Provincia, rischio crack: cittadino solo e dipendente licenziato
E’ un grido quello del Presidente Vezzini: un urlo di sofferenza e di rabbia.
La sofferenza è dovuta alla difficoltà, anzi all’ormai conclamata impossibilità, per la Provincia di Cremona di far quadrare i conti al punto che – la notizia che ci viene appunto dal Presidente – si vedrà costretta a tagliare servizi ai cittadini, tagliare lavoratori e, nonostante tutto, probabilmente a pronunciare la parola ?crack?.
Crack è anche il rumore di un’osso che si spezza, di una struttura importante che cede e crolla sulla testa dei cittadini: ecco di cosa, davvero, stiamo parlando. Non di tutti i cittadini ovviamente (o per lo meno non ?contemporaneamente ?di tutti) ma prima dei cittadini più in difficoltà: anziani e disabili. Poco dopo sarà la volta di quelli (tutti!) che usufruiscono dei servizi essenziali come i trasporti, le infrastrutture e le strade; una domanda sorge spontanea (e dovrebbero porsela anche i signori Renzi e Del Rio) è questa la via che porta ad Expo, alla rinascita? Una provincia che non ha nemmeno i soldi per tappare le buche o garantire l’assistenza scolastica ai disabili è quella che è “pronta alla vita, l’Italia chiamò”?!
La rabbia di Vezzini, è una rabbia sana, giusta … la rabbia di un uomo onesto che guarda ai suoi compagni di partito, ai suoi ?amici del PD che tacciono. Drammaticamente tacciono. Troppo presi a sognare e progettare un radioso avvenire all’ombra del ?leader maximo ?abilissimo a costruire le facciate, a twittare, ad annunciare mirabolanti e scoppiettanti futuri per perdersi a costruire le basi, rinforzare dove serve, fare il lavoro che non si vede ma che è fondamentale: dare sostegno alle strutture su cui i cittadini devono appoggiare la propria vita quotidiana.
Se si vuole evitare il fallimento degli enti di area vasta e licenziamenti di massa dei dipendenti, bisogna urgentemente apporre modifiche al quadro normativo dettato con tanta leggerezza.
Ai vari Piloni, Bonaldi, Pizzetti, Fontana diciamo con chiarezza che non bastano parole di solidarietà, necessita un intervento nelle sedi parlamentari e di direzione politica altrimenti chi rimane solo è il cittadino, prima ancora che Vezzini.
On. Franco Bordo
Deputato Sel