Politica

Ampliamento tiro a segno, solo la Sinistra e M5S si oppongono

Il Comune appoggerà il Coni e il Tiro a Segno nazionale di Cremona nel portare avanti il progetto di ampliamento del poligono di tiro di via San Quirico. Un quasi plebiscito per la mozione presentata da Renato Fiamma, Carla Chiappani e Santo Canale, i primi due usciti dal gruppo Pd e passati nel Misto. 26 voti a favore, due contrari, nessun astenuto. I due contrari sono Filippo Bonali di Sinistra per Cremona – Energia Civile e Maria Lucia Lanfredi del Movimento 5 Stelle. Voto favorevole del sindaco Galimberti, ma con molti distinguo, in particolare per  le commistioni che un investimento del genere (6 milioni di euro) verosimilmente renderà necessarie con l’industria delle armi. “E’ chiaro – ha detto il sindaco nel suo intervento conclusivo –  che attorno a un progetto come questo ci possono essere degli interessi e questo a me crea qualche problema. E’ innegabile che la storia delle ditte di armi del nostro Paese purtroppo ha raccontato nel mondo pagine non positive. E invece sarebbe importante una parziale conversione di parte dell’industria bellica del Paese. Intorno a questo tema non è vero che non ci sono temi più ampi che riguardano lo sviluppo industriale di questo Paese. Su questo io manifesto qualche perplessità e dico che dobbiamo avere una grande attenzione e una grande vigilanza.  Non si tratterà soltanto di dare appoggio alla realizzazione della struttura, ma di capire di volta in volta l’uso che se ne farà”.

In precedenza il consigliere Fiamma aveva illustrato le ragioni alla base della mozione, integrandola rispetto a quella originariamente presentata ed enfatizzando il fatto che nessun esborso sarà richiesto al Comune. Ha sottolineato le valenze del progetto: consentire a Cremona di diventare capitale europea in una disciplina olimpica; creare un indotto sul turismo; consentire alle forze dell’ordine (anche da altre province) di poter svolgere in loco le esercitazioni; poter attrarre su Cremona eventuali investimenti da parte delle industrie delle armi del bresciano, che non hanno a disposizione strutture idonee. Proprio questo è l’elemento di maggiore criticità sottolineato da Bonali (Sinistra per Cremona): “La cultura delle armi ha una serie di implicazioni a catena che aprono scenari diversi e non crediamo che sia parte integrante  del patrimonio culturale della città di Cremona. Obiettiamo anche sul fatto del rumore: siamo andati a chiedere al Boschetto se davvero la struttura esistente non dà fastidio e la gente già ora dice che  il rumore si sente. Crediamo poco alla questione delle fasce tampone e dei corridoi ecologici, che si fanno con ben altre modalità, oltre al fatto che l’Italia ci ha insegnato che per le compensazioni ambientali non ci sono mai abbastanza soldi. Quanto alle ricadute sull’indotto e sull’economia cittadina, non crediamo che sempre l’aspetto economico debba prevalere su alcune motivazioni culturali ed etiche, che toccano la sensibilità delle persone, in una tematica che non è solo quella sportiva, ma riguarda in buona parte anche l’industria delle armi dell’industria bresciana”, Un pensiero condiviso anche da Galimberti: “La nostra città punta su un altro brand, ed è importante capire quale sia il dna culturale della città, per poterlo comunicare”.

Insomma, il poligono di tiro non è una priorità per il sindaco né per il suo assessore allo sport Platé, ma alla fine il voto positivo c’è stato. Anche perchè la mozione di Fiamma ha avuto davvero un placet trasversale, con Carletti (socialista nelle fila del Pd) favorevole perchè  “si tratta di sport e perdipiù olimpico, riconosciuto come portatore di pace. E’ un’ iniziativa che non impegna economicamente il comune, non capisco come debba portare pareri negativi o imbarazzi. Si tratta di uno stereotipo anche odioso della sinistra: la confusione  tra promozione della cultura sportiva e utilizzo indiscriminato di armi è poco comprensibile ai miei occhi”.

Difesa a spada tratta anche da parte di Marcello Ventura, An-Fratelli d’Italia nel gruppo Misto, che già nell’amministrazione Perri aveva portato avanti l’iniziativa del Coni, interessando anche l’ex sottosegretario Crosetto. Ventura ha sottilineato come  il miglioramento delle condizioni del tiro a segno nazionale (che svolge anche una funzione di ente pubblico certificatore) non possa che portare benefici anche in termini di sicurezza e di educazione nel corretto uso delle armi, “che servono alla difesa e non all’offesa”. Considerato quanta gente si allena o spara per divertimento nelle nostre cascine – ha detto Ventura – avere a disposizione una struttura idonea pone tutti in condizioni di maggiore sicurezza.

Giuliana Biagi

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