Cronaca

Impianti guasti e treni con numeri sbagliati: pendolari nel caos

Se la situazione sulle linee ferroviarie dei pendolari erano migliorate, negli ultimi mesi, da Expo in poi la situazione sembra essere di nuovo precipitate. I ritardi, soprattutto a causa di guasti agli impianti, hanno ricominciato a presentarsi con cadenza quotidiana. Nella mattinata di martedì l’ennesimo episodio: un problema agli impianti di circolazione tra le stazioni di Gazzo Pieve San Giacomo e Torre de’ Picenardi – con conseguente malfunzionamento dei passaggi a livello -, hanno portato a ritardi di oltre un’ora. “Come al solito sono stati i treni dei pendolari, quelli della mattina, a subire ritardi” evidenzia Matteo Casoni, coordinatore del Comitato ‘In Orario’. Tanto che sono dovute intervenire le forze dell’ordine per regolare il traffico in prossimità dei suddetti passaggi a livello.

Ma la cosa paradossale della giornata odierna, è stata la confusione fatta da Trenord sui numeri dei treni, che a quanto pare sono stati scambiati. “Se tre treni hanno un’ora di ritardo, dovrebbero viaggiare tutti e tre con un ritardo medio di un’ora – spiega Casoni -. Invece Trenord ha pensato bene di invertire il numero al treno, dando il numero 33448 (ossia il secondo convoglio) al primo che riuscirà a partire in modo che arrivi a Milano con un ritardo molto contenuto (era impossibile dargli il 33450 perché sarebbe arrivato in anticipo) e poi dare il 33446 al secondo, che tanto un’ora di ritardo l’ha già, se anche diventano 90 minuti cambia poco. Insomma, per far risultare quasi puntuale almeno uno dei treni ‘incriminati’, hanno cambiato numero al primo convoglio, spacciandolo per il secondo. Peccato che tre treni che viaggiano su binario unico non possono sorpassarsi l’uno con l’altro. Intanto molti viaggiatori si sono ritrovati ad un certo punto a non sapere più su quale treno stavano viaggiando”. Circostanza che emerge anche dai numerosi commenti apparsi sui social network in queste ore.

“I guasti agli impianti sono ormai quotidiani sulle linee – conclude Casoni -. In particolare, tra Gazzo e Torre sono fin troppo frequenti: credo che sia arrivato il momento, da parte di Trenord, di fare una riflessione e capire cosa non va”.

LaBos

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