Cronaca

Ricerca indipendente a rischio, la denuncia del dottor Passalacqua

Ricerca indipendente a rischio: l’allarme arriva proprio da Cremona, attraverso le parole del dottor Rodolfo Passalacqua, ex presidente Goirc (Gruppo oncologico italiano di ricerca clinica, ossia una delle cooperative di studi indipendenti più antiche d’Italia) e direttore del reparto di oncologia dell’ospedale di Cremona, che denuncia l’assenza di qualsiasi tipo di finanziamento per questo tipo di ricerca.

Gli investimenti dello Stato sono sempre mancati, ma negli ultimi anni la situazione è peggiorata, anche a causa di un appesantimento della burocrazia necessaria per chiedere i permessi, che spesso non è alla portata dei piccoli centri. Per Passalacqua, il quadro è penoso: “In Italia lo Stato non comprende la necessità di mantenere una ricerca indipendente da quella dell’industria: senza nulla togliere a quest’ultima, le aziende fanno ricerche sostanzialmente per vendere nuovi farmaci, mentre la ricerca indipendente fa studi di prevenzione e volti a migliorare la qualità della salute dei cittadini o al confronto di diverse terapie farmacologiche”. In sostanza, la ricerca indipendente è di fatto ‘no profit’, e quindi non insegue logiche di mercato, e per questo ancora più importante. La ricerca oncologica di Cremona fa parte proprio del Goirc, e come tutti gli altri centri di ricerca appartenenti a questa realtà, è a rischio. “Abbiamo lanciato questo allarme raccogliendo il parere anche degli altri gruppi cooperativi del  nostro Paese. Visto che l’industria normalmente sceglie i grandi centri, per le proprie ricerche, i piccoli centri, per quanto validi ed efficienti, rischiano così di restarne tagliati fuori”.

I dati più recenti fanno un quadro decisamente preoccupante della situazione: nel 2009 il numero complessivo delle sperimentazioni autorizzate dall’Aifa era di 761. Nel 2013, di 583. In quei cinque anni, quindi, quelle no profit si sono ridotte a 139, da 318. “La nostra ricerca rischia di scomparire – denuncia Passalacqua -. Servono misure urgenti e finanziamenti pubblici. Fino al 2009 potevamo contare sui bandi dell’Aifa, adesso non ci sono più neanche quelli”.

Nel 2005 l’Aifa aveva istituito un fondo per le sperimentazioni cliniche comparative tra medicinali, farmaci orfani e malattie rare (che veniva alimentato con il 5% delle spese promozionali versato dalle aziende farmaceutiche). Ma nel 2010 la Commissione Ricerca e sviluppo che aveva il compito di selezionare i progetti di ricerca non fu più rinominata, bloccando tutto.

“In altri stati europei i gruppi cooperativi sono sostenuti direttamente dal Servizio sanitario nazionale – racconta Passalacqua. Lo stesso accade negli Stati Uniti, con il 3% del budget del National institute of health. In Italia non accade nulla di tutto ciò. E a complicare le cose c’è una burocrazia impossibile.: ogni progetto deve essere approvato prima dal comitato etico, che è diverso in ogni ospedale, con modalità e tempi propri, e successivamente dalla direzione generale dell’ospedale. Tra una cosa e l’altra bisogna attendere un anno, prima di poter iniziare.

LaBos

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