Calcioscommesse, scarcerato Ilievski: obbligo di dimora
Il gip di Cremona Guido Salvini ha disposto l’obbligo di dimora in provincia di Piacenza per Hristiyan Ilievski, il macedone di 38 anni a capo del gruppo di scommettitori conosciuto come ‘zingari’, accusato di aver combinato, con la collaborazione di alcuni calciatori, delle gare di campionato di serie A e B, compresa Lazio-Genoa del maggio 2011. Ilievski si era costituito il 27 aprile scorso e negli interrogatori davanti a Salvini e al procuratore Roberto di Martino ha fornito una “ricca collaborazione”.
Ilievski ha “descritto in modo dettagliato l’intervento suo” e di altri in relazione “soprattutto” a “Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, sicuramente i due episodi più ‘sensibili’ e di rilievo” in quanto coinvolgono “squadre e giocatori di alto livello come la Lazio e Stefano Mauri”. Lo scrive il gip Salvini nell’ordinanza per il macedone. Ilievski ha indicato “in molti casi anche i nomi dei giocatori corrotti, non solo i già confessi, ma anche alcuni che avevano sempre negato la loro responsabilità, in particolare Bertani e Cassano e altri assolti o parzialmente assolti nei giudizi disciplinari sportivi”.
Il macedone, assistito dall’avvocato Luca Curatti, ha aggravato anche la posizione dell’ex genoano Omar Milanetto e dell’ex calciatore Stefano Bettarini. Su Bettarini, in particolare, Ilievski ha detto di avergli consegnato 60mila euro in relazione a una partita del Siena.
Nell’ordinanza, il gip osserva che Ilievski “ha parlato ampiamente del suo arrivo in Italia alla fine del 2010, i suoi primi contatti con Gegic e alcuni giocatori italiani tra cui Gervasoni e Bressan e l’inizio del progetto di continuare a intervenire su partite italiane, intervento interrottosi per l’arresto in Croazia di Sulic, Laljic e altri slavi che avevano costituito sino ad allora il punto di collegamento tra il gruppo di Singapore e i giocatori o i titolari di agenzie italiane”.
Il macedone “ha inoltre descritto in modo dettagliato l’intervento suo e di Gegic, spesso utilizzando i contatti di Gervasoni, altre volte quelle di altri giocatori come Zamperini, anche in partite di serie A toccate dall’indagine quali Genoa- Lecce, Palermo-Bari, Palermo-Napoli e soprattutto Lazio- Genoa e Lecce -Lazio, sicuramente i due episodi più ‘sensibili’ e di rilievo all’interno dell’indagine in quanto la manipolazione coinvolge squadre e giocatori di alto livello come la Lazio e Stefano Mauri. In tale quadro L’indagato ha anche spiegato il contesto e il contenuto di numerose intercettazioni”.
Ilievski “ha riferito in merito a episodi sino a quel momento non noti all’Autorità giudiziaria quali l’alterazione della partita Bari- Livorno indicando chi in tale occasione era stato corrotto” e “in merito ai suoi rapporti con Tan Seet Eng e con il gruppo di Singapore, dai cui emissari, giunti in aereo in Italia, aveva anche ricevuto ingenti somme in contanti finalizzate alla corruzione dei giocatori, pur ascrivendo a tale gruppo un ruolo di ‘finanziatore’ più alto del suo e di ‘diffusore’ delle scommesse su partite truccate che di vero e proprio propulsore di quella rete di attività illecite”.
Infine il capo degli ‘zingari’ “ha spiegato anche il ruolo del gruppo degli ungheresi facenti capo a Kenesei Zoltan e a Matyas Lazar, impegnato in Italia in particolare negli interventi soprattutto sulle partite più importanti come Lecce – Lazio e incaricato da Tan Seet Eng in varie occasioni di rifornire Ilievsky in Italia delle somme ingenti, di cui quel momento poteva non disporre, necessarie per corrompere i giocatori delle varie squadre”.
Per il giudice, “appare del tutto improbabile la reiterazione di analoghe condotte illecite. Tutti gli indagati italiani più gravemente coinvolti sono stati tratti in arresto a partire dal 2011 e la maggior parte di essi ha reso ampia confessione. La maggioranza dei giocatori è stata colpita da, anche gravi, sanzioni disciplinari e non ha più la possibilità di mettere in atto accordi illeciti all’interno della propria o di altre squadre. Anche Tan Seet Eng e alcuni degli appartenenti al suo gruppo sono stati tratti in arresto e sono attualmente detenuti a Singapore o in Indonesia per una serie di attività analoghe svoltesi in vari paesi del mondo. Anche i componenti del gruppo ungherese sono stati tratti in arresto per altri episodi avvenuti nel loro paese. In generale la vasta eco mediatica che ha avuto l’indagine e gli aumentati controlli e la maggior attenzione che ne sono seguiti all’interno delle società calcistiche e delle federazioni sportive rendono, almeno a medio termine, difficile la ripetizione di analoghi tentativi”.
Secondo Salvini, infine, “tale comportamento processuale costituisce certamente anche un netto ‘taglio’ da parte di Ilievsky, di tipo personale e ambientale, con l’attività illecita svolta in passato e quindi impedisce di per sé la ripresa dei contatti con il mondo di cui ha fatto parte. D’altronde le recenti emergenze investigative escludono l’attuale sussistenza di contatti dell’indagato con elementi di organizzazioni dedite alla manipolazione di eventi sportivi”.
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