Politica

Ampliamento poligono tiro, il Pd cerca di mediare e di votare unito

Diplomazie al lavoro per evitare ulteriori spaccature nel Pd dopo la fuoriuscita dal gruppo consigliare di Renato Fiamma e Carla Chiappani. Lunedì dovrebbe essere discussa in consiglio comunale la mozione sul poligono di tiro che ha fatto un po’ da detonatore ai dissidi interni al partito. Depositata negli uffici del Consiglio ormai parecchi mesi fa, prima di Natale, era rimasta nel cassetto in attesa di essere discussa. In essa i tre consiglieri firmatari (oltre ai due citati ormai transitati nel gruppo Misto, anche Santo Canale),  chiedevano pieno appoggio a sindaco e giunta al progetto del Tiro a Segno Nazionale di Cremona di ampliamento degli spazi in dotazione in via s. Quirico in modo da farne polo di attrazione per eventi internazionali. Piccolo problema: quell’idea porta la firma originaria della precedente amministrazione di centrodestra e difatti l’ex consigliere delegato allo Sport di An, Marcello Ventura, ne aveva subito rimarcato la paternità.

Domani i nodi potrebbero venire al pettine, e allora proprio in casa dei Democratici si sta lavorando per apportare delle modifiche al testo originario in modo da farlo votare a tutto il Pd e a Fare Nuova la Città. Difficile invece che anche con tutti gli aggiustamenti del caso, il testo possa risultare gradito a Sinistra per Cremona, rappresentata in Consiglio da Filippo Bonali. Le modifiche consistono in una più precisa definizione di quello che dovrebbe essere il sostegno del Comune, escludendo decisamente un suo intervento finanziario.

IL PROGETTO DA SEI MILIONI – Un progetto costoso, quello che il Tsn sta cercando di realizzare da anni, addirittura 6 milioni di euro (si legge nella mozione). Il progetto infatti prevede di implementare le attuali linee di tiro (sei da dieci metri, otto da 25 metri e 12 da 50 metri) portandole complessivamente a 22, di lunghezze superiori, precisamente da 50 a 300 metri in modo da soddisfare i requisiti richiesti dagli organismi internazionali per le competizioni. In questo modo i proponenti ritengono che ne gioverebbe l’indotto, dotando Cremona di una sorta di ‘Roland Garros’ dei poligoni di tiro, “in una posizione di assoluta centralità internazionale – si legge nella mozione originaria  – sanando una atavica carenza nel nostro Paese e consentendoci di proiettare la nostra città entro una dimensione che è quella che ci occorre per attrarre presenze ed imporre il brand ‘Cremona’ nel mondo”. Dopo la liuteria, dopo l’agroalimentare, dopo infine la valorizzazione del Po a fini turistici – i tre assets che caratterizzano i programmi di rilancio economico degli enti locali – ci sarebbe insomma lo sport del tiro a segno. Il ritorno economico di un investimento da sei milioni – ha stimato la Statale di Milano – sarebbe non inferiore al 3,4% “a fronte di ciascun euro pubblico e privato investito per la realizzazione dell’infrastruttura”.

CORSI E RICORSI STORICI – Al poligono di tiro di via San Quirico aveva dedicato attenzione anche il consigliere provinciale Carlo Rusca dell’ex Pdl nel 2008. “Non perdiamo – si leggeva nella mozione presentata all’allora presidenza Torchio – l’eccezionale ma concreta possibilità per far diventare Cremona sede di gare non solo nazionali, ma internazionali, di tiro a segno prolungando le linee del Poligono fino a 300 metri. Il Tiro a Segno Nazionale di Cremona è un Ente pubblico, situato fuori dalla cerchia urbana; quindi non arreca alcun genere di disturbo alla cittadinanza; è luogo di addestramento per i vari Corpi di Polizia; vi si svolgono corsi per Guardie Giurate ed attività sportive con discipline olimpiche (il cremonese Italo Mari è stato campione del mondo a squadre); è ubicato in una posizione ideale per il traffico sia autostradale che stradale; è di proprietà del Demanio Militare e non ha vincoli di alcun genere. Non solo in Lombardia, ma pure nel resto d’Italia, non esiste un Poligono con caratteristiche d’ampiezza e di capacità come quello che si potrebbe realizzare qui a Cremona”. La mozione chiedeva al presidente della Provincia di istituire un tavolo con i presidente provinciale del Tiro a segno e i comandanti delle forze dell’ordine, militari e non, presenti sul territorio, per l’esposizione di pareri tecnici “sul progetto già pronto che verrà posto in visione, per eventuali esigenze particolari e per poter sollecitare con maggior forza il reperimento dei fondi necessari alla realizzazione dell’opera”.

Simone Bacchetta

Giuliana Biagi

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