Ambiente

Inceneritore di Cremona ancora in forse per la ricezione di rifiuti dal sud Italia

Ancora non si allontana il rischio che l’inceneritore di Cremona possa entrare a far parte dell’elenco di impianti che dovranno bruciare i rifiuti del sud Italia. Il Governo infatti, con l’articolo 35 dello “Sblocca Italia” ha individuato l’elenco degli impianti che rientreranno nella Rete nazionale per la circolazione dei rifiuti, accollandosi tale incombenza, tra i quali non appare Cremona, che però viene classificata come “in forse”. Sarà infatti la Regione Lombardia a dover dire l’ultima parola.

Tra i termovalorizzatori che fanno parte dell’elenco, uno dei principali sarà quello di Brescia che, secondo l’assessore regionale Claudia Terzi, “aumenterà del 10 per cento i quantitativi inceneriti”, avvicinandosi al massimo del proprio carico termico. Nel piano sono compresi buona parte degli inceneritori lombardi: Bergamo, Dalmine (Bg), Como, Milano, Desio (Mi), Sesto San Giovanni (Mi), Trezzo sull’Adda (Mi), Valmadrera, Corteolona e Parona (Pv) e Lecco. Viene invece “esonerato dall’incarico” quello di Busto Arsizio (Va), in quanto si tratta di un impianto che non prevede recupero energetico. Come detto, resta invece in forse Cremona. I 13 impianti presenti sul territorio regionale bruciano attualmente 2,6 milioni di tonnellate l’anno complessivamente. Secondo il Piano, si potrebbero aggiungere altri 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti del sud.

In ogni caso l’elenco “ufficiale” degli inceneritori coinvolti nel Piano verrà reso pubblico nelle prossime settimane: sarà in quell’occasione che si vedrà se Cremona è effettivamente “salva” o meno.

Intanto procede anche il ricorso della Regione alla Corte Costituzionale: se la Consulta deciderà che il decreto del governo viola il titolo V dell’accordo Stato-Regioni (sono le regioni a decidere in materia di rifiuti) si dovrà stoppare il flusso di rifiuti verso il Nord Italia.

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