Edilizia e affari illeciti, le intercettazioni su 'ndrangheta e politico da aiutare Emersi interessi per lavori del megaimpianto di Bordolano
Secondo gli investigatori il gruppo di Giovanni Iannone, smantellato dalla polizia con l’operazione su affari illeciti fatti con società edili e di movimento terra, in passato voleva tentare di arrivare nel giro dei grandi appalti e addirittura all’Expo. Il 14 gennaio 2009 è stato registrato un aumento di capitale a 110mila euro della Cremona Scavi “necessario al fine di far partecipare la società agli imminenti lavori per la realizzazione di grandi opere pubbliche connesse alle costruzione della autostrada Brebemi e dell’Expo 2015, nonché per giustificare la consistente movimentazione bancaria sui conti societari, pari a decine di migliaia di euro”, si legge nell’incartamento dell’indagine.
A di là di questi progetti, diverse società sono state utilizzate per infiltrarsi in diversi lavori secondo la ricostruzione della polizia. Il quadro accusatorio racconta di prestazioni d’opera fornite alla ditta lodigiana Padana Strade con l’invio di mezzi e maestranze sui cantieri, “consentendo all’organizzazione di Giovanni Iannone di operare in nero in appalti in assenza delle previste prescrizioni di legge”, viene evidenziato nell’ordinanza di arresto firmata dal giudice per le indagini preliminari Guido Salvini.
Le comunicazioni registrate hanno avuto ad oggetto “la pianificazione di opera di fornitura di mezzi pesanti per movimento terra riconducibili all’organizzazione oggetto di indagine presso i cantieri ove la società Padana Strade si è aggiudicata subappalti per lavori di movimento terra”, cantieri che gli accertamenti hanno indicato a Bergamo (sito di realizzazione dell’ospedale Beato Giovanni XXIII), in provincia di Pavia (sito di realizzazione di macroarea a Siziano), a Crema e a Monticelli d’Ongina (su questi ultimi non sono noti i dettagli).
La “collaborazione” con la Padana Strade avrebbe portato il gruppo di Giovanni Iannone a interessarsi ai lavori di realizzazione del megaimpianto cremonese di stoccaggio di metano di Bordolano della Stogit. Le indagini hanno fatto emergere a inizio 2010 contatti tra la società Acmar di Ravenna (“ufficialmente aggiudicataria dei lavori appaltati da una società dell’Eni per la predisposizione dell’impianto di stoccaggio di gas metano a Bordolano”) e la Padana Strade. La Padana Strade “fa partecipare all’offerta di appalto la società Padana Strade onde consentire poi alla Euro Beton, in caso di vincita della gara, di partecipare ai lavori sotto la copertura societaria della Padana Strade. Si evidenzia che in merito ai lavori suindicati, gli operanti hanno riscontrato che effettivamente la Stogit ha avviato nel 2006 il progetto per convertire il giacimento ormai esaurito ubicato nel comune di Bordolano, in provincia di Cremona, in un giacimento per lo stoccaggio di gas metano”, scrive il gip.
‘AL POLITICO I VOTI DELLA FAMIGLIA E DEGLI AMICI ALLE ELEZIONI REGIONALI IN CAMBIO DELL’AUMENTO DI VALORE DI UN TERRENO’: L’INTERCETTAZIONE – Contatti sarebbero stati in essere anche con il mondo politico-amministrativo. Le carte che descrivono il quadro accusatorio riferito all’organizzazione di cui Giovanni Iannone sarebbe il capo parlano di “concreto rischio di infiltrazioni nel settore politico-amministrativo”. Si menzionano fatti “i cui contorni non sono ancora ben definiti, ma consentono di avere un quadro ancora più chiaro della spiccata capacità criminale e pericolosità sociale di Iannone Giovanni e delle persone attorno a lui gravitanti”. La vicenda riguarda contatti tra Giovanni e Antonio Iannone e due soggetti interessati a coinvolgerli in una operazione speculativa per arrivare al cambio di destinazione d’uso di un terreno (da zona agricola a residenziale) che avrebbe così moltiplicato il valore fino a decine di milioni di euro. Un terreno di cui non è nota al momento l’ubicazione. Ma che il procuratore Roberto di Martino, lunedì mattina durante la presentazione dei risultati dell’operazione, ha detto essere nel Cremonese. Uno dei due interlocutori degli Iannone sembra potesse contare su un politico non identificato a cui “bisognava dare una mano” alle elezioni regionali del 2010 in cambio di un intervento per il cambio di destinazione del terreno. In un’intercettazione del 3 marzo 2010 Giovanni Iannone sostiene di poter garantire “i voti della famiglia e degli amici della famiglia”.
