Cronaca

'Nessun ravvedimento', ecco perché Babassi resta in carcere

Sopra, da sinistra l’avvocato Gigliotti e l’avvocato Parisi, legali dei due arrestati (foto Sessa)

Resta in carcere perché non ha mostrato “ravvedimento” “alla luce della gravità del fatto”. Così motiva il giudice Letizia Platè la decisione, presa sabato 4 aprile, di far restare in carcere Aioub Babassi, il 20enne bresciano frequentatore del Kavarna arrestato lunedì 30 marzo dalla polizia insieme al coetaneo cremonese Mattia Croce per i danni arrecati alla città il 24 gennaio scorso in occasione del corteo organizzato dal centro sociale Dordoni. Per Babassi, che come Croce si era avvalso della facoltà di non rispondere, pur rilasciando dichiarazioni spontanee, il gip aveva respinto la richiesta della libertà, o in subordine i domiciliari, avanzata dall’avvocato Raffaella Parisi, che aveva presentato l’istanza un giorno prima del difensore di Croce, l’avvocato Marilena Gigliotti. Per il gip, dunque, almeno per il bresciano, sussistono ancora le esigenze cautelari: “non vi sono indici di una volontà di resipiscenza o spiegazioni alternative”.

Ora si attende la decisione per Croce, per il quale il suo avvocato ha chiesto i domiciliari a casa del padre.

A Mattia Croce, che il giorno del corteo antifascista era armato di un bastone della lunghezza di poco meno di un metro, è contestata in particolare la rottura di un cartello affisso alla parete della Banca di Credito Cooperativo del Cremonese di via Dante 213, il danneggiamento del relativo bancomat e la distruzione della penultima e della terz’ultima finestra dell’istituto di credito, la disintegrazione delle vetrine della filiale della Cariparma di via Dante 232, la distruzione della vetrina della porta d’ingresso e di un totem pubblicitario e di altri arredi interni del comando della polizia municipale di piazza Libertà.

Ad Aioub Babassi, armato di un cartello stradale metallico divelto dalla sede stradale, è invece contestata la distruzione dell’ultima e della penultima finestra della filiale della Banca di Credito Cooperativo del Cremonese di via Dante 213 e la distruzione delle vetrine della Cariparma di via Dante 232.

Nelle 17 pagine di ordinanza di arresto del gip Letizia Platè si legge che i due sono “costantemente impegnati in azioni di illegittima disobbedienza all’ordine democratico e sociale” e, se lasciati liberi, “vi è il concreto pericolo che possano reiterare il reato all’inaugurazione dell’Expo del primo maggio e anche prima, il 25 aprile, all’interno delle contestazioni del movimento antagonista”. Per il gip, sia il cremonese che il bresciano hanno partecipato sin dall’inizio al corteo di Cremona, “mantenendo una posizione pressoché costante di prima linea”.

Sara Pizzorni

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