Chiede aiuto per poter 'sopravvivere', l'appello di una mamma
Nella foto, di Francesco Sessa, Eleonora con il suo avvocato Monia Ferrari
Eleonora, 45 anni, abita in via Caudana, nel quartiere San Felice, al terzo piano di una palazzina dell’Aler. La casa è molto piccola e in pessime condizioni, ed Eleonora, che è separata (l’ex marito è disoccupato), ci vive con la figlia 13enne e con l’anziana madre che è affetta da una grave demenza senile. La mamma di Eleonora è bloccata in un letto in cucina, si muove a fatica e da mesi non esce di casa. Per alcuni giorni, Eleonora e sua figlia, visto il poco spazio, sono state persino costrette a dormire per terra sul materasso. Prima Eleonora, che lavorava in una casa di riposo, beneficiava di un contributo della Regione di 400 euro, ma le è stato tolto perché è in arretrato con l’affitto di 1.200 euro. Ora vive con i 600 euro della pensione di sua mamma, soldi con cui ha preferito pagare le bollette. “Stavo frequentando un corso gratuito della Regione come operatrice sanitaria”, ha spiegato Eleonora, “andavo in città in bicicletta, ma da quando le condizioni di mia mamma si sono aggravate ho dovuto interrompere perché sono sola e devo starle vicino. Adesso avrei avuto il tirocinio, ma da quando mia madre si è trasferita qui dal centro Barbieri di via XI Febbraio ha bisogno di continua assistenza. Al centro Barbieri, mia madre pagava 270 euro al mese”. Sono due settimane che Eleonora e la sua famiglia non mangiano, lei ormai pesa 40 chili, e spesso sua figlia è costretta a saltare la scuola perché non ha i soldi per pagare il biglietto dell’autobus. Andava a scuola in bicicletta svegliandosi alle 5 del mattino, “ma con il freddo è davvero dura”. “Questa non è vita”, si dispera Eleonora, che ha provato più volte a chiedere un aiuto ai servizi sociali e all’assessore Mauro Platè, per ora senza esito. “L’anno scorso”, ha spiegato, “appena dopo le elezioni ho incontrato il sindaco, l’assessore Platè e l’assessore Maura Ruggeri, mi hanno detto di chiamare che avrebbero esaminato il mio caso, poi un giorno ho incontrato l’assessore Platè vicino al tribunale. Mi ha detto di andare in Comune, di mandargli una mail, ma poi non ho saputo più nulla”. Per farsi aiutare, Eleonora si è rivolta ad un legale, l’avvocato Monia Ferrari, che le ha offerto la sua disponibilità senza chiedere un euro. Che cosa vorrebbe Eleonora ? Essere trasferita al pian terreno in un altro alloggio Aler, magari con una stanza in più e in città, così da permettere alla figlia di andare a scuola, e un aiuto per sua mamma. “Viviamo in una situazione assolutamente precaria”, ha detto Eleonora, “chiedo di poter vivere decorosamente, anche e soprattutto per mia figlia, costretta a rinunciare a tante cose e a diventare grande prima del tempo”. “Speriamo che qualcuno prenda a cuore la nostra situazione”, ha aggiunto la mamma di Eleonora, “e che qualcuno ci aiuti, se no io da qui non esco più”.
Sara Pizzorni
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