La questione è al centro di una conversazione tra gli Iannone e due soggetti (Giancarlo, chiamato Carlo, e Leonardo) del 3 marzo 2010, intercettata negli uffici della Euro Beton di via Aldo Moro a Corte de’ Cortesi (località Cignone). Si parla di soldi e della prospettiva di costruzione sul terreno una volta ottenuto il cambio in residenziale. Ecco alcuni passaggi dell’intercettazione.
Leonardo: Hai saltato un passaggio… allora sai che il terreno in questo momento è agricolo e noi lo facciamo diventare residenziale… (incomprensibile)… ci vuole, con l’amministrazione ho già parlato… (inc.)…
Più avanti.
Leonardo: … Una volta che è residenziale presentano alla giunta questo progetto, la giunta lo porta al sindaco, la giunta lo porta per l’approvazione, la giunta lo approva, una volta che l’ha approvato la giunta deve passare in consiglio comunale, il consiglio comunale lo vede ecc… e lo approva, perché poi l’iter tra la giunta e consiglio comunale… (incomprensibile… entra Antonio…)… una volta approvato ci vuole… (inc.)… la legge dice in questi 60 giorni chiunque può fare delle contro osservazioni… però voi fate quella cosa lì… ognuno può dire quel cazzo che vuole così è può dire tutto quello che vuole… dopodiché, passati i 60 giorni non c’è più tempo per fare le osservazioni da parte del cittadino, una volta osservato se arrivano una, cento o mille osservazioni, bisogna controdedurre, controdedurre vuol dire che Antonio ha detto che lì non va bene il palo della luce…
OMISSIS – Uomo spiega l’iter per ottenere approvazione da parte del comune per il loro progetto…
Leonardo: Noi stiamo qui parlando di un qualcosa… qualcosa che lo paghiamo un quarto, un quinto del suo valore perché tu, l’investimento è 15 milioni, ammesso e concesso che lo vendi a prezzo di cooperativa, oggi le cooperative che ci sono… (inc.)… e balle varie 450, 500 al metro quadro, 400 ma a fare proprio… 400 vuol dire 40 milioni, tu ne hai spesi 15, ne prendi 40 se poi il mercato torna come il 2007, 2008, vuol dire che tu arrivi a 100 milioni, guarda che c’e n’è differenza di soldi… o no… Giovanni: In tre anni…
Leonardo: Eeh… però c’è da lavorare con la politica, cioè, poi… ho detto…
Giovanni: Per il progetto tu lo fai… (inc.)…
Leonardo: Lo facciamo… io, il mio socio è architetto, è insieme con un architetto di grido internazionale… che così ci presenta l’amministrazione perché non siamo qui per… (inc…) architetti che abbiamo, prendiamo uno di quelli che è di grido internazionale, ecco perché dico costa… poi dopo alla fine, la progettazione ecc… chi a la (inc..)… va avanti col progetto… prendiamo Mario Bo prendiamo uno di quelli di grido… cioè hai capito… perché se ti presenti con un architetto qualsiasi…
Antonio: Manco lo guardano…
Leonardo: Hai capito o no…
Antonio: … (inc.)…
Leonardo: Perché poi quello lì (inc.)… le cose no eh perché, parliamoci chiaro, io obiettivamente sono quello che fa da ago di congiunzione perché…
Giovanni: L’ago della bilancia…
Leonardo: Quello che deve tagliare e cucire sono… perché… (inc.) il discorso di mandare… (inc.)… noi siamo corregionali, tu calabrese e io lucano… siamo proprio attaccati…
Giovanni: Sì…
Leonardo: Perciò, te l’ho spiegata ieri la storia che lo sai meglio di me, chi lo vuol mangiar da solo il mandarino lo mangia una volta e non mangia più… se invece apre lo spicchio ha dieci spicchi… (inc.)… chi non capisce queste regole… (inc.) perché qui io dico che la progettazione la faccio fare a (inc.)… perché è un personaggio della zona… (inc.)… quello lì si da del tu col presidente della banca… (inc.)… sono amici di famiglia… e allora lui ha quell’architetto che è giusto che lavora lui… perché lavorando lui… (inc.)… non è che me lo deve dire lui però, lui mi porta dal padre e io… (inc.)… se non è questo sabato che veniamo giù o l’altro sabato porto anche lui… (inc.)… perché vedrai che Luciano conosce qualche…
Carlo: Eeh… o che veniamo da qualche parte magari se venite voi a Cremona…
Leonardo: Sì ci vediamo lì da quelle parti sai…
Inc.
