Mercoledì si parla di Lgh ma il presidente Conter non figura tra gli invitati
E’ convocata per mercoledì prossimo la commissione comunale Ambiente targata maggioranza, quella in cui si parlerà di decomissioning dell’inceneritore con gli esponenti di Lgh, proprietaria dell’impianto, cosa che non è potuta avvenire mercoledì scorso nella Vigilanza convocata dalle forze di minoranza. A guardare i soggetti a cui è indirizzato l’invito diffuso dalla presidente Pd Francesca Pontiggia, la presenza di Lgh sarà monca, visto che nella lista figura solo l’amministratore delegato, Franco Mazzini e non il presidente, Alessandro Conter. L’annullamento della Vigilanza, lo scorso 11 marzo, viene visto dalla minoranza come un atto di prevaricazione politica al limite della “disonestà intellettuale” (parole del forzista Mino Jotta) da parte dell’amministrazione Galimberti. Il fatto è che anche mercoledì prossimo, a raccontare la visione di Lgh in merito al piano di dismissione dell’impianto di San Rocco, mancherà il presidente della holding in quota Forza Italia, mentre sarà presente l’amministratore delegato Mazzini, cremonese, descritto come assolutamente in linea con gli orientamenti della maggioranza di Galimberti. Mettendo in conto che mercoledì scorso anche il presidente dimissionario di Aem Gestioni Federico Zamboni (nominato da Forza Italia) non aveva potuto parlare sul tema rifiuti per il venir meno del numero legale, c’è da prevedere una nuova levata di scudi da parte delle minoranze che sul futuro del termocombustore sono agguerritissime. In primis il presidente della Vigilanza Marcello Ventura, il consigliere Ncd Federico Fasani e a seguire tutto il gruppo consigliare di Forza Italia e i vertici provinciali.
IL PD DIVISO AL SUO INTERNO – Sul versante politico opposto, il Pd ufficialmente fa quadrato attorno all’amministrazione Galimberti, con le dichiarazioni del segretario provinciale Piloni e di quello cittadino Galletti a sostegno del decomissioning. Ma una parte dei Democratici non ha mai apprezzato l’entusiasmo nel dare per scontato lo spegnimento dell’inceneritore entro tre anni, che aveva infiammato la campagna elettorale di Galimberti e di Alessia Manfredini, poi diventata assessore all’Ambiente. La consapevolezza che la strada fosse impervia avrebbe dovuto consigliare maggiore cautela, si dice da queste parti. Il cammino verso il graduale spegnimento dell’impianto, in effetti, si è fatto molto più complicato di quanto non si potesse prevedere un anno fa. Di mezzo c’è stata l’approvazione del piano regionale (giugno 2014) rifiuti che classifica l’impianto cremonese tra quelli più efficienti in regione Lombardia (anche se altri studi indipendenti, come quelli del gruppo Creafuturo di Marco Pezzoni dicono il contrario); e soprattutto il decreto Sblocca Italia del governo Renzi che innalza i limiti di utilizzo degli impianti esistenti e amplia il bacino di riferimento a tutto il territorio nazionale. Galimberti ha chiesto al Governo, attraverso una lettera ai parlamentari, di escludere dal novero l’impianto cremonese, ma una risposta ancora non c’è.
g.b.
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