Agricoltura batte disoccupazione: 28% in più nel 2014
L’agricoltura va in controtendenza rispetto agli altri settori in tema di occupazione. Questo il dato che emerge da un’analisi della Coldiretti relativa al 4º trimestre 2014 e che per Cremona è ancora più rilevante del resto di Italia: confrontando il numero degli occupati in agricoltura negli anni 2013 e 2014, si osserva che si è passati dai 5.621 occupati in agricoltura dell’anno 2013 ai 7.191 occupati del 2014. “Un aumento del 28% che appare ancora più significativo, se si considera quanto sia stata difficile questa annata nei campi”, evidenzia Coldiretti Cremona.
A livello nazionale, il dato parla di “un incremento record del 7,1% nel numero di occupati (ben dieci volte superiore al valore medio totale di tutti i settori), nonostante le pesanti difficoltà registrate a seguito del maltempo. Il trend positivo dell’agricoltura è particolarmente importante ed è il risultato di una crescita del 17,5% al nord e del 2,8% al centro e dell’1,1% al sud. Ad aumentare in campagna – precisa la Coldiretti – è il numero di lavoratori indipendenti (+8,7%) ma anche quello dei dipendenti (+5,5%)”.
“Di fronte a questi dati non possiamo che sottolineare la grande dinamicità del nostro settore, la forza con cui esso sta rispondendo alla crisi, anche grazie alla capacità di attrarre le nuove generazioni. Un fatto evidenziato anche dal successo degli istituti agrari in tutta italiana e in primis nel nostro territorio – sottolinea Tino Arosio, direttore di Coldiretti Cremona –. Del resto, proprio nei momenti di crisi ci si rende conto che solo l’economia reale, quella della terra che si contrappone all’economia di carta della finanza, può dare vere prospettive di rilancio e crescita”.
“La nostra sfida ora è portare il valore della trasparenza nelle filiere, fino alla grande distribuzione, per garantire a tutti gli agricoltori la giusta redditività – conclude Arosio –. Questa agricoltura, che sta costruendo qualcosa di buono per tutti, che investe sull’Italia e non delocalizza, merita prezzi equi per tutti i suoi frutti. Ben altri risultati la nostra agricoltura e la nostra economia potrebbero raggiungere, se si applicasse l’origine obbligatoria in etichetta per tutti i prodotti, così da porre fine allo strapotere di un’industria che continua impunemente ad importare prodotti anonimi, per poi spacciarli per made in Italy, e nel contempo impone alle imprese agricole prezzi insostenibili”.
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