Cronaca

Un 25 aprile controverso: polemiche da centri sociali e centrodestra

Per l’anniversario del 70esimo della festa di Liberazione sono numerosi gli eventi e le manifestazioni in programma in tutte le città d’Italia, Cremona compresa. Un momento di ricordo, festa e non violenza per ritrovare l’unità. Ma non mancano le polemiche. Sia da parte dei centri sociali che propongono una contromanifestazione, sia dal centrodestra, che si lamenta per non essere stato invitato.

Per Franco Bordo, deputato di Sinistra Ecologia Libertà, il 25 aprile è la “festa della liberazione da ciò che più incarnava il male, il fascismo ed il nazismo, dalle loro abominevoli guerre, dalla repressione violenta e razzista, dalla negazione dei diritti umani, ma è anche la festa della liberazione di donne e di uomini, delle loro istanze, della loro vita e della vitalità del nostro popolo che ha lottato, senza contare le fatiche e i sacrifici, per costruire l’Italia dell’uguaglianza, dei diritti, della concordia, della fratellanza, della libertà dalle paure”. Per Bordo, festeggiare la Liberazione oggi significa “riaffermare quotidianamente la via della costruzione, dell’inclusione e della volontà di fermare i rigurgiti fascisti che, sotto varie forme, si riaffacciano sulla nostra realtà”, riferendosi in modo particolare alla “violenta ed eversiva attività di Casapound a cui è necessario rispondere con atti che costruiscono e non distruggono, in linea con quanto i Partigiani e la Resistenza ci hanno insegnato, in un’azione corale e positiva che sappia convincere e trascinare tutte le cittadine e i cittadini che si muovono sotto il vessillo della Costituzione, della Democrazia, della nonviolenza”. “Quello di quest’anno”, scrive Bordo, “è un 25 aprile offuscato dallo sbigottimento per quanto l asciato accadere ai poveri migranti, in fuga dalla guerra e dalla disperazione. Non c’è Liberazione, per nessuno, se questo Paese non riesce, da subito, ad affrancarsi dalla violenza, dall’intolleranza ed aprirsi ad un futuro di pace, accoglienza e dignità per tutti. Il resto è solo misera speculazione politica”.

Un invito a partecipare alle celebrazioni in corteo arriva anche dal centro sociale Dordoni che dà appuntamento alle 10 in piazza San Luca per la contromanifestazione. “A distanza di 70 anni dalla Liberazione”, si legge nella nota del Dordoni, “siamo ancora chiamati a Resistere e scegliere da che parte stare. Disoccupazione giovanile al 42%, smantellamento del welfare state, attacco alla scuola pubblica e alle università, devastazione dei territori e saccheggio delle risorse, impoverimento materiale e intellettuale, guerre camuffate da interventi umanitari e stragi nel Mediterraneo figlie di politiche securitarie; tutte queste sono le forme moderne dell’oppressione con cui le classi dirigenti colpiscono tutti e tutte”. “Scendere in piazza il 25 aprile”, per i militanti del Dordoni, “vuol dire tessere un filo rosso tra le memorie di lotte di ieri e una Liberazione ancora tutta da conquistare giorno per giorno, a Cremona come nel resto d’Italia”. Nel comunicato diffuso dal centro sociale si fa riferimento anche agli scontri del 18 gennaio scorso con Casa Pound: “l’attacco prettamente politico e lo stravolgimento mediatico dell’aggressione condotto dalla Procura e dalla Questura ai danni dei militanti antifascisti finiti in carcere e ai domiciliari il 10 aprile: tentativo di spaventare e intimorire coloro i quali in città portano avanti percorsi di lotta duraturi e solidi. Per dimostrare che la solidarietà è più forte di ogni misura repressiva, per ribadire che l’antifascismo è e deve essere valore e pratica quotidiana, scendiamo in piazza il 25 aprile”.

