Corde dell'anima, Comune disposto a investire al massimo 30mila euro Galimberti: 'Non più sostenibile spendere 90.000 euro come nel 2014'
La manifestazione culturale Le corde dell’anima si farà solo alle condizioni imposte dalla Giunta. Niente più finanziamenti a pioggia, come quelli che erano stati erogati nel 2014 dalla Giunta Perri, pari a 90mila euro. Questo quanto ha detto in Consiglio Comunale il sindaco Gianluca Galimberti, nel rispondere ad un’interrogazione del consigliere Maria Vittoria Ceraso (Obiettivo Cremona con Perri). Il dubbio sollevato da Ceraso è sull’effettiva concretizzazione o meno della manifestazione, dal momento che sul sito Very Bello di Expo essa appare con date 1-30 giugno ma senza alcun programma in dettaglio. “Questa amministrazione, ha più volte fatto intendere di non considerare la suddetta manifestazione prioritaria rispetto alla programmazione culturale del Comune, soprattutto in termine di destinazione di risorse, nonostante la stessa sia diventata un evento di portata internazionale, che ha saputo attrarre a Cremona, negli anni passati, migliaia di persone, animando la città come in poche altre occasioni, con grandi benefici in termini di ritorno economico per il turismo, il commercio, i ristoratori e gli albergatori che nei giorni della kermesse hanno registrato il tutto esaurito” ha evidenziato la consigliera.
Dura la risposta del sindaco Galimberti, che è intervenuto evidenziando come quando la nuova amministrazione si è insediata “mancava qualsiasi progettualità culturale relativa ad Expo”.
Nel merito della manifestazione Le Corde dell’anima, il sindaco evidenzia che la Giunta si è resa disponibile “fin da settembre a costruire sinergie organizzative ed economiche per non interrompere quella che è ormai diventata una tradizione per molti cremonesi e non solo”. Nell’ambito delle progettualità culturali di Cremona, “pur in una contemporanea difficoltà di bilancio per il Comune, abbiamo preso atto della prospettiva dichiarata dagli organizzatori delle Corde dell’anima di diminuzione di intervento economico da parte di Publia Eventi, ed abbiamo subito comunicato il possibile contributo da parte del Comune di Cremona: da 10mila a 30mila euro, in linea con quanto il Comune di Cremona dà alla Festa del Torrone, manifestazione che ha un altro format ma che è diventata negli anni di grandissimo richiamo e di indubbia tradizione, e in linea con le somme erogate dal Comune per Le Corde dell’anima negli anni precedenti al 2014 (30mila euro sia nel 2012, sia nel 2013)”. La proposta del Comune stoppa quindi l’erogazione di fondi in maniera quasi indiscriminata, come era accaduto nel 2014, quando la manifestazione ricevette dal Comune 90mila euro su 120mila euro di budget previsti per gli eventi culturali, ovvero il 75% del budget”. Una scelta che, per Galimberti, “non è più possibile, né sostenibile. Peraltro al contributo del Comune vanno poi aggiunti i contributi delle partecipate Aem e Lgh”.
Del resto il festival presenta, per il 2014 “un bilancio con saldo negativo”. Cosa che oggi non è più accettabile, per il sindaco: “bisogna pensare ad eventi, anche grandi, che tendano ad auto sostenersi” evidenzia. Questo non significa escludere a priori Le corde dell’anima: “Come Amministrazione ci siamo subito resi disponibili a collaborare sul versante della programmazione e dell’organizzazione, sempre nel rispetto dei diversi ruoli, anche ripensando alla formula, attraverso una costruzione di cabina di regia più ampia che accanto al singolo privato coinvolga altri enti ed istituzioni – spiega ancora -. E’ solo una sinergia tra più realtà che può portare al risultato, duraturo nel tempo. Attendiamo che Publia Eventi renda pubblica la sua decisione, rendendo comunque nota fin da subito la nostra disponibilità a lavorare con spirito costruttivo e collaborativo, affinché Le corde dell’anima continui ad essere un appuntamento della programmazione culturale della nostra città”.
“La scelta di non investire sulle Corde dell’anima – ha risposto Ceraso -, evento che negli anni ha preso sempre più piede, è una decisione del Comune, prettamente politica. Ne prendiamo atto”.
LaBos
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