voltaggio e far “sgolosare” gli astanti. Poi è il momento: Barbolini si siede, raccoglie l’applauso dei presenti che si scioglie e scroscia convinto e saluta tutti: “Buongiorno, anzitutto, e grazie per avermi voluto qui”.

Il grazie è reciproco, perché un tecnico con un palmares del genere a Casalmaggiore non c’era mai stato. “Sono partito da Julio Velasco, nella pallavolo maschile, essendo stato il tecnico in seconda della famosa Generazione di Fenomeni (che, a parte l’Olimpiade, vinse tutto nel mondo, ndr): la mia carriera inizia lì. Poi ho girato l’Italia, da Matera a Perugia, ho allenato la nostra Nazionale, sono stato in Turchia. Tre anni al Galatasaray, anche per provare cosa significa sentirsi straniero in terra d’altri, e sapevo che non avrei rinnovato, anche se devo ammettere che mi sarebbe piaciuto proseguire almeno con la Nazionale turca. La chiamata di Casalmaggiore mi consente ora di esaudire il desiderio di tornare in Italia dalla porta principale: sì, sono orgoglioso di ripartire dai Campioni d’Italia”.

Massimo Barbolini non cita uno solo dei trofei che ha vinto (2 Champions League, 5 Scudetti, 6 Coppe Italia, 2 Coppe Cev, solo per restare ai club) a conferma dell’umiltà che lo accompagna nonostante una carriera di primissimo livello. “Credo sarà una stagione divertente, anche perché si tratta dell’anno pre-Olimpico, dunque tutte le ragazze, in qualsiasi squadra, daranno il massimo per prendersi la convocazione. Con Casalmaggiore siamo andati d’accordo in mezza giornata: ho visto una società sana, ambiziosa e girando questa mattina per la città mi sono fermato in un bar tappezzato di foto delle ragazze che hanno vinto il tricolore: questo dettaglio mi ha colpito favorevolmente”.

Campionato e Champions League: per Casalmaggiore un salasso di energia. E il fardello dell’inesperienza. “Costruiremo una rosa non troppo larga, perché mi piace gestire gruppi compatti e non sfilacciati: 8-9 giocatrici di alto livello, intercambiabili, e altre abili a farsi trovare pronte. Disputare due competizioni significa avere poco tempo anche per allenarsi: dovremo immaginare anche sedute brevi, magari da 50 minuti o da un’ora, ma intense. L’esempio proprio di Casalmaggiore quest’anno, con l’ottimo lavoro di Mazzanti, dimostra che la differenza più dei nomi la fa il lavoro in palestra: noi avremo meno tempo, ma cercheremo di mettere tanta qualità. Sarebbe bello ritrovarsi qui a maggio-giugno e, facendo di conto, scoprire di avere disputato 40-50 partite: vorrebbe dire essere arrivati in fondo”.

Davide Mazzanti è stato giustamente osannato per un gioco molto aggressivo e offensivo, a partire dalla battuta. A occhio e croce il gioco di Barbolini sarà diverso. “In primis voglio il minor numero possibile di errori, da parte di tutte le giocatrici; in secondo luogo chiederò alle ragazze di difendere forte, di subire poco in seconda linea. Si vince, in qualsiasi sport, se si incassa poco. La scuola italiana è molto tattica, non siamo così diversi Davide e io, poi giustamente ognuno ha le proprie idee: da parte mia comunque non snaturerò il ruolo delle atlete per quelli che sono i miei pensieri. E’ importante che sia il tecnico a capire le esigenze e le caratteristiche della squadra, non viceversa”.

La Champions per Casalmaggiore sembra un colosso, ma Barbolini tranquillizza tutti. “Dobbiamo solo divertirci, stop. Pensate che tanti club anche blasonati e tante giocatrici di grido non l’hanno ancora giocata. Casalmaggiore è entrata in Champions con merito, da scudettata: più di così! Come in Italia, anche in Europa troveremo squadre più forti, molto più forti, ma anche più deboli e molto più deboli. Sarà necessario, una volta vinta la giusta emozione, praticare il nostro gioco. La Champions League in una cittadina così piccola è una cosa bella: e le cose belle non devono fare paura”.

Per Barbolini il campionato di serie A rimane il migliore d’Europa “perché è livellato, perché ha grandi giocatrici, perché regala sorprese e ha un buon livello tecnico. In Turchia, dove sono stato portandomi a casa un’esperienza con pro e contro ma comunque preziosa, ci sono 3-4 squadroni ma poi il resto del campionato perde molta qualità. Qui è diverso. Quello che chiederò alla mia Pomì è di essere molto concreta, di lavorare prima sulla tecnica individuale e poi sulla tattica. Senza la prima non può esistere la seconda”.

Certo, fare meglio di Mazzanti sarà dura. “Non è giusto fare paragoni. So bene che psicologicamente non è facile partire da chi è già campione d’Italia. Ma le sfide fanno parte della carriera di un tecnico: altrimenti un coach dovrebbe partire sempre e soltanto da squadre indietro in classifica per portarle in alto”. Qui Barbolini cita per la prima volta i suoi trionfi passati, magari per uno spunto benaugurante. “A Matera arrivai in una squadra che aveva vinto due Scudetti, due Coppe Italia e una Champions. Me ne andai con lo stesso identico bottino. In Nazionale, dopo avere vinto l’Europeo nel 2007 senza favori del pronostico, dissi alle ragazze: la vera impresa è ripetere quello che abbiamo fatto, anche con un gruppo diverso. E nel 2009 andò così. E’ una sfida positiva: le medaglie ce le teniamo nel cassetto, però magari ogni tanto guardiamole, perché fanno bene all’autostima. Peraltro passare da una metropoli come Istanbul (dove Barbolini ha allenato per tre anni il Galatasaray, ndr) a una piccola cittadina come Casalmaggiore avrà vantaggi ambientali senza dubbio positivi”.

A proposito di gruppi diversi, Massimo Boselli Botturi ha voluto spiegare il modus operandi della Pomì: tante ragazze sono partite perché “come l’agricoltore dismette il campo per la nuova semina, così ci stiamo muovendo noi. E’ una nuova sfida, per tutti, e la rosa sarà cambiata in parecchi elementi, come avete visto”. Intanto, dato tecnico, Barbolini ha già fissato il via al raduno. “Partiremo il 17 agosto da Forte dei Marmi, dove le strutture sono ottimali: molte ragazze saranno in Nazionale, ma anche chi non avrà questa possibilità riacquisterà tono muscolare e sarà pronta. Al posto delle 7-8 settimane canoniche, quest’anno lavoreremo 9-10 settimane”. Guai a lesinare sulla fatica: l’era Barbolini a Casalmaggiore parte da qui.

Giovanni Gardani

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