Politica

Pontiggia, Pd: 'Difficile spegnere del tutto inceneritore entro due anni'

AGGIORNAMENTO – La presidente della commissione Ambiente in Comune, Francesca Pontiggia, giudica “improbabile che si possa spegnere completamente l’impianto entro 2 anni”. E’ la prima volta che un esponente Pd prende posizione chiara su un tema delicato per questa maggioranza, che sullo spegnimento entro tre anni dell’impianto aveva giocato la sua campagna elettorale.

Francesca Pontiggia, presidente commissione Ambiente

A due giorni dalla tumultuosa commissione Ambiente, Pontiggia tira le somme di quanto uscito dal confronto tra sindaco Galimberti e dai direttori di Lgh e Aem Gestioni. Arrivare a quella convocazione, il 18 marzo,  non era stata cosa facile, dopo le bordate polemiche della minoranza di Fasani e Ventura sul boicottaggio della Vigilanza su quegli stessi argomenti. “La commissione del 18 marzo – afferma Pontiggia –  è stata fortemente voluta al fine di mettere chiarezza su alcune divergenze interpretative dei dati, quindi si è ritenuto opportuno creare un momento ufficiale di confronto tra i vari attori di questa complessa partita. Nei colloqui informali avuti nei giorni che hanno preceduto la commissione, ho avuto conferma che non sarebbe stato un consesso semplice da gestire, tuttavia ha prevalso la volontà di tutti di far emergere i dati e le loro divergenze interpretative, così che, nonostante il perenne clima di tensione, i lavori della commissione sono stati portati al termine ed il tema si è sviscerato in tutta la sua complessità”.

Fermo restando che l’obiettivo del centrosinistra cremonese era e resta quello di superare l’incenerimento dei rifiuti, l’esponente Pd prende atto che lo scenario è oggi completamente cambiato rispetto a un anno fa. “L’Amministrazione – afferma –  in questi mesi ha messo in campo tutte le forze al fine di dismettere l’impianto di via San Rocco, si consideri che ai tempi della campagna elettorale i ragionamenti erano fatti su un bacino di smaltimento regionale (come normativamente previsto), per cui vi era una capacità di sovraincenerimento, mentre ora con l’entrata in vigore dello Sblocca Italia si ragiona in un ambito nazionale.

“Infatti, come si è detto durante la commissione, il nostro impianto è classificato R1, pertanto ha il requisito di efficienza per poter entrare nella cosìddetta ‘rete nazionale’. Dalle informazioni in mio possesso nel caso in cui si rientrasse in tale circuito lo spegnimento dell’impianto parrebbe rappresentare un’interruzione di pubblico servizio”. Il condizionale è d’obbligo, precisa Pontiggia, perchè “sono ancora in attesa di un parere tecnico legale sulla tematica. Stante l’obiettivo politico di arrivare alla graduale dismissione del termovalorizzatore di Cremona, atteso che sono ancora in corso gli studi per definire gli scenari di decommissioning, ad oggi ritengo improbabile che si possa spegnere completamente l’impianto entro 2 anni”.

“Dai dati emersi si può presupporre che tra ammortamenti ancora in essere, ripristini ambientali, impianti sostitutivi per il teleriscaldamento e per il trattamento dei rifiuti l’operazione potrebbe avere un costo di decine di milioni di €, ma questo è un dato che riguarda il solo impianto di Cremona. LGH è una holding che racchiude più territori (Cremona, Crema, Lodi, Pavia e Rovato) e con più asset strategici (energia elettrica, rifiuti e gas)”.

Da questo punto di vista Pontiggia afferma di apprezzare le conclusioni che lo stesso Galimberti ha fatto a fine seduta e cioè di “chiedere all’azienda proprietaria dell’impianto di valutare i costi di spegnimento in un’ottica complessiva e sovra territoriale di gestione dei rifiuti ed a far istituire un’apposita commissione di studio aziendale composta da membri di tutti i territori coinvolti. Infatti è tutto l’asset sovra provinciale di gestione dei rifiuti da prendere in considerazione e non solo il comune di Cremona”.

Infine, un appello alla calma, che in commissione e nei giorni precedenti è mancata considerata la vicenda delle presunte pressioni dell’assessore Manfredini su Zamboni (Aem Gestioni). “Vista la complessità della tematica credo che sia opportuno discuterne in un clima sereno al fine di reperire le migliori soluzioni tecniche ed economiche che le normative attuali consentono di applicare. Come presidente della Commissione ambiente intendo proseguire un percorso informativo puntuale e costante a garanzia della volontà di trasparenza condivisa dalla maggioranza di Governo cui appartengo”.

POLEMICA SULLE FRASI DI PEZZONI  – Sull’argomento, è polemica aperta tra Marco Pezzoni, parlamentare ulivista ora attivo nelle associazioni ambientaliste, e Federico Fasani, ora consigliere Ncd ed ex assessore con Perri, sul fatto che l’arco temporale di tre anni  per la chiusura dell’inceneritore sia contenuto anche nelle linee guida sui rifiuti votate in Consiglio comunale nel 2014  dal centrodestra. Questo, infatti, ha dichiarato Pezzoni  durante la trasmissione di Cremona1 “la Piazza”. “E’ una bugia assoluta che quella scadenza fosse inserita nelle nostre linee guida – afferma Fasani -. Mettere una data alla chiusura dell’inceneritore è stata una precisa responsabilità di Pezzoni, che ha scritto la parte ambientale del programma elettorale di Galimberti, e dello stesso Galimberti che lo ha ribadito fino all’ultimo giorno di campagna elettorale”. Sull’argomento Fasani si scalda: “Sono sei mesi che cerco di far uscire la verità sui dati dell’inceneritore che la giunta Galimberti ha sempre nascosto. Adesso che ci siamo riusciti in commissione, non posso accettare che vengano dette falsità”.

L’ATTACCO DEI 5STELLE – Sull’argomento inceneritore interviene a due giorni dalla Commissione Ambiente, anche il deputato del Movimento 5Stelle Danilo Toninelli. “Nei fatti – afferma –  è il fallimento della promessa elettorale di Galimberti di chiuderlo. Nella Commissione Ambiente di ieri – continua il deputato – Aem Gestioni ha confermato i sospetti del M5S. Nell’ultimo anno l’inceneritore di Cremona è stato oggetto di interventi di miglioramento: 3 milioni e 600 mila euro per il miglioramento della linea fumi, che hanno fatto sì che il termovalorizzatore salisse ‘di grado’. Quale prova migliore del fatto che l’inceneritore continuerà la sua attività, attirando rifiuti da tutta Italia come prevede lo Sblocca Italia del Governo Renzi? Le lettere al Ministero che invocano l’aiuto di tutte le forze politiche e i tavoli di lavoro che il Sindaco Galimberti continua a invocare, con le loro date spostate sempre in avanti nel tempo, sono solo un modo per prendere tempo, come avevamo denunciato. Mentre un altro modello di gestione dei rifiuti non solo è possibile ed ecosostenibile ma è anche vantaggioso in termini economici per tutti i cittadini, a Cremona si potenzia l’inceneritore: ecco che fine fanno le promesse elettorali”.

Giuliana Biagi

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