Leonardo: Poi non c’è bisogno che ve lo dico io ve lo ha detto anche Carlo, una mano alle elezioni bisogna dargliela…
Giovanni: Gliela diamo dov’è il problema…
Leonardo: E’ un amico…
Giovanni: Mio siamo della stessa corrente quindi non è che andiamo… (inc.) poi c’è Carlo che Carlo quando dice una parola Carlo è legge…
Leonardo: Carlo tu sei un uomo… (inc.)… se viene fuori bene…
Giovanni: Ascolta dalla nostra famiglia, dalla nostra famiglia se dico una cosa che minimo, minimo, minimo, non ti voglio esagerare perché io, a me non mi piace esagerare, 50 voti ce li da a lui…
Leonardo: Bastano… ti ripeto noi… (inc.)… tu e basta che mi porti altri tre… lui, io… basta che mi porti altri tre…
Giovanni: Ma io tutta la mia famiglia ci faccio votare a… (inc.)… stai tranquillo e agli amici miei…
Leonardo: Tu lo conosci?
Giovanni: No io non lo conosco…
Leonardo: Ecco perché io ti ho detto che quella sera lì ci sarà anche, quando ci vediamo chiamiamo, Gianni che viene a bere un bicchiere con noi… (inc.)… che lui… tu lo sai che noi lo chiamiamo e lui arriva…
Non è ancora chiaro se il cambio di destinazione ci sia stato e l’identità del politico è ignota, ma gli accertamenti non sono finiti.
Le persone che parlano nell’intercettazione si dimostrano attente al palcoscenico politico di Cremona e provincia. In alcuni commenti discutono anche di Oreste Perri, ex sindaco di Cremona, e Giuseppe Torchio, ex presidente della Provincia. Un passaggio in cui non emergono situazioni illecite ma che serve per comprendere l’attenzione di determinati personaggi verso le vicissitudini politiche della zona.
Leonardo: Cioè hai capito com’è la storia? Gianni può…
Giovanni: Come quando il sindaco di Cremona no, il sindaco di Cremona, eh coso… Perri…
Leonardo: Perri… allora è venuto persino da… (inc.)… ha chiuso la campagna elettorale da Rosito… tu c’eri quella sera lì?
Giovanni: No, non sono venuto io… ti posso dire una cosa, tutti quanti a Cremona, geometri di qua geometri di la… Giovanni vota per noi vota per noi… no tutti… (inc.)…
Leonardo: ma mi ha detto 8 inc. 9… che quel ragazzo lì si è montato un po’ la testa o sbaglio…
Giovanni: Chi è?
Leonardo: Il sindaco di (inc.) si è montato un po’ la testa?
Giovanni: No, ti dico che è un ragazzo che quando ti incontra per la strada si ferma ti saluta e tutto, invece chi si era montato la testa era quel cornuto di Corano neanche ti cagava…
Leonardo: Giuseppe Torchio lo conosci?
