Cultura

Inaugurata al Museo del Violino la mostra sugli arazzi della Cattedrale

Foto: Sessa

Un vero e proprio cantiere aperto per l’inaugurazione della mostra I magnifici intrecci, che vede protagonisti gli arazzi della Cattedrale, del ciclo di Sansone. L’allestimento, iniziato nel tardo pomeriggio di martedì, a causa delle tempistiche necessarie per ottenere l’autorizzazione dalla Sovrintendenza, non è infatti ancora completo. Ma lo sarà per domani, 2 aprile, dopo che per tutta la notte i restauratori e gli addetti lavoreranno per portare a termine il lavoro. La mostra sarà poi visitabile fino alla fine di agosto, dal martedì alla domenica dalle 10 alle 19 (chiuso lunedì).

Le opere, alcune di dimensioni davvero ragguardevoli, sono disposte nelle varie sale della mostra, alcune appese verticalmente, altre invece collocate su piani inclinati di 45 gradi: si tratta delle opere non ancora restaurate, che vengono posizionate in questo modo per evitare che i tessuti si rovinino.

“Questa è una giornata importante, che segna l’inizio di una mostra originale e unica per la città, ma anche di una stagione di mostre che caratterizzeranno l’anno di Expo e gli anni a venire” ha detto il sindaco di Cremona, Gianluca Galimberti, che ha presentato l’evento insieme al vescovo Dante Lafranconi e a monsignor Achille Bonazzi, responsabile dei beni culturali della Diocesi di Cremona.

“Chi entrerà qui potrà ‘ascoltare’, attraverso la visione degli arazzi, il racconrto delle origini spirituali del nostro popolo e della nostra comunità – ha detto ancora il sindaco -. E’ straordinario come il ‘600 diventi ancora una volta un secolo fondamentale per la cultura della città: è il secolo della realizzazione degli arazzi, ma anche quello di Monteverdi e dei liutai cremonesi. A riprova di una città che è culturalmente viva”.

“Gli arazzi sono una vera e propria Bibbia in immagini – ha detto monsignor Lafranconi -. Fanno riferimento alla storia del Popolo di Israele quando è giunto nella Terra promessa, e si è trovato con altri popoli accanto con cui convivere, che adoravano altre divinità e che a volte entravano in conflitto tra loro. Il messaggio che lasciano è il richiamo di Dio ad essere fedeli alla promessa dell’alleanza”.

“Questa è un’opera unica al mondo, in quanto è l’unica collezione completa rimasta delle 3 che ne sono state realizzate – spiega don Achille Bonazzi -. Questa è la prima volta che le opere vengono esposte al completo, visto che l’ultima mostra di cui sono stati protagonisti, nel lontano 1987, a Santa Maria della Pietà, non erano presenti tutti”. Infatti stavolta si potranno ammirare tutti i 12 arazzi, oltre ai 2 della Vita di Cristo di proprietà del Vescovo Speciano. “L’idea mi venne presentata dal dottor Mario Silla con l’avvallo del Cavaliere Giovanni Arvedi a fine febbraio scorso: venne subito accettata anche perché una delle finalità della Mostra è rappresentata dal fatto che con i proventi si cercherà di recuperare un ulteriore arazzo”.

Grande attenzione è stata posta anche alla realizzazione del catalogo, che sarà pronto nelle prossime settimane: esso non è, infatti, una copia del precedente, come evidenzia ancora monsignor Bonazzi, ma “presenterà uno scritto del professor don Maurizio Compiani sull’attualità biblica della storia di Sansone. Il nuovo catalogo preciserà anche il confronto dei metodi di restauro dei panni: quelli utilizzati dalla Reverende Suore Adoratrici nel periodo che va dagli anni ’20  agli anni immediatamente seguenti la conclusione della seconda guerra mondiale che possono essere chiamati “rammendo” con l’aggravante di aver cucito la fodera al supporto; la modalità della manutenzione straordinaria su quelli restaurati dalle religiose; il restauro con criteri attuali su alcuni di essi. Vi saranno poi delle indagini diagnostiche sui filati e delle precisazioni storiche sull’autore dei cartoni. Una più attenta lettura dei documenti d’archivio getta infatti una nuova luce sull’autore dei cartoni delle ‘Storie di Sansone’, così che l’ipotesi sostenuta nel 1987 che lo identificava in Gillio Mechelaon di Malines ora può essere precisata meglio: l’autore sarebbe il pittore fiammingo Michiel Coxcie, con una conseguenza positiva per il valore storico-artistico degli stessi”.

La curatrice della mostra, Tiziana Benzi (che è anche la curatrice della mostra degli arazzi del Quirinale) ha infine espresso la propria soddisfazione “e orgoglio per poter lavorare alla riscoperta di queste meravigliose opere. Auspico che i cremonesi vengano a verificare di persona quanto questa tecnica artistica, seppure considerata minore, possa portare a dei risultati così importanti”.

Laura Bosio

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