Cronotachigrafo truccato A rischio cautele contro infortuni, a processo
Rimozione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro. Con questa accusa sono stati rinviati a giudizio dal giudice Guido Salvini, Roland Spahiu, 39 anni, albanese, e il suo datore di lavoro, Giuseppe Caruso, 50 anni, entrambi residenti a Napoli, per fatti accaduti in territorio cremonese Il 5 luglio del 2013 durante un controllo della polizia stradale. Per la procura, Spahiu, autista di un autoarticolato Iveco, e Caruso, amministratore unico dell’omonima ditta di autotrasporti, mediante una centralina elettronica azionata da un telecomando installata a bordo del mezzo, avrebbero alterato il funzionamento del cronotachigrafo digitale allo scopo di distorcere i dati sulle ore di guida e di fermo obbligatorio, omettendo di adottare cautele contro gli infortuni sul lavoro.
E’ la prima volta a Cremona che per casi di questo genere si applica l’articolo 437 del codice penale. Il sofisticato congegno, infatti, avrebbe anche impedito il funzionamento regolare del limitatore di velocità e dell’impianto frenante Abs del mezzo, che, di conseguenza, a velocità elevata o durante manovre di emergenza, avrebbe potuto diventare pericoloso per la sicurezza dello stesso conducente e ovviamente di tutti gli utenti della strada. Un dispositivo, secondo il giudice, “tale da realizzare condizioni lesive del diritto allo svolgimento del lavoro in condizioni di sicurezza”.
Il reato contestato è punito con la reclusione fino a cinque anni. Oltre all’accusa penale è stata comminata anche una pensante sanzione di 841 euro (raddoppiata per l’alterazione dell’apparecchio) per l’articolo 179 del codice della strada per il mancato rispetto della normativa dei tempi di guida e di riposo, più dieci punti tolti dalla patente e sospensione della stessa per un periodo tra i 15 giorni e i tre mesi.
Due anni fa, durante il controllo della stradale di Cremona, gli agenti avevano richiesto al conducente la stampa del cronotachigrafo digitale per il controllo dell’attività lavorativa svolta in quella stessa giornata. Subito i poliziotti si erano accorti che il veicolo, fermato durante la marcia, risultava invece essere fermo, come se l’autista stesse usufruendo di un riposo. Sul mezzo era stato trovato un telecomando posizionato all’interno di un portaoggetti della portiera lato guida, utilizzato per falsare le registrazioni dell’apparecchio di controllo per non incorrere in sanzioni amministrative relative a violazioni al codice della strada. Lo stesso autista aveva ammesso che le anomalie riscontrate nella stampa dei dati erano il frutto di un’alterazione del cronotachigrafo, e che il telecomando serviva per comandare a proprio piacimento la funzionalità dello stesso allo scopo di sottrarsi a controlli di polizia.
“Una decisione importante, quella del giudice Salvini”, ha commentato il comandante della polizia stradale di Cremona Federica Deledda, “perché in questo modo ci sentiamo meno soli nel nostro lavoro su strada e sicuramente più motivati”. Il comandante ha sottolineato il grande lavoro della stradale in merito al settore autotrasporto, nel quale seguire le regole è basilare. “Dall’inizio dell’anno”, ha detto il comandante, “e cioè nei mesi di gennaio, febbraio e marzo abbiamo controllato 1.594 mezzi pesanti”, “e per farlo”, ha tenuto a sottolineare, “ci vuole tempo e un grande impegno”.
Sara Pizzorni
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