Giovanni: Sì Torchio
Leonardo: Io sono amico di Giuseppe da almeno più di 30 anni…
I RAPPORTI CON LA ‘NDRANGHETA: L’INTERCETTAZIONE – Nell’indagine attraverso cui la polizia ha puntato la lente su business illeciti nel settore dell’edilizia e del movimento terra e che ha portato a numerosi arresti (coinvolti diversi uomini di origine calabrese residenti a Cremona, Giovanni Iannone in primis) e a scoprire contatti con ambienti di ‘ndrangheta, una conversazione giudicata importante secondo le carte dell’inchiesta è stata registrata il 19 febbraio 2010 negli uffici della Euro Beton di Cignone: “Iannone Giovanni e Iannone Antonio venivano sollecitati dal pregiudicato Sarcone Nicolino, accompagnato negli uffici di Cignone da Lamanna Francesco, a mettere a disposizione una società dove poter scaricare fatture evidentemente per operazioni inesistenti per un ammontare di 100mila euro”. Francesco Lamanna è finito nell’inchiesta Aemilia di qualche settimana fa, ritenuto il referente nel Cremonese della cosca Grande Aracri. Nicolino Sarcone è un altro nome finito nell’operazione Aemilia di qualche settimana fa, ritenuto il referente della cosca Grande Aracri a Reggio Emilia. Negli uffici della Euro Beton era presente anche Salvatore Muto secondo quanto appuntato dagli investigatori. Pure Salvatore Muto è finito nell’inchiesta Aemilia, indicato come il presunto guardaspalle di Francesco Lamanna. “Nella circostanza – è annotato – Iannone Giovanni e Iannone Antonio proponevano la società Top Beton srl, in quanto pur essendo protestata non era ancora stata dichiarata fallita. Lamanna Francesco, dopo aver rappresentato che a loro serviva emettere fatture per centomila euro, resosi conto della reale situazione in cui versava la società Top Beton srl che Giovanni Iannone ed il figlio Antonio volevano mettere a disposizione per l’emissione di fatture per operazioni inesistenti evidenziava che rischiavano di farsi arrestare dicendo ‘vedi che ti carcerano'”.
Ecco la conversazione tra Nicolino Sarcone, Giovanni Iannone, Salvatore Muto, Antonio Iannone e Francesco Lamanna.
Nicolino: Una società che sta fallendo me la dai?
Giovanni: Una società che sta fallendo?!…
Nicolino: … (incomprensibile)…
Salvatore: Sta facendo… (inc.)…
Antonio: Eh non è che sono… fallite le società… non sono fallite!…
Nicolino: … (inc.)…
Antonio: Ah… una di quelle la…
Nicolino: … (inc.)… ci butto centomila euro di… (inc.)…
Giovanni: E prenditi la Top Beton!…
Nicolino: E che… (inc.)… ci compriamo le rate e ci facciamo… (inc.)…
Antonio: E… qualche cosina… pure noi la dobbiamo avere qua!…
Giovanni: Porta… (voci sovrapposte)…
Nicolino: E non… (inc.)… centomila euro ci carichi i… (inc.)…
Antonio: Ah ci devi caricare centomila euro di fatture… ahhh!…
Nicolino: … (inc.)… di un amico mio gli ho venduto questa roba a… (inc.)… hai capito o no?…
Giovanni: Vedi che c’è il… (inc.)… vedi!…
Nicolino, Francesco: … (inc.)… (voci sovrapposte)…
Francesco: … (inc.)… (voci sovrapposte)… che gli servono centomilaeuro di… (inc.)…
Giovanni: Centomila euro, mamma mia… non gliene dare!… (ridono)…
Un altro sintomo della vicinanza presente tra ambienti di ‘ndrangheta e soggetti coinvolti in quest’operazione è il trasferimento della sede della Ecoedile nel 2010, dopo l’acquisizione della società, da Milano a un indirizzo di Cremona in cui è risultata avere sede una società in cui figurava come socio Salvatore Muto.
IL TRAFFICO DI MEZZI DA LAVORO – Sul fronte del traffico illecito di mezzi da lavoro, in cui viene inoltre delineata l’attività di un’associazione per delinquere in collegamento con il gruppo degli Iannone e finalizzata a far sparire questi mezzi, gli affari sono stimati in centinaia di migliaia di euro. L’indagine descrive le partenze per l’estero dei mezzi (soprattutto verso l’Albania e la Libia). In particolare le partenze dal porto di Bari. Non vengono esclusi rapporti di connivenza con funzionari doganali.
Michele Ferro
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