Carletti: 'Lo strappo nel Pd ricorda antica politica ammuffita delle correnti'
La segreteria nazionale del Pd sta valutando l’espulsione per i due democratici dissidenti del gruppo consigliare, Renato Fiamma e Carla Chiappani, a meno di un (difficile) rientro nei ranghi. Quantomeno potrebbe arrivare una diffida ad utilizzare il nome di Renzi per il nuovo gruppo, così pure come appare impossibile il rinnovo delle tessere di partito.
Intanto un appello all’unità giunge da Paolo Carletti, unico consigliere eletto nella lista del Pd, ma iscritto al partito socialista, di cui è segretario provinciale. “Quale responsabile politico di un partito della maggioranza, il Psi – afferma Carletti – e quale membro del gruppo consiliare del PD, mi sento di esprimere le mie opinioni sull’uscita dei consiglieri Chiappani e Fiamma dal gruppo consiliare.
Io sono l’unico consigliere del gruppo iscritto ad un partito differente da PD ma, pur senza avere legami con il PD, mai penserei di uscire dal gruppo che mi ha permesso di diventare consigliere senza un motivo più che valido.
Chi ha masticato un minimo di politica sa che, per un consigliere, uscire da un gruppo che porta il nome della lista con la quale il consigliere è stato eletto, ha un significato politico molto pesante, giustificabile soltanto da precise accuse nei confronti del gruppo di vecchia appartenenza o nei confronti del partito che porta il nome del gruppo stesso.
Analizzando però le dichiarazioni dei due consiglieri, mi sfugge del tutto quale siano le critiche mosse al gruppo consigliare o al partito d’appartenenza, anzi, volendo questi marchiarsi con il nome del segretario nazionale del partito e spendendo parole di elogio nei confronti del Sindaco, del capogruppo in consiglio e della segreteria cittadina sembra che vogliano chiarire il loro apprezzamento sia nei confronti della linea del partito sia nei confronti della linea del gruppo consigliare e sia nei confronti dell’amministrazione.
E allora?
Visto che voglio credere che i due siano persone assennate, mi sfuggono le autentiche ragioni di questo strappo, che fatica a trovare una giustificazione politica se non con l’aiuto di antichi archetipi da politica muffosa e correntista di una certa e precisa origine, lontana anni luce dal tanto sbandierato modello Renzi e dal modo di far politica perseguito dalla nuova amministrazione del comune di Cremona.
Unire e non dividere è l’invito che mi sento di rivolgere a tutta la coalizione se si vuol perseguire il bene della città e se si vuol sostenere fattivamente l’Amministrazione, questo è il segno migliore di questa nuova stagione amministrativa e ritengo si debba interpretare al meglio, con la massima lealtà e trasparenza e mi piacerebbe che tutte le componenti della maggioranza si convincano che si debba partire proprio da questo invito”
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