Il caso Protti, lettera al sindaco: 'Ripristinate la targa a suo nome'
Il 5 agosto del 2010 la giunta comunale di Cremona aveva deciso di intitolare via Strettalunga al baritono cremonese Aldo Protti, scatenando un lungo braccio di ferro tra le forze politiche e anche forti reazioni negli anni successivi, rimarcate da episodi di danneggiamenti e atti vandalici alla tanto contestata targa. All’epoca la sinistra aveva respinto a maggioranza una proposta presentata dall’allora partito di An di intitolare la via a Protti, considerato un fascista, uomo delle Brigate nere, che aveva partecipato ai rastrellamenti dei partigiani. Notizia, però, a detta della famiglia, mai provata da alcun documento. A fine giugno del 2011 la targa in marmo dedicata all’artista era stata svitata e rubata, lasciando scoperto sul muro il vecchio nome della strada: via Strettalunga. Due mesi dopo la targa provvisoria apposta dopo l’ultimo danneggiamento era stata deturpata, e da allora mai più sostituita.
Lo scorso 3 marzo il legale dei familiari, l’avvocato Alberto Bazzano, del foro di Torino, ha scritto una lettera al sindaco Gianluca Galimberti affinchè ripristini la targa intitolata ad Aldo Protti.
“Ho invitato l’amministrazione comunale”, ha fatto sapere il legale, “a ristabilire, nel ventennale della scomparsa del grande baritono, l’insegna in questione, non solo per ragioni legate all’urbanistica, in relazione alle quali il caso cremonese costituisce forse un unicum in Italia, ma soprattutto perché le violenze, ancorché ideologicamente motivate, restano violenze e, pertanto, non possono essere tollerate e tanto meno è auspicabile che il Comune pieghi il capo di fronte ad esse. Ho rammentato che l’intitolazione a Cremona di una via ad Aldo Protti non è stata improvvisata, bensì decisa all’esito di un’approfondita disamina storica che ha consentito di appurare l’estraneità di Aldo Protti rispetto ad episodi di violenza, prevaricazione e ad azioni criminali durante la seconda guerra mondiale”. “Per la stessa ragione”, ha concluso l’avvocato Bazzano, “il Comune di Milano ha intitolato un giardino alla memoria dell’illustre baritono. Nel capoluogo lombardo, tuttavia, non si sono registrate azioni vandaliche al riguardo”.
Il caso giudiziario di Aldo Protti, intanto, sarà discusso domani davanti al giudice Guido Salvini. Si tratta di una causa di diffamazione intentata da Masako Tanaka Protti, moglie del baritono scomparso nel 1995, contro un giornalista cremonese e contro Deo Fogliazza, figlio di Enrico “Kiro” Fogliazza, partigiano cremonese simbolo della Resistenza. Il giornalista, assistito dall’avvocato Andrea Polara, e Fogliazza, difeso dal legale Lapo Pasquetti, sono accusati di aver scritto sui rispettivi blog frasi ingiuriose nei confronti del celeberrimo artista cremonese, messo in relazione ai rastrellamenti in Val di Susa dove vennero trucidati anche partigiani cremonesi. Domani il magistrato dovrà decidere se accogliere o meno la seconda richiesta di archiviazione presentata dalla procura in seguito alle indagini integrative ordinate dallo stesso Salvini per fare piena luce sull’episodio del Col del Lys e sui fatti storici relativi alla presenza o meno del famoso baritono nei rastrellamenti contro i partigiani. In udienza, alla richiesta di archiviazione della procura, i familiari di Protti si opporranno.
Sara Pizzorni
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