Per Matteo Piloni, segretario provinciale Pd di Cremona, “questi 70 anni segnano una tappa importante, oltre la quale devono essere le nuove generazioni a portare avanti la Storia di quegli anni e i valori della resistenza. Non solo per dare seguito ad una parte importante della nostra storia, ma perché su questa storia si è costruita la nostra Costituzione e i valori di Libertà del nostro Paese. Non solo perché ricordare è un obbligo, ma per consegnare a tutti noi la consapevolezza che ciò che è stato può tornare. La Libertà è un valore da difendere, in ogni ambito. La Resistenza porta con sé questo valore, e il ricordo di quegli anni deve consegnarci una nuova consapevolezza nel difendere la nostra libertà. Una libertà che passa attraversa la difesa della Democrazia e delle Istituzioni, presidi indispensabili e troppo spesso messi sotto attacco e delegittimati da una certa politica. Al contrario dobbiamo preservare quanto di più caro abbiamo, anche e soprattutto attraverso la Politica. La buona Politica. Perché non possiamo dare nulla per scontato. Non dobbiamo. Anche in provincia di Cremona”.

Rifondazione Comunista, evidenzia come “Molto di ciò che ricorderemo e celebreremo sabato 25 aprile, in questi ultimi anni è stato messo in discussione, ridimensionato, coperto, riletto e persino apertamente stravolto. Il revisionismo storico ha sedimentato un progressivo strato di falsità che ha rimosso il dramma epocale di una Italia abbrutita dalla violenza di vent’anni di dittatura fascista e stremata dalla guerra e che ha tentato e tenta ancora di far dimenticare cosa è stata veramente la lotta partigiana derubricandola a scontro fra parti di pari dignità. Persino la Costituzione repubblicana, antifascista, nata dalla Resistenza sembra risentire di questo clima di rimozione, di insofferenza, sembra addirittura non difenderci più. Non ci difende dai neofascismi e dalle nuove destre. Il fascismo, capitolato come sistema politico sotto i colpi della Resistenza partigiana e della guerra di Liberazione, oggi infatti rinasce vestendo “i panni puliti” di formazioni politiche e associazioni che rivendicano valori, simboli e strumenti di lotta direttamente mutuati dal Ventennio mussoliniano e dalla Germania nazista. Non solo quindi recupero culturale e simbolico di quelle ideologie ma anche sempre più spesso azioni concrete e violente, dirette contro antifascisti, militanti politici, gay, stranieri, spazi di socialità.
Non ci difende più dalle spietate leggi di mercato, dalla dittatura del pareggio di bilancio, dalla mercificazione del lavoro, dei beni comuni e dei diritti fondamentali delle persone; dalla discriminazione, dall’emarginazione sociale, dall’odio razziale, dalla distruzione ambientale, dalla malattia e dall’ignoranza, dal populismo.
Non ci difende più perché la Costituzione stessa è sotto attacco, colpita direttamente in più parti da riforme pericolose che la stanno riscrivendo, minando la stessa natura della nostra Democrazia. É colpita anche nei suoi principi fondamentali quando di fatto è svuotata da provvedimenti legislativi (spesso imposti dal Governo in forma di decreti-legge e votati a colpi di voti di fiducia) che tendono a concentrare tanti poteri nelle mani di pochi e allontanare dai territori e dalle comunità i processi decisionali. Il nostro sistema democratico sta subendo una progressiva torsione autoritaria, solo all’apparenza indolore. La nuova sciagurata legge elettorale che farà i suoi ultimi passaggi parlamentari nei prossimi giorni tenterà di completare l’opera di distruzione del nostro sistema democratico fondato sulla centralità del Parlamento e della rappresentanza. Tutti noi dobbiamo prendere coscienza di questa progressiva demolizione e fare la nostra parte per bloccarla e ribaltarla.
Dobbiamo difendere la Costituzione antifascista come è stata concepita dai padri costituenti e lottare perché sia applicata in ogni sua parte. Dobbiamo pretendere più rispetto per la cosa pubblica e più trasparenza dalle nostre istituzioni. Dobbiamo rivendicare il nostro diritto sacrosanto a resistere nelle nostre comunità contro gli effetti della crisi economica e della crisi di democrazia: resistere uniti, includenti e solidali. La partecipazione diretta, organizzata, popolare, diffusa e determinata potrà fare la differenza e fermare lo scempio della Carta che ci è più cara. Noi ci siamo”.

Qualche polemica arriva anche dal centrodestra, e in particolare da Ncd, che in queste ore ha reso nota la propria contrarietà per l’esclusione delle forze politiche di destra dalla organizzazione della manifestazione in piazza e dal volantino che la pubblicizza.

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