Boom di corsi musicali alla scuola media E i prof di Italiano perdono posto
Il governo Renzi annuncia l’immissione in ruolo di 100mila precari, ma le scuole medie cremonesi si vedranno decurtate dal prossimo settembre di ben 24 cattedre. Il budget di 652 cattedre assegnato alla nostra provincia dalla direzione scolastica regionale è insufficiente a garantire la copertura di tutte le necessità, almeno stando a quello che in burocratese si chiama ‘organico di diritto’, basato sulle iscrizioni fatte dalle famiglie a febbraio. Ipotizzabile un aggiustamento della situazione a settembre, con l’organico di fatto, ma ad oggi la situazione rispecchia le conseguenze di un calo demografico che interessa tutta la provincia e che ha fatto scendere di 251 unità i nuovi iscritti (parliamo solo di medie inferiori) rispetto a quelli dello scorso anno scolastico. Da questo calo deriva la minore assegnazione di posti in provincia di Cremona, cosa che non si verifica in altri territori. C’è poi un altro fenomeno particolare della realtà cremonese: i corsi degli indirizzi musicali arriveranno l’anno prossimo a completamento, assorbendo ben 40 cattedre appannaggio degli insegnanti di questa disciplina. I dieci corsi ad indirizzo musicale (quindi con ore in più rispetto alle due settimanali dei corsi normali) attivati in provincia arriveranno infatti a completamento comportando una maggiore necessità di insegnanti. E’ l’esito di precise scelte ‘politiche’ fatte dai singoli istituti per ampliare l’offerta formativa ed attirare i favori delle famiglie. Cosa riuscita: restando nella sola Cremona, l’indirizzo musicale esisteva fino a qualche anno fa solo alla media Vida, ma da tre anni viene offerto anche dalla Campi. E’ stato uno dei motivi per cui questa scuola ha visto risollevarsi le iscrizioni, dopo anni di calo.
Il risultato però è che si creano insegnanti ‘perdenti posto’ in altre materie fondamentali, nelle quali la continuità di uno stesso insegnante sarebbe l’ideale. In questa situazione – secondo i dati elaborati dalla Cisl Scuola di Cremona – si trovano otto docenti di Italiano, con un perdente posto ciascuno nella media Vida e in quelle di Bagnolo, Vaiano, Diotti a Casalmaggiore, Pandino, Pizzighettone, Rivolta d’Adda, Ostiano. E questo nonostante in alcuni casi, come a Pizzighettone, vi siano ben 16 ore di italiano scoperte, quasi una cattedra completa, che allo stato attuale verrà ricoperta da un supplente. Quattro cattedre in meno per Matematica e Scienze (alla media Campi di Cremona, Pandino, Spino d’Adda, Ostiano); meno tre di educazione musicale alle medie Virgilio di Cremona, a Sergnano e a Dovera; altre tre cattedre in meno per educazione artistica sempre alla Virgilio, a Dovera e a Vaiano; un perdente posto di educazione fisica a Dovera; uno di educazione tecnica a Sergnano; due di francese a Pizzighettone e Sergnano e due di inglese a Pandino e Pieve S. Giacomo.
“Sono dati che abbiamo elaborato sulla base di quanto comunicatoci dal Provveditorato, partendo dal contingente assegnato alla provincia di Cremona”, spiega Salvatore Militello, segretario provinciale Cisl Scuola. “Il calo demografico effettivamente c’è e la questione dei corsi ad indirizzo musicale quest’anno è impattante. Ma d’altra parte si tratta di scelte fatte dalle scuole e autorizzate, sulla base delle richieste delle famiglie”. Proprio ieri l’altro i sindacati scuola hanno manifestato in tutta Italia contro la riforma che il Governo Renzi sta per varare. Non c’è contraddizione tra le prossime assunzioni di 100mila precari e il taglio delle cattedre? “No – spiega Militello – il Governo assegnerà posti in organico di diritto a livello nazionale; ma sono le direzioni regionali a determinare l’organico nelle singole province e se quella di Cremona decresce come iscritti il risultato è questo. Piuttosto, Renzi era partito con 120mila assunzioni e adesso sono diventate 100mila, speriamo che non scendano a 80 mila. In questo Piano poi manca qualsiasi salvaguardia per tutti gli insegnanti nelle graduatorie di istituto che in tanti anni hanno assicurato il servizio. E non si parla minimamente di assunzioni per il personale non docente, che con la legge finanziaria viene tagliato di 2020 posti su scala nazionale. Mi chiedo: Chi aprirà e chiuderà le scuole l’anno prossimo? Gli insegnanti o i dirigenti?”.
Intanto a Pizzighettone e San Bassano, sede di due istituti comprensivi, emerge anche il problema del sottodimensionamento dei due istituti comprensivi. “La comunicazione del Provveditorato – spiega lassessore pizzighettonese Cristina Carminati, – precisa che due insegnanti perderanno la cattedra presso la scuola secondaria di primo grado. Il calo demografico è un fenomeno generalizzato che impatterà anche a Pizzighettone. Le ripercussioni si avranno a partire dal prossimo anno scolastico visto che solo con le nuove iscrizioni si è potuto accertare come il numero degli iscritti sia sceso sotto le 600 unità. Il calo degli studenti è una eventualità che abbiamo ben presente da un paio di anni, tanto che sono stati numerosi gli incontri tenuti anche dal sindaco Maria Carla Bianchi con gli altri sindaci del territorio per approfondire la percorribilità dell’accorpamento della scuola.” Il nuovo Istituto Comprensivo garantirebbe il mantenimento della dirigenza scolastica per gli anni a venire. L’accorpamento garantirebbe una razionalizzazione delle singole funzioni, per questo l’amministrazione comunale di Pizzighettone da molto tempo lavora per dare concreto avvio a questo iter e nei prossimi giorni procederà con nuove richieste di appuntamenti con i sindaci dei comuni limitrofi.
Giuliana Biagi
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