Pronti gli 11 alloggi popolari nella casa di via Platina occupata dagli autonomi
Il palazzo di via Platina teatro due anni fa dell’occupazione del centro sociale Dordoni, torna nella disponibilità del patrimonio di edilizia residenziale pubblica. 11 appartamenti completamente ristrutturati, una facciata degna di un palazzo signorile, frutto di lavori per un milione e 22 mila euro (1,4 a base d’asta). I lavori erano stati consegnati nel novembre 2013, epoca Perri e oggi sono terminati. Manca solo il collaudo, che avverrà entro il mese di aprile, dopodichè gli alloggi potranno essere attribuiti alle famiglie in lista d’attesa per una casa popolare.
L’occupazione, capitanata dall’allora leader del Dordoni Mario Bini, prematuramente scomparso, era iniziata il 5 ottobre 2013 e terminata a metà novembre ed era stata il culmine di una lunga serie di azioni del comitato antisfratto per impedire l’esecuzione di sfratti programmati dalle forze dell’ordine in varie zone della città e della provincia. Pochi giorni dopo l’uscita degli autonomi e delle famiglie sfrattate, il Comune completò il affidò i lavori di risanamento.
La notizia della conclusione viene dall’assessore a Patrimonio e Area Vasta Andrea Virgilio e contestualmente saranno pronti anche i sei appartamenti di via Alfeno Varo (già ribattezzati alloggi d’oro per l’alto prezzo con cui il Comune li acquistò nel 1985). Il risanamento conservativo di questo edificio ha consentito di recuperare finalmente 6 alloggi da 55 a 71 metri quadri con cantine, uno dei quali, al piano terra, senza barriere architettoniche. Dunque, due interventi iniziati dalla giunta Perri (assessore ai servizi sociali Luigi Amore) e completati dalla giunta Galimberti. “Si tratta di alloggi che intendiamo assegnare secondo le graduatorie Erp, mentre un discorso diverso verrà probabilmente fatto per gli appartamenti che abbiamo acquisito dallo Stato nell’ambito del federalismo demaniale”, conferma l’assessore. Per questi il Comune potrebbe optare per altre modalità di assegnazione, sempre in ambito sociale, ma magari a canone moderato. Ma su questo fronte sono in arrivo delle novità. “C’è sicuramente da fare un’attenta analisi della domanda abitativa in città, alla luce dei mutamenti sociali e al sempre minore divario tra i prezzi degli affitti nel mercato libero e nei canoni moderati. Le difficoltà incontrate dalla formula dell’housing sociale ne sono una prova; come pure il fatto che le aree Peep previste negli strumenti urbanistici ultimamente sono rimaste ferme. Occorre pensare ai bisogni di quell”area grigia’ che non si colloca nell’area sociale dell’emergenza, incrociando col patrimonio pubblico le istanze del settore sociale. Un’analisi che servirà anche alla revisione del Pgt, appena avviata.
Giuliana Biagi
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