Politica

Affaire Chiappani, Sozzi e il Pd difendono Simona Pasquali

Foto Sessa

L’affaire ‘Chiappani’, esploso nella tarda serata di lunedì in chiusura del Consiglio comunale, che ha visto delle prese di posizione nei confronti della presidente del Consiglio comunale, Simona Pasquali, ha suscitato la reazione del vice presidente del Consiglio, Andrea Sozzi, consigliere comunale di Obiettivo Cremona con Perri, che spezza una lancia nei confronti della collega Pasquali. Secondo sozzi la donna “ha mantenuto correttamente il suo ruolo di imparzialità”.

“In qualità di vice presidente e rappresentante dell’opposizione, sono sempre stato coinvolto dalla Presidente nei passaggi di studio e lavoro sul regolamento comunale, che facciamo settimanalmente – evidenzia ancora il consiglieri -. Sul punto in questione, l’articolo 15 comma 3 fa riferimento alla sola nascita del gruppo misto, il cui capogruppo è nominato entro dieci giorni dalla costituzione del gruppo stesso. Non fa a nostro avviso riferimento a eventuali ricomposizioni del gruppo, a meno di altre interpretazioni giurisprudenziali, che, seppur possibili per ipotesi, non sono affatto automatiche come qualcuno vorrebbe. Giusta quindi, a mio avviso, la posizione cauta di Simona Pasquali”.

AGGIORNAMENTO – A difesa della presidente del Consiglio comunale interviene anche la segreteria cittadina del Partito Democratico, che “rinnova la propria fiducia nella figura del Presidente del Consiglio Comunale a seguito dell’iniziativa dei consiglieri Chiappani e Fiamma i quali mettono in dubbio con una mozione di sfiducia la correttezza del suo operato”.

I due consiglieri, fuoriusciti dal gruppo del Pd, sono confluiti nel gruppo Misto, insieme ad alcuni esponenti di altre forze politiche di opposizione. “Appare del tutto evidente che ogni passaggio successivo sia stato studiato collegialmente dalla Presidenza del Consiglio e valutato alla luce degli aspetti regolamentari e giurisprudenziali come si conviene in questi casi – evidenzia la segreteria del Pd -. In particolare non si capisce in che modo la Presidenza del Consiglio comunale, che ha sempre svolto la propria funzione nel rispetto del regolamento e senza mai venir meno alle proprie prerogative di garanzia dell’interesse generale, avrebbe potuto operare in modo strumentale o in ragione di quale presunto indirizzo politico di parte”.

lb

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