Cronaca

Revival fascista Bordo annuncia esposto in procura

Il deputato di Sel Franco Bordo annuncia un esposto in Procura per il ‘saluto romano’ fatto domenica 26 aprile al cimitero di Cremona dai simpatizzanti di Mussolini, a seguito della messa in suffragio. “Come riportato da tutti gli organi di informazione locale e testimoniato da chiare prove fotografiche – afferma Bordo –  in occasione della celebrazione in memoria di Benito Mussolini tenutasi il 26 aprile (a proposito, non doveva slittare al 3 maggio?) presso il cimitero di Cremona, abbiamo dovuto ancora assistere all’esibizione di simboli riferibili all’ideologia fascista e alla pratica del “saluto romano” da parte dei partecipanti, in aperta violazione delle disposizioni del Sindaco, ma, soprattutto, delle leggi della Repubblica, che vietano espressamente questi gesti.
L’esibizione del saluto romano è un’azione perseguibile. Lo ha sancito, nel settembre dello scorso anno, la Cassazione, che ha condannato definitivamente due neofascisti per aver riproposto gesti del ventennio, in particolare il saluto a braccio teso. I supremi giudici, infatti, hanno confermato la condanna per due simpatizzanti di Casapound, che a un raduno neofascista avevano salutato a braccio teso urlando ‘presente’, stabilendo che “nulla autorizza a ritenere che il decorso di ormai molti anni dall’entrata in vigore della Costituzione renda scarsamente attuale il rischio di ricostituzione di organismi politico-ideologici aventi comune patrimonio ideale con il disciolto partito fascista o altre formazioni politiche analoghe”. Anche secondo i giudici esistono quindi ancora rischi di “rigurgiti” antidemocratici, come indicano tanti recenti episodi avvenuti in Europa, che rendono necessario mantenere in vigore la legge Scelba che vieta la ricostituzione del partito fascista e gesti come il saluto romano.”L’esigenza di tutela delle istituzioni democratiche non risulta, infatti, erosa dal decorso del tempo e frequenti risultano gli episodi ove sono riconoscibili rigurgiti di intolleranza ai valori dialettici della democrazia e al rispetto dei diritti delle minoranze etniche o religiose”, scrive la Prima sezione penale della Suprema Corte nella sentenza 37577. Alla luce di questa sentenza sto provvedendo a preparare un esposto denuncia che presenterò alla Procura della Repubblica di Cremona affinché si proceda contro gli autori di tali gesti, gesti che a tutti gli effetti continuano a costituire un reato che deve essere perseguito, come sancito dalla Suprema Corte».

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